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Indice:

- Articolo: Garanzia scaduta!

- Nota: Garante Infanzia e Criteri standard Comunità di accoglienza

- Articolo: 5 Buone ragioni per allontanare i bambini dai loro genitori
            
- Dati statistici
             - Proposte
             - Famiglie di origine
             - Calcoli economici


- Nota: Commissione Infanzia
Convegno 13 febbraio 2014


- Nota: Interpellanza su case-famiglia ed allontanamenti facili

- Articolo: Giù la maschera!
 
- Articolo: Tutti d'accordo!

- Iniziativa: Lettera al Garante

- Iniziativa: Confronto Autorità Garante Infanzia 04 ottobre 2013


- Nota: Commisione infanzia e mercato minorile
             - I Audizione

             - Risposte ai quesiti
             - Conclusioni


- Iniziativa: Non voglio essere complice

- Articolo: Non lasciamo soli questi Bambini

- Nota: Cattive abitudini


- Nota: Viva la PAxS

- Nota: Lacrime e sangue


- Nota: Pisa pia, Milano profana

- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)

- Articolo: Col culo degli altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)

- Nota: Malati terminali!
(l'incapacità genitoriale incurabile!)

- Documento: Abbandonati dallo Stato

- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

- Nota: Ricorrenze e coincidenze


- Comunicato: Cavallo e Asini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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- Articolo: Garanzia scaduta!

- Nota:  Garante Infanzia e Criteri standard Comunità di accoglienza

- Articolo: 5 Buone ragioni per allontanare i bambini dai loro genitori
            
- Dati statistici
             - Proposte
             - Famiglie di origine
             - Calcoli economici


- Nota: Commissione Infanzia
Convegno 13 febbraio 2014


- Nota: Interpellanza su case-famiglia ed allontanamenti facili

- Articolo: Giù la maschera!

- Articolo: Tutti d'accordo!

- Iniziativa: Lettera al Garante

- iniziativa: Confronto Autorità Garante Infanzia 04 ottobre 2013


- Nota: Commissione infanzia e mercato minorile
             - I Audizione

             - Risposte ai quesiti
             - Conclusioni


- Iniziativa: Non voglio essere complice

- Articolo: Non lasciamo soli questi Bambini

- Nota: Cattive abitudini


- Nota: Viva la PAxS

- Nota: Lacrime e sangue


- Nota: Pisa pia, Milano profana

- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)

- Articolo: Col culo degli altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)

- Nota: Malati terminali!
(l'incapacità genitoriale incurabile!)

- Documento: Abbandonati dallo Stato

- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

- Nota: Ricorrenze e coincidenze


- Comunicato: Cavallo e Asini


















 

 

 

 






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- Nota: Garante Infanzia e Criteri standard Comunità di accoglienza

- Articolo: 5 Buone ragioni per allontanare i bambini dai loro genitori
            
- Dati statistici
             - Proposte
             - Famiglie di origine
             - Calcoli economici


- Nota: Commissione Infanzia
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- Nota: Interpellanza su case-famiglia ed allontanamenti facili

- Articolo: Giù la maschera!

- Articolo: Tutti d'accordo!

- Iniziativa: Lettera al Garante

- Confronto Autorità Garante Infanzia 04 ottobre 2013


- Nota: Commissione infanzia e mercato minorile
             - I Audizione

             - Risposte ai quesiti
             - Conclusioni


- Iniziativa: Non voglio essere complice

- Articolo: Non lasciamo soli questi Bambini

- Nota: Cattive abitudini


- Nota: Viva la PAxS

- Nota: Lacrime e sangue


- Nota: Pisa pia, Milano profana

- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)
l
- Articolo: Col culo degli altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)

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(l'incapacità genitoriale incurabile!)

- Documento: Abbandonati dallo Stato

- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

- Nota: Ricorrenze e coincidenze


- Comunicato: Cavallo e Asini

































































































































































































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- Nota: Cattive abitudini


- Nota: Viva la PAxS

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(l'incapacità genitoriale incurabile!)

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- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

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- Comunicato: Cavallo e Asini






















































































 

 

 

 

 












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- Comunicato: Cavallo e Asini






















































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             - Calcoli economici


- Commissione Infanzia
Convegno 13 febbraio 2014


- Interpellanza su case-famiglia ed allontanamenti facili

- Articolo: Giù la maschera!

- Articolo: Tutti d'accordo!


- Confronto Autorità Garante Infanzia 04 ottobre 2013

- Nota: Commisione infanzia e mercato minorile

- Iniziativa: Non voglio essere complice

- Articolo: Non lasciamo soli questi Bambini


- Nota: Viva la PAxS

- Nota: Lacrime e sangue


- Nota: Cattive abitudini

- Nota: Pisa pia, Milano profana

- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)

- Articolo: Col culo degi altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)

- Nota: Malati terminali!
(l'incapacità genitoriale incurabile!)

- Documento: Abbandonati dallo Stato

- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

- Nota: Ricorrenze e coincidenze


- Comunicato: Cavallo e Asini













































Indice:

- Garante Infanzia e Criteri standard Comunità di accoglienza

- 5 Buone ragioni per allontanare i bambini dai loro genitori
            
- Dati statistici

             - Proposte
             - Famiglie di origine
             - Calcoli economici


- Commissione Infanzia
Convegno 13 febbraio 2014


- Interpellanza su case-famiglia ed allontanamenti facili

- Articolo: Giù la maschera!

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- Confronto Autorità Garante Infanzia 04 ottobre 2013

- Nota: Commisione infanzia e mercato minorile

- Iniziativa: Non voglio essere complice

- Articolo: Non lasciamo soli questi Bambini


- Nota: Viva la PAxS

- Nota: Lacrime e sangue


- Nota: Cattive abitudini

- Nota: Pisa pia, Milano profana

- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)

- Articolo: Col culo degi altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)

- Nota: Malati terminali!
(l'incapacità genitoriale incurabile!)

- Documento: Abbandonati dallo Stato

- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

- Nota: Ricorrenze e coincidenze


- Comunicato: Cavallo e Asini

































Indice:

- Garante Infanzia e Criteri standard Comunità di accoglienza

- 5 Buone ragioni per allontanare i bambini dai loro genitori
            
- Dati statistici

             - Proposte
             - Famiglie di origine
             - Calcoli economici


- Commissione Infanzia
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- Interpellanza su case-famiglia ed allontanamenti facili

- Articolo: Giù la maschera!

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- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)
            - Indice
            - Gli annunci dei Bambini

            - Come bypassare il
              sistema
            - Niente percorso se il
              Bambino ha un handicap
            - Rischio giuridico
            - Quando l'affido diventa
              adozione senza requisiti
            - Quando l'affido diventa
              abbandono nella famiglia
              affidataria
            - Affidatario in 5 giorni
            - Cambiamento dei dati

- Articolo: Col culo degi altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)

- Nota: Malati terminali!
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- Documento: Abbandonati dallo Stato

- Nota: Punti chiave dell'allontanamento dei minori

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              sistema
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              adozione senza
              requisiti

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- Garante Infanzia e Criteri standard Comunità di accoglienza

- 5 Buone ragioni per allontanare i bambini dai loro genitori
            
- Dati statistici

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- Nota: Viva la PAxS

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              - Anticipazioni
              - L'intervista

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- Nota : La vetrina
(quando la realtà criminale supera la fantasia onesta: gli annunci dei Bambini!)

- Articolo: Col culo degi altri
(Un Giudice in pensione racconta la giustizia)
              - Anticipazioni
              - L'intervista

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- Dati statistici

             - Proposte
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(l'incapacità genitoriale incurabile!)

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- Comunicato: Cavallo e Asini























































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Garanzia scaduta!

Considerazioni su 4 anni PIU UNO dalla nomina del garante Nazionale della Autorità Garante Infanzia ed Adolescenza. Costi, attività, risultati, tasparenza, scadenze.
MA DAVVERO NON SI PUO’ FARE NIENTE DI MEGLIO?


Garanzia scaduta

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Garante Infanzia
e Criteri standard Comunità di accoglienza

 

L'Autorità Garante Infanzia ha pubblicato il già ben noto documento sulla definizione dei criteri e degli standard per le comunità di accoglienza.

 

So già che non lo leggerà quasi nessuno per cui ho pensato di pubblicarne un breve riassunto personale molto conciso.

 

Il documento è stato preparato in consulenza con la Consulta delle Associazioni cioè:
(Nota 1 - Componenti del Gruppo di lavoro sulle Comunità di tipo familiare della Consulta delle Associazioni e delle Organizzazioni, istituito presso l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA): Giovanni Fulvi e Fabrizio Gessini (Coordinamento nazionale delle Comunità per Minori - CnCM), Marco Giordano (Progetto Famiglia), Liviana Marelli (Coordinamento nazionale Comunità di Accoglienza - CnCA), Valter Martini (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII - APG23), Dario Merlino (Coordinamento Italiano dei  servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia - CIsMAI), Anna Maria Picarelli (APs Il Fiore del Deserto), Cristina Riccardi (Anici dei bambini – Ai. bi.), samantha Tedesco (sOs Villaggi dei bambini), Frida Tonizzo (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie - Anfaa), Federico zullo (Agevolando). Antonella bianco, referente dell’AGIA per il gruppo di lavoro. hanno collaborato: Margherita brunetti, Ilaria Trevisan.

 

Gli errori grammaticali sono riportati così come nel documento originale.

 

Certamente non è necessario che sia io a far notare come i componenti del gruppo di lavoro siano TUTTI soggetti che rappresentano od hanno interessi nelle comunità in quanto è sufficiente leggerne nomi ed acronimi..

 

Poco dunque ci si può aspettare sul tipo di documento che può venire fuori da enti che ottengono maggiori introiti nel riempire le strutture il più possibile.

 

I lettori più attenti certamente avranno già notato che si tratta di nomi ben noti e ripetutamente citati nelle denunce del sistema non in ultimo nel nostro precedente articolo:
http://blognew.aruba.it/blog.freemarcel.org/5_buoni_motivi_per_allontanare_i_bambini_dalle_loro_famiglie_84354.shtml

 

Sostanzialmente, dunque e molto brevemente, si tratta di "aria fritta". Cioè considerazioni trite, ritrite ed estremamente vaghe che sono già contenute anche in maggiore dettaglio nelle leggi in vigore ma che nessuno applica, e soprattutto sulle quali non vige alcun controllo, men che meno quello della Autorità Garante che pur ne avrebbe competenza e giurisdizione.

Estremamente interessante inoltre consultare tra i dati pubblicati nell'articolo precedentemente citato che considera i bambini in struttura un totale di 14.991 e confrontarli con un recente articolo pubblicato sulla rivista "Redattore Sociale"
http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/482971/Le-voci-dei-minori-in-comunita-Qui-si-sta-bene-ma-non-ci-si-abitua-mai%E2%80%A6

che sempre dalle stesse fonti, ne totalizza ben 22.000, con un incremento di più di 7.000 bambini e dunque del 50% in pochi mesi come a confermare l'assoluta aleatorietà dei dati a seconda della tesi da sostenere addirittura con l'avallo del Garante Infanzia.

Chi desidera approfondire la lettura può consultare le 39 inutili pagine scritte ufficialmente a nostre carissime spese dalla Autorità Garante e pubblicizzate sulla pagina sponsorizzata a pagamento e personale del Garante Infanzia (spero almeno questo a spese proprie ma ne dubito). 

Ma può essere sufficiente fidarvi di me che le ho lette per tutti ed almeno ho l'abitudine di documentare quello che pubblico invece di sottoscrivere considerazioni irreali.

 

Non rimane che chiedersi PERCHE', sia Garante che Autorità Garante, invece di dedicarsi a proposte sostanzialmente inutili non si dedicano a quelli che sono i COMPITI della Autorità Garante, iniziando ad effettuare i CONTROLLI nelle strutture e sugli enti che le gestiscono come è di COMPETENZA ed è stato PROMESSO QUASI 2 ANNI FA, SENZA RISPETTARE GLI IMPEGNI presi come espressamente riportato sulla  nostra relazione relativa al Confronto del 04 Ottobre 2013:
http://www.freemarcel.org/doc/Relazione_Confronto.pdf

 

evitando i soggetti con cui erano stati fissati ed ignorando i solleciti, con manifesto scarso rispetto di quella cooperazione espressamente citata dalla legge che ha istituito questa tanto costosissima quanto a tutt'oggi apparentemente inutile Autorità, che prevede appunto la COLLABORAZIONE CON LE ASSOCIAZIONI, non certo intendendo in questo le Associazioni che hanno interessi a lucrare sull'allontanamento dei minori, ma immagino quelle che cercano a gran fatica di difenderne i diritti.

 

 

 

 

 

5 Buone ragione per allontanare i bambini dai loro genitori

 

 

Il 17 Luglio 2014, presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati è stato presentato il Manifesto “5 Buone ragioni per accogliere i bambini che vanno protetti”.

Vediamo insieme di cosa parla, chi lo ha organizzato, cosa chiede, cosa sostiene, ed in grassetto corsivo alcune nostre considerazioni.

 

Partecipanti:

  • CISMAI (Assocerebbe centri e servizi del settore pubblico, cooperative ed associazioni impegnate in protezione e cura di bambini maltrattati, assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri, medici, educatori)
  • AGEVOLANDO (assocerebbe circa 30 ex ospiti di comunità, educatori, psicologi, avvocati, assistenti sociali, giudici onorari)
  • CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), CNCM (Coordinamento Nazionale Comunità per Minori)
  • PROGETTO FAMIGLIA (affido, sostegno diurno, accoglienza, case-famiglia, case di accoglienza, rivista “punto famiglia”, offerta calendario personalizzabile)
  • SOS VILLAGGIO DEI BAMBINI ONLUS (serie di “villaggi” composti da case-famiglia, comunità familiari, comunità educative, centri diurni, sostegno affido, asili nido, adozioni a distanza, shop bomboniere solidali).

 

Perché:

 

Perché questa iniziativa?

Le associazioni hanno riscontato in questi anni un cresciuto interesse di trasmissioni televisive e carta stampata per il tema dei minorenni allontanati dalla loro famiglia e, a fronte di questa attenzione, hanno ritenuto che fosse arrivato il momento di raccontarsi, invece di “essere raccontati” (fonte: Agevolando).

 

Personaggi che vengono indicati come sostenitori dell’iniziativa:

Alessandro Bergonzoni, Andrea Camilleri, Mauro Biani, Luigi Cancrini, Stefano Cirillo, Massimo Cirri, don Virginio Colmegna, Emma Dante, Tosca d’Aquino, Fabio Geda, Fiona May, Patrizio Oliva, don Giacomo Panizza, Ana Laura Ribas, Alena Seredova, Alessandro Sortino, Mateo Zoni e da Aurea Dissegna, pubblico tutore dei minori del Veneto, Rosy Paparella, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Puglia e Luigi Fadiga, Garante Infanzia della Regione Emilia-Romagna.

 

Intervenuti all’incontro:

All’incontro hanno partecipato una ragazza che è stata in comunità e due madri i cui figli sono stati ospitati anch’essi in strutture di accoglienza, che hanno raccontato la loro esperienza. Sono intervenute anche Laura Laera (presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze), Sandra Zampa (vice presidente Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza), Vanna Iori (deputato), Maria Antezza (deputato), Donella Mattesini (senatore) e Laura Baldassarre (Autorità garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza).

 

Sintetizzazione delle presentazioni

 

  • Liviana Marelli – CNCA

Presenta dati al 31.12.2011

29.388 bambini ed adolescenti allontanati di cui 14.991 in comunità e 14.397 in affido familiare.

 

- Già a questo punto pare utile considerare che secondo dati ISTAT alla data del 31.12.2010 i minorenni ospiti di presidi risultavano 19.323 di cui stranieri 5.544, che il rapporto istituzionalizzazione / affido risulta storicamente del 50%, e che la stessa associazione SOS VILLAGGI DEI BAMBINI ONLUS sul proprio Sito cita per richiesta fondi un dato di 32.300 bambini allontanati dalle proprie famiglie perché sarebbero vittime di maltrattamenti, abusi, sfruttamento o perché sono costretti a vivere in condizioni di estrema povertà.

 

     Estratto dal sito "Sos villaggi dei bambini Onlus".

 

Degli allontanati il 26% per provvedimenti con misura di protezione urgente art. 403 (grave pregiudizio, maltrattamento conclamato, abbandono)

 

- I minori allontanati per maltrattamento / abuso risultano essere compresi in un dato costante del 12%. Appare decisamente curioso che dai provvedimenti con  misura di protezione urgente risulti un dato del 26% che starebbe ad indicare che più della metà di questi non rientrano tra le occasioni di maltrattamento / abuso.

 

In comunità: 59.3% maschi e 37,3% femmine

 

- Il totale di queste percentuali somma un 96,6%, mancando dunque un 3,5% di dati.

 

Le età interessate per percentuali: 0/5 14% , 6/10 15,5% , 11/17 66,4%

 

- Il totale di queste percentuali somma un 95,9%, mancando dunque ancora un 4,1% di dati.

 

Il dato non chiarisce quanti potrebbero essere in comunità soli o con un genitore.

Del totale considerato risultano Stranieri 31,3% di cui 51,1% “non accompagnato”.

Viene dunque evidenziato che i minorenni italiani in comunità sarebbero il 67,7% cioè 10.148.

 

- Dai dati ISTAT precedentemente citati si può rilevare un discostamento decisamente importante sia in termini quantitativi che percentuali rispetto agli stranieri: secondo il dato 2010 tale risultato sarebbe del 71,3% Con un risultato di 13.777 bambini italiani cioè un buon 30% in più.

 

Gli autori di reato sarebbero 1.297 di cui 629 stranieri (procedimento penale minorile).

 

In affido:

Età interessate in percentuali: 0/5 14,7% , 6/10 30,2% , 11/17 54,6% (Totale 99,5%)

Stranieri in affido: 17,1% di cui 13,1% non accompagnato.

Rete parentale 47,9% cioè 6.986, extra parentale 51,5% cioè 7.411 (Totale 99,4% ma dato invariato di 14.397 ???)

 

Vengono dunque presentati dei quesiti:

 

? Sono aumentati i  minori fuori famiglia?

R: NO, dal 2007 dato stabile.

 

- Sempre dai dati ISTAT al 31.12.2005 i minorenni ospiti di presidi risultavano 17.799, rispetto al 2010 con un incremento del 28,7%in 5 anni!

 

? In Italia si allontana troppo?

R: NO, meno che nel resto d’Europa.

Infatti 0/17: Francia 133.671 9/1000, Germania 111.300 8/1000 , Regno Unito 60.240 6/1000 , Spagna 37.075 4/1000 , in Italia 29.388 3/1000 sottolineando 20.476 escludendo affido familiare ed autori di reato.

 

- Come già chiarito il dato sembra decisamente sottostimato ed in assenza di un monitoraggio e dati certi non è possibile una quantificazione chiara; non siamo attualmente in possesso di dati internazionali ma è appena il caso di precisare che non si può certo fondare una considerazione del genere come se fosse una gara a chi allontana più minori e come se una percentuale bassa fosse sintomatologia di allontanare troppo poco.

 

? Quanto stanno in Comunità?

R: 28% - di 3 mesi , 27% 3mesi/1anno , 19% 1/2 anni , 16% 2/4 anni , 10% 4 anni (100%); 1023 neomaggiorenni di cui 511 stranieri.

 

- Su questi dati è il caso di porsi ulteriori domande: quale gravissimo disagio è stato risolto con un allontanamento di 3 mesi che comprenderebbe il 28% dei casi? Come non includere in questo quesito anche l’ulteriore dato 3 mesi/ 1 anno che porta il totale al 55%? Se il dato totale annuale rimane per lo più in leggera variazione, quanti minori vengono allontanati per pochi mesi che non rientrano nel totale considerato (i tre mesi si ripetono per 4 volte l’anno)? Sarebbe inoltre curioso comprendere la fonte del dato in quanto le statistiche risultano essere al massimo annuali ed i minori con allontanamenti di breve durata per l’appunto NON riuscirebbero a rientrare nelle statistiche. Sui neomaggiorenni, che posso richiedere il prolungamento dell’inserimento per ulteriori 3 anni, non ci si può che interrogare riguardo al loro futuro una volta scaduto il termine del mantenimento.

 

  • Dario Merlino – CISMAI

Proposte

 

Al Governo:

Prima di tutto adeguati investimenti.

Viene citato Hackman (nobel economia): “1 dollaro investito nella prima infanzia su bambini a rischio genera un risparmio futuro di 7 dollari”, constatando che in Italia il “Fondo infanzia ed adolescenza” è stato ridotto del 25% nel periodo 2010/2014 da 40 a 30 milioni di euro.

 

- In questo caso si possono presentare 2 considerazioni: intanto secondo i dati presentati il rapporto 2010/2014 presenterebbe appunto una riduzione di circa il 25% (19.323 minorenni allontanati secondo i dati ISTATnel 2010, 14.991 nel 2011 secondo i dati presentati), pertanto ne consegue anche una normale riduzione dei finanziamenti; anche volendo però ritenere il dato sottostimato, è appena il caso di ripetere che la citazione di Hackman si riferisce appunto a minori “nella prima infanzia” e su “bambini a rischio”, cioè attivazione PREVENTIVA su soggetti rientranti in categorie considerate a rischio secondo alcuni specifici parametri e non certo ad investimenti su interventi di allontanamento prestati su minori trattati come se fossero vittime di maltrattamenti gravissimi anche in ASSENZA DI ACCERTAMENTI che avvengono, nel migliore dei casi, a minore ormai allontanato e ridotto in stato di disagio appunto dall’allontanamento. Sugli abnormi allarmi sociali ingiustificati, diffusi in maniera quasi criminale con sospetto scopo di “estorsione” di finanziamenti pubblici e donazioni di ogni entità, tratteremo in seguito con specifico articolo.

 

L’Italia è stata più volte richiamata dall’ONU per l’assenza di un sistema adeguato di raccolta dati e monitoraggio sul maltrattamento all’infanzia. Impegno a creare un sistema di rilevazione efficace. Secondo l’OMS per un caso emerso ce ne sono 9 che non vengono riconosciuti e curati.

 

- Alla stessa maniera di quanto sollecitato in sede ONU, le Associazioni per i Diritti dei minori non fanno altro che sollecitare ripetutamente da anni la necessità di un monitoraggio non solo sul maltrattamento dell’infanzia ma anche su tutto il settore dell’allontanamento senza dimenticare che, purtroppo, per le naturali conseguenze della promiscuità del contesto, maltrattamenti ed abusi avvengono anche all’interno del settore di tutela ed oltre ad essere i più odiosi in assoluto, sono anche certamente quelli maggiormente soggetti a rimanere sommersi. Bisogna inoltre domandarsi da chi dovrebbe essere eseguito il monitoraggio secondo i proponenti di questa occasione in quanto, vista la loro natura, potrebbe nascere il sospetto di un eventuale interesse economico su una gestione del monitoraggio, esaminando anche un eventuale conflitto di interessi nell’ottenere un certo tipo di risultati per un certo tipo di soggetti interessati. Ancora, pur non volendo contraddire il dato citato da fonte OMS, non ci si può che interrogare sul risultato di un dato su casi che “non vengono riconosciuti e curati”: se non vengono neanche riconosciuti, come sono stati calcolati?

 

Alle Regioni

Investire sulla prevenzione delle fragilità genitoriali con interventi di supporto alle famiglie adeguati.

 

- Non si può che concordare sulla necessità di supportare le famiglie anche al fine di ridurre al minimo i fattori di rischio nei quali gli abusi tendono maggiormente a presentarsi, riducendo così anche le necessità per cui provvedere agli allontanamenti.

 

Al Parlamento

Migliorare il funzionamento della magistratura minorile, specializzazione dei magistrati, tempi contenuti e certi.

 

- Forse sarebbe il caso di dedicarci qualche attenzione in più, in quanto l’argomento non è certo di quelli che si possono ridurre in poche righe né per l’importanza né per la complessità.

 

Richieste come intervento urgente:

Al Governo

Linee guida nazionali per criteri sulle diverse tipologie di accoglienza residenziale, standard di qualità, modalità di controllo.

 

- In assenza di controllo sul circuito dell’allontanamento ogni prescrizione rimane inutile, ma le resistenze ai controlli sembrano nascere appunto dal circuito dell’allontanamento arrivando persino a negare l’assenza dei controlli. Su questo argomento abbiamo sollecitato anche la Autorità Garante infanzia ed adolescenza che, dopo avere promesso un intervento in tempi brevissimi, ha interrotto ogni rapporto di confronto.

 

Alle Regioni

Garantire il pagamento adeguato e puntuale delle rette di inserimento nelle comunità da parte di Comuni ed ASL. Rinforzare l’istituto dell’affido familiare utilizzandolo in modo appropriato al fine di prevenire il rischio di ulteriori fallimenti. Sostenere le adozioni di bambini gravemente traumatizzati con adeguati sussidi economici, spazi relazionali, programmi di supporto psicologico.

 

- Non sarebbe forse prima il caso di accertare quanti dei minori allontanati hanno davvero necessità di allontanamento e, sulla base di questo, quante comunità hanno davvero motivo di essere finanziate, dando magari priorità al sostegno alle famiglie quantomeno per ridurre il rilevantissimo rischio per i minori derivante dalla indigenza? Sugli stessi presupposti, ottimizzando le risorse si rinforzerebbe l’istituto dell’affido permettendo anche di riservare maggiore sostegno ai bambini realmente e gravemente traumatizzati.

 

Ai media

Promuovere una cultura che non amplifichi in modo strumentale  le drammatiche vicende di vita di bambini e adolescenti segnati da gravi problemi nelle loro famiglie. La ricerca spasmodica di colpevoli, persecutori, vittime e salvatori possono certamente riempire la pagina di un giornale o suscitare indignazione in un servizio televisivo, ma non rappresentano mai la complessa vicenda di relazioni difficili, spesso segnate da violenza, che vanno comprese e non manipolate con semplificazioni a volte terribili.

 

- Perfettamente d’accordo se la “promozione di una cultura che non amplifichi in modo strumentale le drammatiche vicende di vita di bambini e adolescenti segnati da gravi problemi nelle loro famiglie” interessa anche lo sfruttamento della esistenza di situazioni di gravissimo disagio per promuovere iniziative che, con la scusa della prevenzione, portano alla inutile istituzionalizzazione di minori, compromettendone irrimediabilmente la stabilità, ed inserendoli in un circuito che può lucrare sulla definizione del disagio. La esposizione spasmodica alla ricerca di mostri viene spinta proprio da alcuni soggetti in diretto contatto con una certa Magistratura e, a fronte di denunce dettagliate e complete su abusi negli allontanamenti, sono proprio gli addetti ai lavori a negare ogni accertamento dietro la scusa della privacy, permettendo semplificazioni, manipolazioni, ed il costante ripetersi di abusi inaccettabili dalle conseguenze devastanti per minori e famiglie. Piuttosto che proclami bisognerebbe dunque piuttosto operare dei fatti.

 

  • Samantha Tedesco – SOS VILLAGGI DEI BAMBINI ONLUS

Le famiglie di origine dei minorenni allontanati

 

19.500 famiglie di origine interessate dagli allontanamenti (dati Istituto degli Innocenti)

Orfani 1% , famiglia non composta da genitori 2% , famiglie monogenitoriali 11% , altro (almeno un genitore ed altre figure) 31% , famiglie con entrambe i genitori 56%.

 

- A parte il totale del 101% e sempre che non siano da presentare in maniera più chiara, i dati sembrano presentare una realtà decisamente drammatica sulle condizioni familiari dei bambini soggetti alle procedure, quasi tutti con almeno un genitore e più della metà con entrambe.

 

18% coppie straniere, 21% padri e 29% madri; occupati 53% padri e 19% delle madri.

 

- Anche in questo caso, sempre in assenza di ulteriori chiarimenti, parrebbe risultare una altissima percentuale di famiglie indigenti tra quelle coinvolte nelle procedure.

 

Motivi principali di allontanamento:

37% inadeguatezza genitoriale, 12% abuso sessuale + maltrattamento ed incuria + violenza assistita, 9% dipendenze dei genitori, 8% problemi di relazioni all’interno della famiglia.

 

- Il totale presentato è del 66%, dall’elenco manca dunque un buon 34% di dati; l’inadeguatezza genitoriale viene presentata come estremamente grave ma la stessa superficialità della definizione può chiarirne anche la gravità. Non a caso, gli addetti ai lavori sono soliti citare ripetutamente sempre le stesse casistiche di abusi sessuali, maltrattamenti fisici gravissimi, munchausen, che rimangono costantemente rilevati su percentuali totali del 12%che in questo caso sembra addirittura comprendere anche la violenza assistita; agghiacciante il dato sui problemi di relazione all’interno della famiglia legati agli allontanamenti.

 

Motivi secondari:

Nel 16% dei casi l’abuso è una concausa (abuso, maltrattamento, incuria, violenza assistita), nel 37% dei casi sussiste marginalità socioeconomica che tuttavia NON E’ motivo di allontanamento in base alla legge 149/2001.

 

- Pare si confermi ancora l’altissima percentuale di indigenza tra le famiglie coinvolte. Seppur venga precisato che la legge sottolinea specificatamente come l’indigenza NON DEBBA ESSERE motivo di allontanamento, le linee guida predisposte in accordo tra Comuni, Regioni, Enti, FF.O., ASL, Servizi Sociali ed in collaborazione con una delle Associazioni che hanno presentato il Manifesto, prevedono l’indigenza economica tra i fattori di rischio di abuso che devono indurre in sospetto gli operatori nel presentare una segnalazione.

 

Permanenza in contesti di accoglienza:

65% problema sanitario proprio o 59% dei genitori, 53% orfano di uno od entrambe i genitori, 62% genitori con problemi di dipendenza, 53% situazioni di inadeguatezza genitoriale.

 

- I dati sulla permanenza, così presentati, si prestano poco a qualsiasi trattazione; ci si potrebbe interrogare sul perché un bambino orfano resterebbe in permanenza invece di essere accompagnato all’adozione, come anche sui tempi del perdurare delle situazioni di cosiddetta e non meglio definita inadeguatezza genitoriale.

 

Consensualità dell’accoglienza

31% consensuale, 69% giudiziale (forzosa).

 

Contatti con le famiglie

91% contatti regolari con i familiari (50% protetti, 49% liberi), 9% nessun contatto con padre e madre.

 

- Ancora una volta ci troviamo davanti dati poco significativi in assenza di ulteriori specificazioni come ad esempio la frequenza degli incontri che andrebbe anche ad identificare, in presenza di progettualità, quale attività verrebbe svolta per aiutare le famiglie a superare i disagi e le difficoltà sulle competenze genitoriali. Con percentuali così alte di accoglienza consensuale dovrebbero anche essere sensibilmente ridotte le resistenze delle strutture e le difficoltà sul monitoraggio e sull’accertamento delle condizioni indispensabili perché gli allontanamenti siano giustificati.

 

  • Federico Zullo – Agevolando, Marco Giordano – Progetto famiglia

La comunità è una casa, non un istituto ma un luogo pensato per una dimensione familiare.

 

- La comunità è una comunità.

 

Gli educatori sono professionisti.

 

- Forse, ma non basta certo ripeterlo per trasformarlo in realtà; nelle comunità comunque non sempre si trovano degli educatori, men che meno in possesso dello specifico titolo di studio. Dato che è di questo ambito che si sta parlando forse sarebbe il caso di ricordarlo. Per accertarlo, inoltre, basterebbe decisamente poco ma neanche questo viene fatto.

 

Le comunità stanno vivendo un momento di particolare difficoltà a causa delle riduzione delle risorse.

Per favorire il superiore interesse dei bambini e degli adolescenti è necessario che l’organizzazione strutturale, l’impostazione familiare e la presenza educativa siano adeguatamente garantiti.

 

- Quasi tutti stanno vivendo un momento di particolare difficoltà comprese le famiglie alle quali vengono allontanati i bambini, che vengono rinchiusi in comunità che stanno vivendo un momento di particolare difficoltà, e che per favorire il loro superiore interesse avrebbero necessità di adeguate garanzie. Che, a quanto pare, non hanno.

 

Analisi dei costi di gestione, livelli minimi per garantire qualità:

 

? Il costo per sostenere adeguatamente un bambino a quanto ammonta?

R: Costi del personale in comunità con 8 dipendenti

    Estratto Manifesto "5 buone ragioni per accogliere i bambini che vanno protetti"
    Costi del personale.

 

Risultato = 118,67 bambino / giorno.

 

Altri costi aggiuntivi

     Estratto Manifesto "5 buone ragioni per accogliere i bambini che vanno protetti"
     Altri costi aggiuntivi.

 

Risultato = 151,55 bambino/giorno (personale 78% del totale)

 

- Dai dati presentati appare evidente che il costo più rilevante sia quello del personale, così come si può anche rilevare che un generico “amministrativo” riceverebbe una remunerazione più elevata rispetto ad un educatore che dovrebbe essere “professionista”. Tale remunerazione viene valutata in 18,00 euro/ora. Basta osservare la busta paga di un educatore professionale per ricavare tale dato, che risulta calcolato in 6,86 euro/ora cioè quasi un terzo di quanto valutato. Già in precedenza, inoltre, si è considerato sulla scarsissima presenza di educatori professionisti, scalzati da catechiste, operatori pluriservizio e volontari di ogni genere, figurarsi se con presenza in coppia. Tale dato dunque sembrerebbe esponenzialmente sovrastimato di quasi 3 volte. Su tale differenza, il totale calcolato di spese per il personale escludendo ulteriori multipli sulle stime, sarebbe non più di 118,67 euro/bambino ma appunto un terzo, cioè di circa 40 euro/bambino.

 

      Documentazione interna: busta paga di un educatore.

Documentazione interna di busta paga Educatore Professionale con titolo.

 

Costi che possono essere ridotti

Immobile, tramite proprietà o comodato d’uso (-6,16 euro/giorno); spese sanitarie, scolastiche, vacanze, tempo libero e sport a carico del Servizio Sociale (-3,76 euro/giorno); coordinatore considerato educatore in fascia 9/12 (- 6,00 euro/giorno), altre come auto, abbigliamento, accompagnamenti, tramite donazioni, raccolte fondi, supporto di volontari (-10,00 euro giorno).

 

Pertanto si può calcolare – 26,00 euro al giorno (il totale calcolato sarebbe però di –29,92 euro/giorno) e dunque range giornaliero tra 125 e 151 euro / giorno per bambino.

 

- Soprassedendo su quello che sembra più la minaccia di un miserabile ricatto trasversale contro dei bambini piuttosto che il risultato su calcoli di spese, da quanto rilevato sui costi sempre senza valutare la possibilità nella presentazione di ulteriori multipli, e considerando che chi li propone non voglia smentire i propri stessi dati,  si potrebbe ottenere un già più ragionevole costo standard di 42,96 euro/giorno. La maggior parte degli immobili, se non la totalità, sono solitamente appunto in condizione di comodato. Riguardo a spese sanitarie, scolastiche, vacanze, tempo libero e sport, abbigliamento, è corretto indicare come ci sia stato segnalato che vengono richieste ai genitori, a pena del mancato esaudimento del bisogno del bambino in caso di rifiuto di elargizione; in questi casi, pertanto, il benessere supremo sembrerebbe poter essere soggetto alla disponibilità del genitore considerato inadeguato.

 

Viene puntualizzato che a causa della contrazione delle risorse e del ritardo nei pagamenti molte comunità hanno chiuso, altre stanno chiudendo, altre ancora hanno il bilancio in negativo; questa particolarità interesserebbe il 70% delle strutture emiliane, e gli educatori in Campania ed in particolare a Napoli non riceverebbero lo stipendio da più di 30 mesi!

 

- Ovviamente viene da chiedersi: come mai allora vengono aperte continuamente nuove strutture in un mercato così depresso? Dove sono finiti i bambini ospitati nelle comunità che hanno chiuso? Si stanno prevedendo alternative tra cui il rientro in famiglia per il supremo benessere degli ospiti delle comunità che stanno chiudendo almeno nei casi in cui i genitori lo hanno richiesto? E’ stato considerato che delle strutture con il bilancio in negativo potrebbero essere inadeguate per i minori? Come vivono i figli degli educatori della Campania ed in particolare di Napoli che non ricevono stipendio da più di 30 mesi? Rischiano di finire ospiti nelle Comunità  per le quali lavorano gratis i loro genitori?

 

Rette medie (fonte CNCA e CNCM)

 

       Estratto Manifesto "5 buone ragioni per accogliere i bambini che vanno protetti"
       Rette medie strutture di accoglienza.

 

? Come fanno allora le comunità?

R: Raccolta di fondi e donatori privati.

 

- Vista l’apparente inaffidabilità dei dati non ha senso commentare questa osservazione, aggiungendo al massimo che in presenza di raccolta di fondi e donazioni, che peraltro dovrebbero essere unica fonte di sostentamento almeno per tutte le strutture inquadrate come ONLUS che NON POSSONO ESERCITARE PRESTAZIONI A PAGAMENTO,  l’eventuale importo riconosciuto a compensazione delle spese dovrebbe essere ancora inferiore.

 

? Dove si rischia di intervenire?

R: Personale con contratti precari e stipendi bassi che determina riduzione qualità; casa con ridotta manutenzione ed arredamento; abbigliamento al minimo con trasandatezza ed emarginazione; scarse attività sportive e culturali con conseguente emarginazione; annullamento delle vacanze; acquisto di alimenti di scarsa qualità.

 

- Ancora viene confermato l’andamento verso uno stato di inadeguatezza delle strutture che ospitano i bambini che dovrebbero essere sostenuti insieme alle loro famiglie per superare delle carenze genitoriali.

 

Retta media nazionale ipotetica

100 euro / giorno, 365 giorni, 14.991 minorenni = 547.000.000 euro.

Con adeguamento retta

151 euro / giorno, 365 giorni, 14.991 minorenni = 826.000.000 euro.

 

- Come già calcolato: base di un ragionevole costo standard di 42,96 euro/giorno, 365 giorni, 14.991 minorenni = 235.064.876 euro. Potrebbero dunque essere dispersi 311.935.124 milioni di euro? E tutte le donazioni? Abbiamo una Ragioneria Generale dello Stato, ha mai notato nulla su queste spese?

 

? l’'affidamento familiare è sempre preferibile all'’inserimento in comunità?

R: NO! sono due interventi complementari in quanto vi sono problematiche che rendono più adeguato l’inserimento in comunità come le vittime di abusi sessuali e maltrattamenti gravissimi.

 

- 12% dei casi, compresi quelli che interessano violenza assistita. Inutile aggiungere altro in quanto, mentre potrebbero essere dispersi 311.935.124 milioni di euro più tutte le donazioni, su certe abitudini nel citare solo casi gravissimi che ricoprono però una quota marginale si è già trattato.

 

? L’'affidamento familiare è meno costoso?

R: NO! Nella fase di start-up può essere addirittura più dispendioso a causa del costo dei servizi di affidi.

 

- Certo, ma in tutte le altre fasi? “è necessario investire sui bambini per suscitare future generazioni capaci, produttive e di valore; è soprattutto nella prima infanzia, dove la famiglia gioca un ruolo chiave, che si formano le abilità cognitive e le competenze per un adeguato sviluppo economico e sociale”. JAMES HACKMAN, Premio Nobel per l’economia, economista e psicologo. Ops, era stato già citato.

 

- Politica, Magistratura, Corpo di tutela delle finanze, Autorità di Garanzia, che ne dite? indaghiamo?

 

Presentazioni Manifesto "5 buone ragioni per allontanare i bambini che vanno protetti" pubblicate su:
Presentazioni Manifesto


 

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Commissione Infanzia
Convegno “Affidamento temporaneo: Abuso o Tutela?”
Giovedì 13 Febbraio 2014 ore 10:00 Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio

Link video: http://webtv.camera.it/archivio?id=4937

Ripartizione video e principali argomentazioni trattate negli interventi.

 

00:00:00 - On. Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza, relazione introduttiva

 

00:04:00 - Pausa

 

00:00:29 - Ripresa lavori On. Brambilla, proseguimento presentazione

- da risposta interrogazione parlamentare Viceministro Guerra: 100 euro/mese retta media, 30.000 Minori;

- inserita in un quadro di generale sottovalutazione del problema da parte del Governo;

- ogni bambino tolto ai genitori rappresenta la certificazione del fallimento dello Stato;

- il sistema delle case-famiglia ed il loro ruolo, certo essenziale nella accoglienza dei minori, sono stati oggetto di particolare attenzione critica negli ultimi anni;

- risoluzione delle criticità;

- proposta di legge che mira a realizzare una forma di efficace controllo con istituzione di Osservatorio Nazionale dotato di opportuni poteri.

 

00:50:00 - Massimo Rosselli del Turco  (A.le F / Colibrì)

- i veri delinquenti hanno sconti di pena, i genitori no (dalla lettera della mamma di Valentina)!

- descrizione dell’allontanamento di Valentina;

- qualcuno si chiede cosa provano i bambini?

- bisogna che queste cose si sappiano;

- obbligatorietà, diffusione e presentazione della carta dei Servizi Sociali (nel Lazio rilevata solo in 3 Comuni);

- il problema non è quanti bambini ma come ci arrivano, non ci sono linee guida;

- il ruolo del servizio sociale è qullo di aiutare, non dovrebbe portare via il bene più prezioso per una famiglia.

 

01:10:00 – Giovanni Fulvi (CNCM Coordinamento Nazionale Comunità per Minori)

- dati di 70 euro/giorno in media per un bambino, si spende di più in albergo;

- non ci sono sanzioni per il mancato rispetto dei requisiti minimi;

- 15.000 in comunità, le Procure hanno i dati ma non li trasmettono;

- le schede vengono inviate dalle strutture alle Procure, Servizi Sociali, Autorità Garante Infanzia;

- Ente deputato al controllo: la Procura;

-  alcune comunità non ricevono ispezioni di alcun tipo da più di un anno;

- non sono né il Giudice tutelare né il Giudice minorile ad inserire in struttura ma i Servizi;

- gli invii diretti sono censurati;

- chi gestisce comunità non può avere incarichi di Giudice onorario;

- mancano gli interlocutori.

NOTA della Associazione

Competenze strutture da delibere a titolo esemplificativo: euro 80 + iva (Roma); euro 105 + iva (VA); euro 90 (LE); euro 124 + iva (AL); euro 100 + iva (TO) + compenso orario educatore; euro 175 (PT); euro 250 (NO) o 340 mamma e bambino; euro 160 (LC) bambino 50% e mamma; euro 410 (CN) descrizione vaga; euro 85 (PA); euro 400 (CT) manca n. bambini; euro 11.700.000 (TO) annuale per inserimento minori in presidi accreditati e non accreditati, più ulteriori 1.900.000 Servizio di educativa territoriale determinazione di affidamento, dunque presentati come prevenzione all'allontanamento ma sempre destinati alle cooperative di comunità ricettive.

 

1:22:00 Cristina Franceschini, avvocato (Commissione “Finalmente Liberi”)

- in alcuni Tribunali anche 100 provvedimenti a settimana, sulla base di un Regio Decreto del 1934;

- punte di costo di 400 euro al giorno, totale assenza di progettualità;

- il genitore che chiede informazioni sul figlio finisce per essere accusato come “disturbante”;

- gli allontanamenti sono decisamente troppi;

- dalle ricerche riscontrati 110 Giudici onorari incompatibili;

- eliminazione dei Giudici onorari dalla fondazione delle comunità;

- conflitto / incompatibilità anche di CTU che operano in strutture;

Durante l’intervento, nella trattazione dell’argomento dei conflitti di interesse e delle incompatibilità, Giovanni Fulvi (presidente CNCM) interrompe invitando a denunciare, si alza apparentemente irritato ed abbandona la postazione tra i relatori.

 

1:44:00 Fabio Nestola (Presidente FENBI – Adiantum)

- un sistema così operante è destinato alla risoluzione di esigenze?

- non esistono criteri certi per allontanare ed istituzionalizzare i minori;

- fumosità della "incapacità genitoriale";

- illogicità nel pagare a qualcuno quote spropositate per il mantenimento di minori nei casi di indigenza;

- inadeguatezza “selettiva”: stessi genitori idonei per un figlio ma non idonei per gli altri due;

- dovrebbe essere sufficiente schiacciare un tasto per avere in tempo reale informazioni certe, l’aleatorietà dei dati non permette analisi;

- i dati non ci sono perché non si vogliono avere;

- nei censimenti mancano i dati di bambini che transitano dalle strutture ma non sono presenti nei giorni di rilevamento;

- se si interviene, farlo nell’ottica di un reale e completo interesse  del minore, non interventi parziali ma totali per tutte le carenze.

 

01:52:00 Francesco Miraglia, avvocato (PSF Onlus)

- chi controlla i controllori?

- strutture e case-famiglia gestite da pluricondannati;

- il problema sta all’interno dei Tribunali per i Minorenni;

- contraddittorio minimo, automatismo tra relazioni Servizi Sociali, richieste procedure, provvedimenti;

- se c’è una normativa, come succede?

- decreti immediatamente attuabili per provvedimenti inappellabili per anni;

- pretese assurde degli operatori;

- da cosa sono giustificati i trasferimenti interregionali se non da motivi politici e finanziari?

 

01:59:00 Federico Zullo (Presidente “Agevolando”, frutto di chi ha vissuto esperienze di tutela - 200 ragazzi)

- sistema di monitoraggio ed analisi già presente (ma è comunque una cosa importantissima);

- si stanno interrogando sulle possibilità di miglioramento;

- recente sondaggio tra ex ospiti e loro richieste: sensibilizzazione dell’opinione pubblica su case-famiglia ed affido, gli ospiti non sono tossici o problematici psichici ma persone senza famiglia, superamento delle discriminazioni in quanto non sono orfani né abbandonati né strappati alle famiglie come vogliono fare credere le campagne mediatiche;

- esistono esperienze di cattive risposte e persone che abusano anche nei contesti di accoglienza, ma per quanto li riguarda sono casi limite;

- secondo loro la permanenza in struttura è tutela e non abuso;

- perché quando ci sono sospetti non si fanno controlli mirati?

- perché non esiste un sistema di controllo omogeneo in tutto il Paese?

- come possono essere considerati così facili gli allontanamenti se non esistono nemmeno le risorse per sostenere i loro progetti?

- vorrebbero che certi accadimenti non divenissero lo strumento per delegittimare l’impegno che tanti investono per aiutare, non è giusto generalizzare;

- il loro punto di vista  può essere utile;

- tra i componenti dell’osservatorio mancano i ragazzi;

- famiglie di orgine devono essere monitorate ed aiutate in maniera che al rientro possa essere rtrovato un ambiente idoneo;

- nelle famiglie accadono cose non dovrebbero succedere, anche in quelle affidatarie, nelle comunità e nelle case-famiglia;

- presentazione di propria proposta per disegno di legge;

- pretendono maggiori diritti e facilitazioni nel trovare casa e lavoro (disegno legge Amati);

- seguono varie richieste di agevolazioni;

- succedono tante cose che non dovrebbero succedere, dicono tante cose che funzionano

- non pretendono di rappresentare tutti ma di conoscere tutti gli aspetti di chi lo ha vissuto;

- per la loro conoscenze le esperienze negative sono casi limite.

NOTA della Associazione

Pur apprezzando il lodevole operato e la missione del relatore, non si possono tralasciare alcune agghiaccianti considerazioni: soffermandosi sulla richiesta di "non generalizzare" le osservazioni sembrano invece evidenziare una prepotente propensione allo stile ambiguo ed alla generalizzazione tipica degli operatori che operano nelle strutture e con le strutture.

L'espressione più volte ripetuta di "casi limite" è, ad esempio, estremamente vaga ed inserita nel contesto in maniera, per l'appunto, apparentemente ambigua.

Tutti i casi di abuso sono casi limite, o almeno si spera che lo siano; che significato bisognerebbe dunque darne? (se ad esempio potesse essere "casi isolati", in base a quali dati viene presentata una simile considerazione?)

Alla stessa maniera, la considerazione di un "sistema di monitoraggio già presente", come se funzionasse e ci fossero dei dati (che non ci sono) che informazione dà?

Sin dall'inizio si pone quella che sembra appunto una prepotente generalizzazione tra gli ex ospiti rappresentati (circa 200 secondo quanto presentato), la totalità degli allonanati (circa 40.000 stimati) e le campagne mediatiche per i minori vittime di abusi nei procedimento di allontanamento: se gli ex ospiti che rappresenta non fanno parte di questa categoria, per quale motivo si sente tirato in causa? non viene il sospetto che semplicemente le campagne non fossero rivolte a loro, che evidentemente non soffrono di questo problema?

Se, per gli ex ospiti, la permanenza è tutela e non abuso, è appunto per quanto già appena precisato: evidentemente, questi non fanno parte della categoria a cui ci si riferisce.

Perchè ed a che fine, allora, generalizzare?

Alle domande sui controlli ha già praticamente risposto Fabio Nestola, come per i dati: semplicemente non si fanno perchè non si vogliono fare!

Verrebbe anche da chiedersi come possa sostenere contemporaneamente che esista un monitoraggio ma non dei controlli.

L'osservazione sugli "allontanamenti facili" potrebbe addirittura risultare imbarazzante: cosa hanno a che vedere la disponibilità delle risorse con la facilità di alcuni allontanamenti? non rimane comunque una proporzione tra l'aumentare dei contributi e l'aumentare degli allontanamenti?

Quasi inutile soffermarsi sul particolare che, se gli allontanamenti fossero limitati a quelli motivati, eliminando quelli inutili o potenzialmente derivanti da forzature, i fondi rimanenti per il minor numero di allontanamenti giustificati potrebbero essere suddivisi più equamente, evitando gli sperperi, e ad ogni ospite spetterebbero risorse maggiori. Questo sempre se i fondi venissero davvero destinati per i bambini  (ulteriore particolare sul quale ci sarebbe molto da approfondire sia per quanto riguarda le strutture, che nonostante i contributi chiedono partecipazione economica alle famiglie dei bambini sottratti, che a loro volta potrebbero vivere da benestanti anche senza lavorare con i soli contributi anche minimi che vengono elargiti ad una struttura per un solo bambino, che  che per quanto riguarda le famiglie affidatarie).

E' indubbio che tra i componenti dell'osservatorio manchino i ragazzi: quelli che stanno soffendo di abusi degli allontanamenti, però, non mancano perchè non invitati ma perchè non possono intervenire, come non hanno mai potuto farlo in alcuna sede.

Al loro posto ci sono persone che si sacrificano, cercando di rappresentarli al meglio e di rivendicare i loro diritti.

Se gli ex ospiti rappresentati non rientrano nella categoria delle vittime di abusi giudiziari in procedure di allontanamento, non è certo colpa dei bambini che una famiglia ce la hanno e vorrebbero tornare a casa.

Appunto perchè non giusto generalizzare, soprattutto a spese di questi bambini, sarebbe inopportuno che certe occasioni venissero sfruttate per proprie rivendicazioni personali e divenissero lo strumento per delegittimare l’impegno che tanti investono per aiutarli in questa rara occasione che si è presentata.

 

02:11:00 On. Michela Brambilla

- prossimo secondo confronto;

- più si riesce a portare un tema all’attenzione del Paese intero, nel suo complesso, più la politica e le Istituzioni saranno portate ad essere sensibili e ricettive;

- importante dunque dare spazio a questi argomenti;

- necessità di disciplinare spazi che oggi sono, in tutta evidenza, affidati a vuoto normativo che produce uno spontaneismo che può risultare pericoloso.

NOTA della Associazione

Per quello che il nostro parere può contare, pare ci stia confrontando in maniera seria e su presupposti validi.

Ci pare però di rilevare una gravissima carenza, quantomeno su una significativa domanda correttamente presentata dall'Avvocato Miraglia: se c’è una normativa, come succede?

Come mai gli operatori praticano procedure non previste dalla normativa?

Che procedure applicano?

La risposta c'è: applicano dei PROTOCOLLI! 

I protocolli attuativi firmati da Comuni e Regioni non aderiscono nè alla normativa nazionale nè alle Convenzioni internazionali!!!

Bisognerebbe allora chiedersi perchè vengono firmati, come, da chi, da chi sono predisposti in maniera da aggirare Leggi e Convenzioni, e perchè questo viene permesso.

Non si alteri dunque, dottor Fulvi, per le osservazioni dell'Avvocato Francheschini: per capire perchè degli abusi giudiziari diventano allontanamenti legali, delle denunce non sono sufficienti, nè risolverebbero il problema; ancora meno, ovviamente, se presentate ad altri Giudici colleghi, ed amici, di quelli che hanno permesso e tollerato gli abusi!

Ed in più, mi perdoni, ma chi è che, avendo una casa ed una famiglia accoglienti, vivrebbe in albergo?Ancora degni di nota alcuni altri particolari: dalle nostre ricerche non è chiaro neanche se tutte le famiglie affidatarie siano a conoscenza dell'esistenza dei rimborsi e chi li riceva, potenzialmente potrebbe anche essere possibile che chi accoglie, in buona fede, mantenga l'affidamento a sue spese, e le associazioni che curano la parte amministrativa trattengano i contributi senza che al bambino arrivi nulla.In più, sempre secondo i protocolli locali, per aprire strutture fino a 25 bambini (praticamente una classe intera), si eludono tutta una serie di controlli tra i quali quelli per la sicurezza e si può aprire immediatamente con una semplice autocertificazione.Ovviamente anche in questo caso parliamo di perplessità documentate.

Non dimentichiamoci inoltre che non tutti gli affidamenti sono temporanei, non tutti i bambini tornano a casa.

Free Marcel Onlus

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Dura interpellanza sulle case-famiglia
e gli allontanamenti facili!

 

L'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, presenta la lunga e dettagliata interpellanza bipartisan, di cui è prima firmataria, depositata ieri per chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della Giustizia, al Ministro dell'Interno di realizzare un censimento delle cosiddette case-famiglia, di istituire un registro degli affidamenti temporanei, di monitorare le condizioni dei minori in queste comunità, di render noto il numero di inchieste penali in corso a carico di gestori o operatori di tali strutture e le relative ipotesi di reato, di disincentivare il fenomeno dei cosiddetti "allontanamenti facili" dei minori dalla famiglia d'origine.

L'articolo:

(AGENPARL) - Roma, 16 gen - Segnalazioni e denunce di sospetti maltrattamenti o abusi su minori, bambini ospitati in case-famiglia dalle condizioni igieniche intollerabili, allontanamenti "troppo facili" dai nuclei familiari, fiumi di denaro pubblico speso senza trasparenza.

"E' ora di vederci chiaro e, laddove emergano anomalie o fatti ancora più gravi, di dire basta". Così l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, presenta la lunga e dettagliata interpellanza bipartisan, di cui è prima firmataria, depositata ieri per chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della Giustizia, al Ministro dell'Interno di realizzare un censimento delle cosiddette case-famiglia, di istituire un registro degli affidamenti temporanei, di monitorare le condizioni dei minori in queste comunità, di render noto il numero di inchieste penali in corso a carico di gestori o operatori di tali strutture e le relative ipotesi di reato, di disincentivare il fenomeno dei cosiddetti "allontanamenti facili" dei minori dalla famiglia d'origine. "Alla commissione – spiega la presidente Brambilla – arrivano continuamente segnalazioni e denunce su allontanamenti di minori dalle famiglie, troppo spesso disposti all'esito di analisi frettolose di separazioni conflittuali o di difficoltà economiche familiari, o sulle condizioni igienico-sanitarie di alcune case famiglia o peggio ancora su casi di maltrattamenti ed abusi in quel contesto. E' tempo di fare chiarezza non soltanto sulle situazioni particolari, delle quali già si occupa la magistratura, ma su tutto un sistema caratterizzato, nel complesso, da poca trasparenza e troppa discrezionalità. Sia chiaro: le residenze protette possono rappresentare una risorsa importante per la tutela del minore in difficoltà, a condizione che la sua permanenza venga gestita, contrariamente a quanto avviene i molti casi, con trasparenza e sulla base di precisi criteri". L'allontanamento del minore dalla sua famiglia dev'essere realmente l'extrema ratio. "Di per sé – ribadisce con forza la presidente della commissione - le condizioni di indigenza non possono impedire o ostacolare l'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. L'allontanamento è la certificazione di un fallimento dello Stato: invece di aiutare, con risorse o servizi adeguati, la famiglia e il minore che ci vive, la mano pubblica rischia di peggiorare le cose negando a un bambino il diritto di crescere tra i suoi, garantito dalle convenzioni internazionali, e creandogli un trauma probabilmente indelebile. Occorre invece sostenere la genitorialità con programmi di supporto e dare maggiore e migliore ascolto al minore stesso". In sostanza gli interpellanti, che appartengono a quasi tutti i gruppi politici, chiedono un censimento finalizzato alla rilevazione esatta delle residenze protette presenti su tutto il territorio; un sistema di rilevazione sistematica dei dati sulla condizione dei bambini fuori famiglia ed un monitoraggio periodico sulle strutture residenziali di accoglienza, istituendo un apposito registro degli affidamenti temporanei; se risultino indagini penali in corso al fine di accertare eventuali negligenze, responsabilità o comportamenti illeciti dei gestori e degli operatori; nuovi e più rigorosi meccanismi di controllo, anche attraverso organismi indipendenti, per garantire la sicurezza e la protezione dei minori nelle comunità; verifiche periodiche sulla sussistenza delle condizioni di idoneità e agibilità dei luoghi adibiti a casa famiglia e dei requisiti di legge; misure tempestive "per rendere trasparente la gestione dei fondi pubblici stanziati per l' accoglienza dei minori nelle strutture residenziali"; provvedimenti per superare l'attuale frammentazione delle competenze e per una migliore distribuzione delle risorse sul territorio. Soprattutto, i ministri sono chiamati a pronunciarsi sull'opportunità, "nell'ambito di una generale riflessione sullo stato delle politiche sociali e familiari in Italia, di ridefinire i ruoli e le competenze di chi è deputato alla tutela del minore fuori dalla famiglia (il giudice tutelare e gli assistenti sociali in primo luogo) al fine di migliorare le procedure di affidamento familiare e disincentivare la odiosa prassi degli allontanamenti "non giustificati" e i continui "spostamenti" dei minori da una struttura all'altra, nonché di favorire programmi di supporto a sostegno della genitorialità da attivare all'interno della famiglia stessa, incentivando l'ascolto del minore interessato". Le case famiglia sono comunità di tipo familiare dove la legge 184/1983 prevede che possa essere temporaneamente inserito il minore, privo di un ambiente idoneo, per garantirgli il mantenimento, l' educazione, l' istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno.Nel nostro Paese, durante la fase pre-affidataria, i bambini o ragazzi "fuori famiglia" (si calcola ve ne siano circa 30 mila) vengono spesso accolti in questo tipo di strutture, con sede in civili abitazioni, per la durata dell'impedimento o del periodo di difficoltà, con l'obiettivo principale di trovare successivamente una collocazione familiare.

Fonte: AGENPARL

17 gennaio 2014 

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Giù la maschera!
 

Sicurezza Garantita!

I bambini, sono al sicuro, hanno chi si occupa di loro e dei loro diritti, e possono trovare uno spazio ancora più sicuro all’interno degli Ambiti Protetti garantiti dalla Giustizia Minorile.

Questo è quanto Media ed Istituzioni ci ripetono continuamente da anni.

Da qualche anno sono ancora più sicuri perché al loro fianco è stata istituita la Autorità Garante Nazionale Infanzia ed Adolescenza con compiti e competenze precisi e ben chiari di ASSICURARE piena attuazione e tutela di diritti ed interessi dei Bambini, anche con forme idonee di consultazione sia degli stessi Bambini che di tutti i soggetti operanti nell’ambito della tutela e promozione dei diritti dei Bambini, comprese le Associazioni.

A questo fine sono stati conferiti alla Autorità Garante poteri significativi di accesso a dati ed informazioni procedendo a visite ed ispezioni comprendendo in queste possibilità gli uffici di servizio sociale e le comunità con possibilità di richiesta di accesso a banche dati ed archivi.

Proprio in considerazione di tali compiti e poteri è stato organizzato il Confronto del 04 Ottobre 2013 tra la Associazione “Free Marcel”e la “Autorità Garante Nazionale Infanzia ed Adolescenza” nella persona del Garante Nazionale Vincenzo Spadafora e dei suoi collaboratori diretti.

Da questo confronto sono scaturite promesse di approfondimento, impegni di attività immediate con tempi chiari e certi, preparativi di attività di accertamento future da concordare nei dettagli e nelle modalità di attuazione concordando in UN MESE il periodo adeguato per verificare insieme le attività realizzate e preparare quelle future.

Con quali risultati?

 

Entro il periodo concordato è stato possibile accertare immediatamente la prima attività che però non rientrava tra quelle concordate: il presidente della Associazione “Free Marcel”, organizzatore del Confronto, veniva bannato ed inibito dalle pubblicazioni sulla Pagina pubblica della Autorità Garante cancellando il dibattito pubblico dal quale era scaturito il confronto e per il quale l’Autorità Garante aveva anche cordialmente ringraziato.Contestualmente venivano cancellati tutti gli appelli pubblici per i bambini pubblicati in occasione del dibattito.Allo scadere degli impegni, i solleciti sull’adempimento di quanto concordato continuano a rimanere totalmente ignorati.

Balla coi topi

 

Nel frattempo, però, le attività della Autorità Garante Nazionale non si sono certo fermate e il 14 Dicembre 2013, appena un mese dopo la scadenza concordata, ecco presentarsi una occasione dedicata: gli “Stati generali sul Mal-trattamento dell’infanzia in Italia” organizzati, guarda caso, dalla organizzazione CISMAI

associazione che dalle informazioni reperibili sembra essere detentrice di una sorta di MONOPOLIO sulle consulenze giudiziarie che riguardano minori con proporzioni che vengono indicate come oltre il 90% del totale e, raffrontate con le dichiarazioni pubbliche dell’ormai ex Giudice Morcavallo

che ha denunciato una percentuale superiore al 90% di procedure inutili, potrebbero evidenziare indiscutibilmente la possibilità del coinvolgimento della totalità delle perizie realizzate da professionisti Cismai nella eventualità di una CONCRETA ATTIVITA’ DI ACCERTAMENTO SULLE PROCEDURE e sulla gestione dei centri che si occupano della PRIGIONIA dei Bambini allontanati.Dalle ricerche in nostro possesso, inoltre, potrebbe sembrare che la Autorità Garante nutra una particolare predisposizione al confronto in eventi con il coinvolgimento del Cismai.

Ma quali sono le dichiarazioni rilasciate all’evento dal Garante Nazionale Infanzia ed Adolescenza e pubblicate dal Cismai a supporto dei propri intenti?

Eccone un estratto specificatamente inerente all’argomento da noi trattato e relativo agli impegni presi in sede di confronto:

“Ma quale business? Io ho conosciuto comunità che stanno chiudendo. Per evitare che passino messaggi come questo, completamente sbagliati, è dunque necessario tenere alta la soglia della TENSIONE.”

“Non vorrei fare della facile ironia sul termine ‘abuso’, ma direi che si sta abusando fin troppo della pazienza degli operatori”

Riguardo ad ulteriori considerazioni del Garante:

“Io mi rendo conto che spesso mi ritrovo a parlare di infanzia con  interlocutori che non sono affatto competenti in materia. Si addebita alla crisi la mancanza di investimenti nel settore infanzia, ma la verità è che l’interesse in questo settore così delicato ed importante non c’èmai stato”

Non possiamo che essere d’accordo, invitando l’Autorità a scegliere meglio i propri interlocutori e dedicare interesse al settore con la delicatezza e l’importanza che merita.

Nel frattempo, i bambini, soffrono, pagano, ed aspettano.

Free Marcel Onlus

02 Gennaio 2014

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Tutti Daccordo!
 
 

Magari si fatica a crederlo, eppure esiste un argomento sul quale siamo tutti d’accordo.I bambini vanno ascoltati e tutelati ponendo come superiore il loro interesse, l’allontanamento di un minore deve sempre essere considerato solo ed esclusivamente come ultima soluzione a seguito di tutti gli interventi possibili volti ad evitarlo.

Le recenti cronache, eppure, continuano a proporci sempre più spesso appelli digenitori disperati che propongono appelli per i loro bambini, appelli che già da soli dovrebbero essere sufficienti a farci porre almeno alcuni interrogativi preliminari: come può conciliarsi lo stato di abbandono in cui questi bambini vengono dichiarati, con genitori attivamente impegnati nei disperati tentativi di riportare il proprio figlio nella sua famiglia? l’interesse superiore di un bambino può consistere in una famiglia sul lastrico ridotta in stato disofferenza umana e personale? che tipo di interesse dovrebbero avere questi genitori nel sacrificare tutte le loro risorse in tentativi così disperati di riportare a casa un bambino di cui non avrebbero avuto cura e quali sono gli interessi contrapposti ai loro sacrifici?

Le denunce pubbliche sulla esistenza di un presunto “business del minore” si sprecano, addirittura una specifica Commissione ed una Associazione dedicata si occupano dell’argomento.Ma perché questa necessità? Non esistono già realtà internazionali ed istituzionali?

Qui cominciano i dubbi.

Le Associazioni internazionali sicuramente conoscono l’argomento in quanto non mancano di proporre proprie pubblicità in occasione di eventi sul tema, ma almomento in cui ricevono gli appelli sembrano in generale interessarsi ad altro. Troppo impegnate all’estero nell’aiuto di migliaia di bambini in condizioni disagiate da salvare e magari trasferire in salvo in altri Continenti, tendono ad ignorare l’argomento magari limitandosi a poche dichiarazioni di rito: i bambini vanno tutelati! Siamo d’accordo anche noi!

Rinunciato all’aiuto di chi si propone come organizzazione tutelante, cosa rimane a questi genitori?

In Italia è stata istituita la figura della Autorità Garante Nazionale della Infanzia ed Adolescenza che proprio in questi giorni può festeggiare i suoi primi due anni di attività.Poco da festeggiare però per i bambini, ed in pochi sembra sappiano elencare il tipo di attività svolta: unica attività significativa sembra essere stata la pubblicazione della Relazione annuale al Parlamento per l’anno 2012 (la cui promozione e diffusione è costata alla Autorità una consulenza per 5.000 euro).Da una ricerca sui social network sui quali la Autorità Garante pubblica (frutto, pare, di consulenza per 28.000 euro) le attività più ricorrenti sembrano essere la recensione di programmi televisivi, la pubblicità della iniziativa editoriale sul giornalino Girolamo Stilton di un topo con le sembianze del Garante Nazionale  (si direbbe altra consulenza per altri 28.000 euro) a tiratura limitata e ricevibile solamente su richiesta (presentata dalla nosta Associazione, e per la quale non abbiamo mai ricevuto risposta), e l’iniziativa "I Have a Dream" (parrebbe frutto di ulteriore consulenza per ulteriori 28.000 euro) che si propone di diffondere sogni di ragazzi tramite video prodotti dalla Autorità e per la quale non si riesce ad intravedere altro ulteriore scopo al di fuori di quello puramente pubblicitario, soprattutto valutando la censura ripetutamente riscontrata sugli spazi network della Autorità Garante ai sogni spontanei di bambini veri straziati dall’allontanamento dalle loro famiglie, la condanna proprio della Autorità Garante contro lo sfruttamento delle immagini dei bambini (a quanto pare rivolta solo ad altri) ed il riscontro praticamente nullo ai ripetuti solleciti presentati riguardo agli impegni presi in sede di confronto.

In un ambito come questo non possono certo stupire le dichiarazioni pubbliche recentemente rilasciate dal Garante Nazionale riguardo alle strutture: “Ascoltare è il tema fondamentale in ogni rapporto con iragazzi”, “la maggior parte delle Comunità funziona, funziona bene, e quei casi isolati dove le Comunità non funzionano bisogna intervenire”.

Soprassedendo sul particolare che non esistono né dati né un monitoraggio, e dunque non è chiaro su quali risultati possano basarsi simili convinzioni, anche in questo caso siamo tutti d’accordo.

Ma allora, perché non si fa? E perché sinora non è stato fatto nulla?In questi presunti “casi isolati”, i bambini non sono degni di attenzione?Chi è, dunque, che ha abbandonato questi bambini?

Alcune risposte vengono da una altra intervista di qualche mese fa, nella quale dall’interno del sistema l’ormai ex Giudice Morcavallo, spinto alle dimissioni, non usa mezzi termini: “I bambini prelevati forzosamente entrano nel mercato degli affidamenti, delle adozioni!”, “Non sitratta di casi residuali! I minori allontanati, per lo più immotivatamente, sono circa 35.000!” Il Giudice cita la Magistratura ed il CSM quali Enti pericolosamente contaminati conformemente a precedenti dichiarazioni dell’ormai pensionando Giudice Mori.

Da che parte sta allora la tutela?Ad oggi l’unica Associazione che risulta sia riuscita a raggiungere le stanze della Autorità Garante sembra essere stata Free Marcel, portando intorno al tavolo una delegazione di genitori e tecnici per un Confronto nel quale sono stati concordati impegni ben precisi: una Commissione Giustizia Minorile con tempi e mandato certi, avvio immediato di monitoraggio con attività ispettiva delle strutture di accoglienza dei bambini, un approfondimento particolare sulle applicazioni delle Convenzioni internazionali in area Jugendamt e nei rapporti con le  autorità tedesche. In questa sede veniva specificatamene richiesta la posizione della Autorità Garante nei confronti dell’omicidio di un Bambino, il piccolo Federico, avvenuto in ambito protetto chiedendo chiarimenti sui riferimenti normativi dei dispositivi che regolamentano gli ambiti protetti anche in considerazione del premio che il Sindaco della città interesata, responsabile dunque del servizio sodciale di riferimento, a ricevuto proprio dal Garante Nazionale.

I tempi promessi però sono stati abbondantemente superati e l’Associazione non ha ricevuto alcuna conferma sul mantenimento degli impegni.Intanto Marcel, Anna Giulia, Leonardo e Nicolò, Cristian, Elisa, Aurora, Massimo,  Valentina, Riccardo, Mattia, Ruben, Rebecca, Aurora, Ivan, Elia, Davide, vogliono tornare a casa ed aspettano.. in memoria di Aurelio e Federico che non possono farlo più.

Così, gli accordi, cominciano a traballare.

 28 Dicembre 2013

Free Marcel Onlus - Genova

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Relazione Confronto

 

 

Lettera al Garante

Spettabile dott. Spadafora,

sono un'educatrice sociale di Ancona, ho esperienza pluriennale con minori, adolescenti e adulti in situazioni di disagio, ho lavorato in diverse Comunità e conosco la realtà delle Case Famiglia e delle Cooperative che gestiscono le varie strutture.

Conosco le norme in vigore che, sulla carta, tutelano e sostengono famiglie e minori. Ho testimoniato nelle Aule dei Tribunali per i Minorenni. Ho lavorato come consulente per Avvocati, organizzato conferenze, convegni e manifestazioni contro la malagiustizia familiare ed a favore dei diritti inalienabili dei Minori: Costituzione, Carta di Noto, Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, Codice Civile, normative e regolamenti.
Lo specifico affinché si comprenda che parlo con cognizione di causa.

Sono stata fortunata, per un periodo ho lavorato in una "Struttura residenziale per minori e mamme in difficoltà" con i frigoriferi pieni, riscaldamento e lavatrice funzionanti, lenzuola pulite, spazi ampi per giocare e un po’ di verde su cui correre.
Le altre che ho visitato e altre ancora di cui ho visto video e foto, sono però molto diverse: strutture in pessime condizioni, soprattutto igieniche. Quello invece era un posto accogliente e pulito, pieno di vestiti usati e giochi per bambini, in cui si svolgevano e organizzavano attività interne ed esterne, ludiche, educative e sportive, controllato da personale (operatori, responsabili, psicologi, volontari, tirocinanti) dotato di sensibilità e buonsenso. Nessuno però, a parte me, laureato come educatore.
La maggior parte delle comunità sono gestite da preti, suore, catechiste, intanto gli educatori titolati rimangono a spasso,  disoccupati o quando va bene a lavorare come babysitter.

Troppi bambini trascorrono l'infanzia sballottati da una famiglia all'altra (pensiamo ad affidatari o adottivi che risultano non idonei e rispediscono al mittente il "pacco" prelevato perché ritenuto ingestibile) o da una struttura all'altra (i centri se li contendono come merce preziosa), convivendo con almeno una decina di persone dalle problematiche varie, in ambienti non consoni, con tante figure che gli ruotano intorno, che appaiono e scompaiono (educatori precari). Troppi punti diriferimento e magari nessuno solido e stabile, costretti a vivere spesso situazioni spiacevoli o traumatiche (episodi di violenza che si verificano all'interno delle comunità, mamme che litigano, urlano e si aggrediscono,bambini che assistono e spesso si picchiano fra di loro, crisi di astinenza delle mamme tossicodipendenti, reazioni imprevedibili di chi è affetto da disturbi mentali).

In tutte le strutture che conosco, di cui leggo o mi è stato riferito, convivono utenti con le più disparate problematiche: ragazze madri con bimbi piccolissimi, mamme tossicodipendenti, mamme dichiarate affette da disturbi psichiatrici, mamme vittime di violenza, bambini abusati sessualmente, ragazzini con gravi patologie, neonati di 4 mesi abbandonati. Nel frattempo migliaia di coppie o singoli restano in biblicaattesa che le pratiche per l'adozione o l'affido si sblocchino, fra lungagginie complicazioni burocratico-giudiziarie.

L'equipe con cui ho lavorato durante quell'unica esperienza più o meno positiva, tentava di sopperire alla latitanza dei Servizi, ai silenzi del Tribunale, alle carenze dei familiari. Si cercava di dare il massimo per i piccoli ospiti, eppure nessun bambino era felice di "soggiornare" là. Nessuno.

I bambini non vogliono vivere chiusi in una struttura, cercano una casa e una famiglia. Se ce l'hanno vogliono stare con la loro famiglia, se non ne hanno ne vogliono una nuova, tutta perloro, che li ami e li rispetti, che li aiuti a recuperare la loro serenità. Non si accontentano né meritano surrogati.

La loro famiglia è problematica e pregiudizievole?

Lo Stato deve garantire sostegno, con interventi mirati, efficaci, tentando il tutto e per tutto per non sradicare il piccolo dalle proprie radici, per garantirgli una famiglia, in primis la propria!

Questo i bambini lo chiedono agli educatori,la notte, prima di addormentarsi e ai responsabili e agli psicologi durante i colloqui. Sanno già a 4 anni che "comandano i Servizi Sociali" e lo chiedono anche a loro, nelle rarissime occasioni in cui li vedono.

I Servizi quasi mai si recano nelle strutture in cui alloggiano i minori a loro affidati, non hanno tempo digirare per comunità o fare colloqui, dicono. Così per informare il Tribunale si affidano alle relazioni della struttura ospitante che arrivano dall'equipe. Immaginiamo che quelli che relazionano non siano professionisti competenti e di buon senso, cosa arriverà al Giudice? E su cosa si baserà la Sua sentenza?.

Spessola voce dei bambini non viene neanche ascoltata, figuriamoci riferita. Per non parlare di quando viene manipolata,strumentalizzata, falsificata.

I bambini implorano tutti di convincere i Giudici a rimandarli a casa, di permettergli di frequentare il più possibile papà e mamma o di vederli almeno nei giorni di festa, di poter riabbracciare il loro animaletto domestico ogli amichetti. Lo chiedono nelle letterine a Babbo Natale e alla Befana, come sorpresa a Pasqua, come regalo di compleanno.

Supplicano con gli occhi pieni di lacrime, se è il loro primo anno di comunità, se invece è già il terzo, gli occhi sono ormai pieni di rabbia e sconforto. I nuovi, sono convinti che la loro vocea rriverà in quelle aule di tribunale dove si decide della loro vita. Alcuni cisperano, altri si rassegnano.

I loro desideri, sono SOGNI. Sogni che non possono realizzarsi, perché il sistema non funziona.

Il sistema impedisce che un bambino in situazione di disagio, affidato ai Servizi Sociali e residente in Comunità, possa essere accompagnato al suo primo giorno di scuola da mamma e papà. Perché?

E' così difficile per i Servizi organizzare una cosa del genere? Si giustificano: manca il personale! Che assumano, allora! Non mi si dica che mancano i fondi!

Le Case Famiglia, per ogni minore accolto,percepiscono dagli 80 ai 400 euro al giorno, soldi pubblici! Se il Comune ne gestisse anche solo la metà per le Famiglie indigenti, non avrebbe come utenti delle comunità i loro piccoli.

I soldi ci sono, ma vengono impiegati male!!!

Ho letto tante strazianti lettere e osservato molti disegni di bambini, ascoltato racconti, sfoghi, la loro voce interrotta da pianti che non si scordano.

C'è chi dice: "E' normale, purtroppo è così. Prima o poi si abituano, non piangono più".

Le lacrime finiscono? La sofferenza no!
Cambiano forse il modo di manifestarla, nel peggiore dei casi, i bambini diventano depressi, aggressivi, violenti o si chiudono in se stessi. Se poi a seguirli nel lungo percorso manca un personale competente, la situazione puòprecipitare, nonostante le preghiere.

Spesso in struttura manca la copresenza deglioperatori, due soli occhi devono badare ad oltre dieci persone di sesso, età ,esigenze e problematiche diverse.

E' molto difficile garantire un buon lavoro se  manca il personale. In fabbrica la conseguenza può essere una produzione rallentata, in struttura può comportare incidenti molto gravi: bimbi che sfuggono dal campo visivo e si fanno male davvero, succede spesso.
In questi casi, siamo sicuri che le strutture informano i familiari? E se lo fanno, sono tempestivi? Dicono tutta la verità? La mia esperienza mi fa rispondere negativamente.

Il progetto educativo/rieducativo, se è stato fatto, spesso fallisce. Sulla pelle dei bambini e delle loro Famiglie.

Non è ammissibile che chi entra in una Struttura d'accoglienza, educativa, terapeutica, ne esca ulteriormente danneggiato, che una volta terminato il progetto venga subito del tutto abbandonato.
Lino D'Andrea, presidente di Arciragazzi, parla di "quei ragazzi divenuti maggiorenni che usciti dagli Istituti non sanno dove andare”. Una cosa del genere è la rappresentazione esatta di come l'obiettivo di una Struttura di accoglienza, che dovrebbe essere un luogo di transito, un'isola di ristoro, una specie di oasi temporanea in attesa dell'affido, può naufragare.

Si dovrebbe pensare, progettare, organizzare, decidere e agire nell'interesse del minore. Credo che non stiamo andando nella giusta direzione.

Questi bambini ci accusano di non fare il loro bene. Alcuni hanno potuto dimostrare ai Giudici di saper discernere la realtà, hanno detto che non gli piace quella realtà!

Non c ivogliono stare per anni in una casa con le sbarre alle finestre e non sopportano di vedere mamma e papà così poco, non si accontentano di parlarci solo al telefono, non sopportano la lontananza dal loro cagnolino né dal resto dei parenti e amici. Hanno gridato il loro dolore: "Mammaaa voglio tornare a casaaa, vienimi a prendere.Adessooo. Portami via. Qua dentro è un infernooo!".

E' triste che si debba esporre la propria vita privata alla gogna mediatica ma come immaginerà, dottor Spadafora, si tratta di persone che non sanno più a chi rivolgersi per rivendicare il rispetto de idiritti umani (l'Italia, ricordiamoci, è pluricondannata dalla Corte Europea per la ripetuta violazione dell'art. 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali).

Sono persone disperate, derise o ignorate dalle Istituzioni. Sono genitori, zii, nonni a cui sono stati sottratti gli affetti più vicini al cuore. Si tratta di legami di sangue recisie spesso, anche di questo sono certa che ne è al corrente, senza validi motivi.

Parlo per esempio dell'altissima percentualedi casi in cui i minori vengono chiusi in Strutture per motivi di indigenza o per conflittualità genitoriale. Ma non c'è un' altra soluzione diversa dalla sottrazione coatta per i figli contesi o per i figli dei poveri?
La legge dice che le Comunità/Case Famiglia devono essere considerate l'ultima spiaggia e soprattutto precisa che la permanenza deve essere temporanea! Eppure vi risiedono bambini per anni e anni, con parenti che potrebbero prendersene cura, a casa, ma non vengono neanche considerati dal Giudice.

In alcuni casi basterebbe il supporto di un Servizio ben gestito di Assistenza educativa domiciliare, un percorso ben strutturato e gestito da un equipe competente.

Se il progetto presentato ad una famiglia problematica, in situazione di disagio, consiste in un'ora di assistenza educativa a settimana o in un incontro al mese con esperti (psicologi,terapeuti, psichiatri, neuropsichiatri infantili, mediatori), difficilmente potrà funzionare! Eppure è proprio così che il Sistema vorrebbe risolvere carenze educative o situazioni di conflitto genitoriali.

I soldi ci sono! Il servizio offerto deve essere completo ed efficace!

Ad ogni bambino conosciuto all'interno diqueste realtà mancano gli affetti da cui è stato strappato. Ogni bambino chiede, implora, contatti con la propria famiglia. Ad alcuni, prelevati forzatamente da scuola o da casa, viene vietato di parlare o incontrare anche per mesi i propri cari perché, dicono coloro che li prendono in carico, devono "resettarsi" per adattarsi alla nuova situazione, e la famiglia in questo potrebbe d'ostacolo. Vergognosa strategia d'intervento!

Dottor Spadafora, Lei sa come vengono gestiti i contatti? Male, molto molto male!
Come possono svolgersi telefonate tra un bambino dai 2 agli 8 anni e i propri cari, spesso inizialmente unico contatto concesso? Raramente i bambini e gli adulti sono affiancati da un educatore, le difficoltà di comunicazione sono enormi!
Entrambi si disperano: il genitore perché non riesce ad avere una conversazione soddisfacente (i bambini col telefono giocano e si distraggono) ed il piccol operché non si accontenta di un contatto telefonico. Non fa altro che chiedere: "Quando ci vediamo? Mi vieni a prendere?". All'adulto è vietato farsi sentire triste, pena l'interruzione immediata della telefonata!

Vengo contattata dai parenti dei minori da tutta Italia, l'80% mi riferisce di poter incontrare i propri piccoli per 1 ora od al massimo 2, una volta ogni 15 giorni; altri possono incontrarli una volta alla settimana. Parliamo di bambini che possono abbracciare i propri cari, seva bene, anzi benissimo, 8 ore al mese, ma nella maggior parte dei casi solo 4 misere ore al mese.
E per quanto tempo dura questo strazio? Stando alla Legge, dovrebbero essere massimo 24 i mesi in cui un bambino rimane in Comunità/Casa Famiglia, salvo poi proroghe motivate stabilite dal Giudice. Spesso i mesi diventano 48, 60, ma anche più.

Basterebbe questo per dichiarare che il Sistema vigente calpesta i diritti dei minori, ma passiamo alle modalità con cui sisvolgono gli incontri. Dove dovrebbero avvenire? Alla presenza di operatori qualificati, in uno "spazio neutro" che, quale attività d'assistenza sociale ai minori, rientra nelle competenze dei Comuni. Gli altri Enti (ASL,Tribunale, etc) collaborano in rete, per supportare un Servizio che risponde afinalità comuni e condivise di tutela dell'interesse del minore.
Detto spazio dev'essere stabilmente ed esclusivamente adibito agli incontri. Finalizzato al mantenimento, al sostegno, al recupero della relazione traparenti e minori ritenuta giuridicamente pregiudizievole. Sono necessari almeno due/tre vani, di cui uno più grande da adibire a sala per le attività di gioco dei bambini con i genitori, uno più piccolo per attività di segreteria e pereventuali comunicazioni riservate. L'arredamento dovrebbe ricordare quello di un ambiente familiare, con giochi, divano, televisore, evitando aspetti da ospedale o da Tribunale.
E' indispensabile un sistema di video-registrazione con telecamere.
La gestione del servizio deve avvenire tramite un equipe composta da un numero congruo di operatori qualificati (psicologi, assistenti sociali ed educatori professionali).
In caso di incontri "protetti" può essere necessaria la presenza delle Forze dell'Ordine.
Le assicuro, dottor Spadafora, che in realtà gli incontri non avvengono né dove né come dovrebbero.

Ho assistito personalmente e visto tanti video amatoriali: i luoghi sono angusti, stanze d'ufficio piccole, spoglie, sporche dove addirittura a volte entrano ed escono estranei!

Nessuna atmosfera serena, nessuna privacy, a spese dei bambini che non possono godersi i loro preziosi attimi fuggenti.

Ad osservare gli incontri, nella stragrande maggioranza dei casi, c'è solo l'educatore, quasi mai qualificato. Altro che equipe!
Le telecamere?? O non ci sono, o sono spente, rotte, direzionate male. Nella rara eventualità che siano presenti avere copia delle riprese, magari da utilizzare per contestare certe relazioni false, può costare centinaia e centinaia di euro.

Gli incontri saltano per problemi del Servizio affidatario che oltretutto avvisa all'ultimo minuto: ho letto richieste da parte dei Sindaci di sospensione degli incontri "perché l'assistente sociale va in ferie".
Non si può sorvolare neppure sul fatto che per un servizio che non sa, non può o non vuole organizzarsi, il genitore e/o il minore devono percorrere chilometri e chilometri, ore di viaggio, per riuscire a vedersi. Oppure si trovino costretti addirittura rinunciare.
Un genitore indigente come fa a permettersi certi viaggi? Chi controlla l'operato dei servizi?

In un'inchiesta del 2009 di Panorama,"Case famiglia, un business da un miliardo di euro", il giornalista Berrizzi, riporta dati ed una realtà davvero preoccupante: in Italia si contano oltre 20.000 minori ospitati da Strutture di accoglienza, ventimila vite congelate o sfilacciate, strappate agli affetti e spremuti nella crescita.
Solo 1 minore su 5 di questi ospiti viene assegnato (con adozione o affido) dai Tribunali alle famiglie che ne fanno richiesta (più di 10mila).
è una media bassissima, tra le più scarse d'Europa.
Si contavano già allora circa 1800 strutture per minori, siamo nel 2013 e le cose sono peggiorate!
Chi controlla l’operato, anche amministrativo, di queste Strutture?
Non esiste un monitoraggio, una banca dati c'è ma è insufficiente, manca un censimento vero e proprio ed un adeguamento così come prevede la legge 149/2001 (progressiva chiusura degli orfanotrofi, inserimento dei bambini nelle famiglie attraverso lo strumento dell'affido, per arrivare gradualmente a un'adozione, o all'inserimento dei minori nelle case famiglia).
Chi vigila sugli istituti che ospitano i senza-famiglia?
“Esistono centinaia di Enti e Associazioni no-profit che hanno il compito di rilevare la statistica esatta del numero dei bambini in attesa e degli adottandi-affidandi, ma nessuno è in grado di fornire numeri esatti.” Risultato: ancora oggi non esiste un monitoraggio attendibile.
Buio pesto anche sul fronte delle verifiche.
"Lo Stato paga le Comunità ma nessuno chiede alla Comunità una giustifica delle spese - aggiunge Lino D'Andrea -. Sarebbe utile che ogni casa-famiglia rendesse pubblica le modalità con cui vengono utilizzati i fondi: quanto per il cibo, quanto per il vestiario, quanto per gli psicologi o le varie attività. C'è anche un problema di competenze. Sull'infanzia ci sono troppe deleghe sparpagliate tra vari ministeri (Pari opportunità, Lavoro, Giustizia, Gioventù) e anche senza portafogli. Con il risultato che, non essendoci un unico soggettoche si occupi di infanzia violata, si finisce per trovarsi di fronte una nebulosa in mezzo alla quale si capisce poco e niente".
"Le case-famiglia sono una risorsa importante per il reinserimento del minore- spiega l'avvocato Andrea Falcetta, di Roma - ma la permanenza di un bambino va gestita con cura e deve rispondere a un unico criterio: trovargli il prima possibile una collocazione familiare stabile e protettiva".

Altra assurdità di gravità inaudita: l'imperdonabile numero di bambini e adolescenti imbottiti di psicofarmaci! 40.000 in Italia!
Ho diretta testimonianza di un bambino di 7 anni al quale sono stati prescritti antidepressivi e sonniferi perché smettesse di piangere l'assenza di mammae papà e di una ragazza oggi 19enne che assume psicofarmaci per schizofrenici senza una diagnosi dall’età di 14!
Assurdo? Ma vero! Non si può che essere indignati e contrari a tutto ciò. Ci si augura vivamente che chi di competenza, come Lei, faccia davvero qualcosa.

Concludo questa mia lettera facendo un nome, un nome che andrebbe cambiato nel rispetto delle vittime che associano quel nome ad un inferno che condizionerà loro la vita per sempre. Voglio proprio chiuderlo così questo discorso, citando ciò che rappresenta nel concreto quanto di marcio e perverso si nasconde dietro la falsa tutela dei minori e delle loro famiglie: parlo della Cooperativa agricola “Il Forteto”.

Garante, ci aiuti con tutti gli strumenti in suo possesso, a donare ai bambini un futuro migliore.

Dott.ssa Chiara Cuccaroni - Educatrice professionale

04 Ottobre 2013

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Confronto Autorità Garante Infanzia.

Incontro Autorità Garante Infanzia del 04 Ottobre 2013

Minori sotto tutela o tutela sopra ai Minori?

 

Nell’ambito della attività della Associazione  Free Marcel si è recentemente realizzato un importante incontro con la Autorità Garante Nazionale per l’Infanzia ed Adolescenza che nonostante la fortissima diffidenza reciproca iniziale è proseguito sotto i migliori auspici, raggiungendo una forma iniziale di intesa terminata con la promessa di ulteriori incontri e completata dalla conferma di impegni certi in tempi certi.

L’incontro è avvenuto a Roma presso la sede della Autorità Garante Nazionale ed ha riunito una rappresentanza di Genitori e Parenti delle vittime e due squadre di Espertie Tecnici a reciproco confronto sulle gravi carenze che interessano il settore di allontanamento dei Minori sia in ambito nazionale che internazionale.

Le testimonianza dirette lasciano ben pochi dubbi. Nel settore della Tutela dei Minori, carenze che rappresenterebbero un dramma anche considerate singolarmente, sono decisamentetroppe e frequenti.

La indicazione specifica e degli abusi riscontrati da parte dei tecnici completano un quadro decisamente allarmante: l’interpretazione personale sulle norme è all’ordine del giorno, le forzature su preconcetti ed orientamenti di operatori a vario titolo sono una prassi consolidata e tollerata, le competenze distribuite tra Enti diversi creano una ragnatela normativa nel quale il Minore rimane prigioniero, i fondi vengono erogati adiverso titolo da enti altrettanto diversamente coinvolti anche contemporaneamente; i risultati sono un controllo generalmente sottoposto agli stessi erogatori dei servizi, fondi sparpagliati in assenza di un minimo di coordinamento, Minori in balìa dei propri compagni occasionali e degli umori dell’Operatore di turno.

Questo, almeno finché si rimane in ambito nazionale. Superati i confini del Paese le procedure vengono a complicarsi ulteriormente subendo le pressioni dei rapporti tra Stati,  tra i quali l’Italia non si è mai certamente fatta notare per le pretese quanto, piuttosto, per leconcessioni: l’area Jugendamt, che risucchia come un vortice i Minori binazionali o figli di coppie miste verso i Paesi esteri, ne  è certamente il più chiaro esempio ed il confronto per la questione europea e modello tedesco ha suscitato particolare interesse.

L’Associazione Free Marcel si è impegnata per la produzione di un primo documento in vista della preparazione ai successivi incontri nei quali precisare priorità e modalità di intervento sui diversi ambiti da affrontare, in coordinamento con specifiche Commissioni per attività di analisi delle normative ed avvio immediato di procedure di monitoraggio. La rappresentanza della Autorità Garante in queste attività è fondamentale: tutte queste attività rientrano tra le possibilità di intervento dell’Ente, hanno urgenza di attuazione, devono essere avviate e possono essere realizzate.

Le richieste di un Bambino interpretate in un ambiente nel quale l’Interesse Supremo perseguito sembra essere ben lontano da quello del Minore rimangono spesso in contrasto con interessi economici e di potere.
Le denunce dei Genitori e dei Parenti delle vittime si susseguono da anni confermate anche da testimonianze dirette di Bambini ormai divenuti adulti, eppure ancora oggi incontrano grande fatica nel riuscire ad ottenere giusta attenzione ed ascolto, pur con il supporto dei loro sostenitori.
I soggetti coinvolti continuano ed essere sempre gli stessi da più di 20 anni.
Anche nell’incontro, per  la totalità de ipartecipanti risulta interessata sempre la stessa associazione di professionisti e, per la maggior parte dei casi, lo stesso ormai nefastamente noto Pubblico Ministero nel frattempo addirittura promosso a Giudice; esposti, denunce pubbliche, interrogazioni parlamentari, non hanno cambiato nulla e le prospettive appaiono devastanti.

Gli obiettivi dunque non sono dei più semplici, ma l’impegno reciprocamente chiesto è chiaro: essere operativi entro un mese dall’incontro!

Free Marcel Organizzazione Onlus
Genova

04 Ottobre 2013

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Relazione Confronto

 

 

Commissione infanzia e mercato minorile.


 

Commissione Parlamentare Infanzia

Indagine conoscitiva sulla Giustizia Minorile 13 Novembre 2012

 

Questa nota consiste in una sorta di verbalizzazione delle dichiarazioni della Giudice Cavallo, Presidente del tribunale dei Minori di Roma, sulla Indagine in Commissione Infanzia.

Ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione causata da grande difficoltà nella interpretazione dei concetti per motivi che si potranno certamente comprendere leggendo per intero la nota e le dichiarazioni.

All'interno delle parentesi potrete leggere le osservazioni.

Anche se inizialmente potranno sembrarvi erronee, le trascrizioni tra "virgolette" sono letterali così come enunciate.

Se avevate qualche speranza nella Commissione, cominceranno a sorgervi dei dubbi..

Ci riserviamo di pubblicare in seguito trascrizione integrale della Indagine.

 

Estratto dichiarazioni Giudice Cavallo

 

I) AUDIZIONE

“Unico Giudice che ha trascorso la sua vita lavorando nella materia Minorile”.

“Una vita spesa in questo campo”.

-Picco adozioni nel periodo della sua permanenza a Napoli.

“I Genitori devono essere aiutati ma con un limite”.

“Valutazione demandata ad un organo esterno con competenze psicologiche o psichiatriche; il Tribunale ha una ricca documentazione in atti sotto tutti i profili, soprattutto attraverso l’ascolto del Bambino”.

-Ritiene che anche il Bambino di età minore possa possa essere ascoltato.

-Molto spesso i Bambini presentano situazioni degradate soprattutto sotto il profilo morale.

-Sotto il profilo economico le cose si possono tranquillamente risolvere.

-Segnala che “in questa regione” (Lazio) “ma anche in altre probabilmente” (quindi non conosce i dati?) “si eroga molto, molto denaro per il collocamento dei Bambini in casa-famiglia” (che molto spesso non sono case-famiglia ma vecchie strutture di accoglienza che non rispondono ai requisiti richiesti per le case-famiglia nei quali i Bambini pare vengano trattenuti in stato di detenzione) “mentre si potrebbe organizzare forse (perché forse? Non era “facilmente risolvibile appena un attimo prima?) qualcosa che.. qualcosa che impedisca il collocamento in casa-famiglia e giovi al nucleo (dunque conferma di essere perfettamente consapevole che il collocamento non giova affatto al nucleo).

-A questo punto fa un esempio con un Bambino di rifugiati di 12/13 anni ma invece che del Bambino parla dei Genitori.

-Ritiene che ci siano dei Bambini che si trovano in strutture che potrebbero anche non starci (ma allora che ci fanno lì?) ma che si tratti di una fetta molto ridotta (e su cosa si basa questa sua convinzione?).

-Parla di degrado morale: fa esempio di una Bambina di 10/11 anni che si lamenta della mamma che porta a letto uomini sempre diversi lasciandola fuori al freddo precisando che ritiene inutile lasciarla in famiglia e che magari è meglio non tenerla in famiglia fino ai 18 anni (si comincia ad avere la sensazione di affermazioni deliranti.. premesso che non  pare nessuno abbia mai negato le necessità di interventi in situazioni simili, sempre se verificate ed accertate concretamente, perché sarebbe meglio non tenerla in famiglia fino ai 18 anni? E dopo i 18 anni? Che fine fa questa Minore e quale giovamento ha ricevuto?)

-Parla di permanenza di Bambini per 8/10 anni in struttura e di portare all’aumento degli affidamenti intra/etero familiari (può essere condivisibile, ma in questo contesto non ha l’aria di una precisa volontà di aumento delle adozioni anche nel Lazio? Chi li obbliga a trattenerli così tanto? Perché si esclude a priori la possibilità di rientro in famiglia?)

“Quando avviene (l’allontanamento) è per casi particolari di abbandono pregresso (?) con modalità pensate dal legislatore per tutt’altri casi” (rischio giuridico).

-Dice di essere Presidente della Associazione Gemme.

-Parla di Mediazione Familiare: “insegnante che partecipi i Minori alla mediazione” (sembra di sentire sempre più nell’aria la volontà di ricercare nuovi minori da allontanare e rinchiudere); accenna al Bullismo (ricorderà la maestra condannata penalmente per avere inferto una punizione ad un “bullo”? )

Ricorda un altro caso di un Bambino che ha accompagnato la mamma al tribunale per farla aiutare (..saranno ancora insieme Mamma e Bambino? ..speriamo che non abbia dovuto pentirsi per sempre di averlo fatto senza che nessuno, come solita prassi, abbia mai più chiesto il suo parere e la sua opinione rimanendo nella personale autoprodotta e mai verificata convinzione di averlo aiutato)

In Tribunale arrivano conflitti irrimediabili!” (I conflitti genitoriali non devono essere risolti nei Tribunali)

“I conflitti devono essere immeditamente segnalati e presi in carico..” (perché? Che inerenza hanno tutti i conflitti tra i Genitori con il Tribunale dei Minori? ..sembra sentirsi sempre più l’aria di una precisa volontà di volere aumentare il numero dei minori da allontanare)

-Parla ora (come pessima abitudine di molti Giudici, vedasi ad esempio il recente Convegno di Genova) di famiglie di immigrati (che secondo dati Istat rappresentano solo il 10% del totale delle famiglie seguite e dunque i Minori saranno ancora meno, eppure sembrano essere di importanza fondamentale per dimostrare il degrado).

L’allontanamento è un fatto eccezionale se fatto senza il consenso dei Genitori!” (quale è la fonte di questa convinzione? Quanto incide? Quali sono i dati? E dove sono?); “il Tribunale cerca di acquisire il consenso ma ci sono molti casi in cui il genitore non accetta, non comprende..” (ma non ha appena affermato di casi eccezionali? E cosa vorrebbe dire che il Tribunale “cerca di acquisire il consenso”? che cerca di convincere una famiglia che il proprio Bambino è abbandonato? ed a dichiararlo come una propria convinzione?) “..non si rende conto dei suoi limiti” (ed in quel caso non andrebbe aiutato?), “che i suoi comportamenti sono maltrattanti, evitanti, che non collabora, che quindi il Bambino va allontanato!” (a me sembra agghiacciante e che, in pratica, così proposto il motivo dell’allontanamento non sia il comportamento del Genitore, ma piuttosto il disaccordo con il Tribunale, che per punizione contro il Genitore ed applicando la propria superiorità, si appropria del Minore comportandosi alla stessa stregua di un Genitore conflittuale tanto denigrato).

“Se c’è un ambiente familiare, tranquillamente si fa l’affidamento alla rete familiare” (i familiari spesso non vengono assolutamente neanche almeno sentiti, e ne viene evitato il coinvolgimento, che in alcuni casi viene escluso a priori; chi riesce ad ottenere un affidamento intrafamiliare ha solitamente seguito un complicato percorso di ricorsi giuridici contro i provvedimenti del Tribunale e quindi non si tratta di iniziative autonome del Tribunale; in assenza di ricorsi il Bambino va in strutture e successivamente inserito in un affidamento extrafamiliare che può terminare con una adozione a rischio giuridico in famiglie che non hanno i requisiti per la adottabilità, e non avrebbero mai potuto ottenere un Bambino in adozione seguendo il normale percorso previsto; si veda ad esempio il caso di  Marcel nel quale tutto il nucleo familiare è stato misteriosamente giudicato inadeguato senza mai averne consultato nessuno dei suoi componenti) “se no, affido eterofamiliare che si fa eccezionalmente in mancanza di familiari affidatari” (ancora una convinzione priva di alcuna fonte né dato; ad ogni modo i casi oggetto di contenzioso per i quali si è resa necessaria l’interpellanza sono proprio questi e dunque è su questi che dovrebbe concentrarsi il dibattimento e non certo su casi che non sono oggetto della interpellanza).

“Abbiamo fatto un affidamento che sta dando buoni frutti!” (UNO???? 38.000 Bambini allontanati ed hanno fatto UN affido che sta dando buoni frutti? Che inerenza ha questo UNICO caso con i MOLTEPLICI CASI per i quali si è resa necessaria l’interpellanza?)

-Spiega che si tratta di un Bambino allontanato da Genitori tossici a seguito di un incidente stradale, “è con una famiglia SPECIALE!” (???) “vede i nonni ma dopo 2 anni non ha visto la madre perché spingono verso un percorso di disintossicazione (in base a quale principio l’impedire i contatti del Bambino con la sua Mamma dovrebbe facilitare questo percorso? E quale beneficio dovrebbe avere il Bambino dal non vedere la sua Mamma intanto che viene “spinta” verso il suo percorso? Che percorso sta seguendo il Bambino nel frattempo?) “quindi gli affidi si fanno, anche quelli difficili, ma si contano sulla punta delle dita!” (parole testuali riportate senza modifiche..  in particolare, chi è che ha espresso che il problema è che gli affidi non si fanno? Il problema presentato è che vengono allontanati Bambini con eccessiva leggerezza)

“Se non c’è affido intrafamiliare va in casa-famiglia e dovrebbe mantenere il rapporto con i suoi Genitori e parenti, però ci sono dei casi e ce ne saranno sempre in cui il rischio che il Bambino resti nella famiglia è tale che può pregiudicare il suo futuro sviluppo..” (L’allontanamento coatto no?) “..e questo è documentato da 2 fascicoli alti così!..” (si sa già anche da cosa sono documentate le motivazioni e quanto sono alti i fascicoli.. i casi del genere sono allora tutti uguali!!!) “..allora se non si interviene si rischia che questo Bambino non sia un adolescente nella norma (…) già non lo è ma non lo sarà sicuramente!” (parebbe si intuisca un presente già deciso e di prevedere il futuro!!! Wanna Marchi è stata arrestata per molto meno!!!)

“La questura ha un Ufficio Minori con agenti con competenze psicologiche i quali fanno l’intervento in abiti civili, i quali, sono, sono in grado, sono in grado, dovrebbero essere, sono, in grado di allontanare un Bambino con la forza in modo meno traumatico possibile.” (trascrizione letterale così come il concetto è stato espresso.. la titubanza è perdonabile, d'altronde le capacità, le competenze e lo psicologico tatto di questi stimati professionisti abbiamo potuto vederle e sentirle tutti nelle fasi dell’allontanamento di Cittadella).

-Dice di essere contraria agli allontanamenti a scuola “ma l’allontanamento deve essere fatto!” (gli affari sono affari?) “Se 4 persone di collegio più il procuratore fanno dichiarazioni univoche sul rischio che il Bambino ha a restare, deve essere fatto.” (D’altronde cosa importa se manca il contradittorio, nessuno considera né minimamente ascolta il parere Bambino né lo informa come suo diritto inviolabile, e le dichiarazioni si basano su quelle di univoche di un perito e della sua relazione psicologica?)

“Perché si fa a scuola? Perché avverrà la reazione violenta del Genitore ed il Bambino lo ricorderebbe per sempre!” (non era contraria? Pare continuare l’opera di chiaroveggenza.. se il Bambino è in stato di abbandono morale e materiale perché il Genitore dovrebbe avere una reazione così violenta? La presunzione che il Bambino possa non ricordare per sempre di essere stato rapito alla propria famiglia potrebbe anche sembrare la rappresentazione di un discreto stato di delirio) “I Bambini a scuola potrebbero pensare ‘la prossima volta può capitare a me!’” (certo, i Bambini sono molto intelligenti ed intuitivi! Infatti è proprio così! Nasconderlo serve solo ad occultare la realtà e purtroppo, la difficoltà grave è spiegarlo ai Genitori)

“Il Bambino allontanato a forza da persone preparate quali sono quelle che operano nella questura non avrà trauma e l’accaduto non rimarrà nella sua memoria.” (apparentemente sembrerebbe che stiamo rasentando la follia.. se ne sono così certi certi perché non lo chiedono al Bambino? Magari da adulto e mettendolo in condizioni di dire quello che pensa e reagire senza conseguenze?)

“I Bambini hanno un loro Tutore ed un loro Curatore, non sono soli, hanno qualcuno che li rappresenta..” (Sarebbe più opportuno dire che il Tutore ed il Curatore hanno il Bambino, che possono disporne a loro piacimento e che i Bambini avrebbero qualcuno che li rappresenta a condizione che questo qualcuno si preoccupasse di consultarli; cosa che non risulta avvenga mai! Secondo questo principio il Bambino non era solo neanche prima) “..il Bambino ha al suo fianco una persona da lui conosciuta nella quale nutre stima e fiducia..” (e chi lo dice? ..il razionale sembra essere ormai solo un ricordo) “..e quando vede questa persona vicino già si rassicura!..” (per avere chiaro il pensiero dei Bambini basta leggere le poche dichiarazioni di chi ha potuto farle.. personalmente questa dichiarazione mi può apparire talmente falsa da farmi penosamente provare profonda vergona per le Istituzioni del mio Paese) “..I Bambini non sono sofferenti, si spiega che la situazione dipende dagli adulti..” (parrebbe un modo molto sottile per dire che la colpa di tutto viene attribuita al Genitore, creando l’idea di un Genitore cattivo e spingendo il bambino ad odiarlo)

-Entriamo ora a citare Strasburgo: articoli 7 e 8 “il Giudice e l’Autorità deve decidere senza ritardo, l’esecuzione è un elemento; dice che il Giudice può assumere provvedimenti d’ufficio anche senza contradittorio.” (che non vuol dire avallare bestialità folli ed irragionevoli il più rapidamente possibile e non obbliga ad impedire la difesa al Genitore e soprattutto al Bambino, ma ne dà casomai la facoltà in occasioni seriamente gravi ed accertate concretamente; la teoria di un perito non è un accertamento né serio né univocamente obiettivo) “Quello che garantisce il giusto processo è che chi emette un parere non è il giudicante  e questo è introdotto dal 2001 (Pm chiede, Giudice decide.. se chiedo a qualcuno di uccidere è giusto omicidio? Ed i decreti provvisori inappellabili come li consideriamo? Diversamente garantisti?)

“Se corre pericolo il provvedimento va preso!” (e chi ha mai detto il contrario? Ma presumere che forse potrebbe darsi che possa correrlo è un po’ diverso!)

“Dal di fuori non si conoscono situazioni tragiche che vivono Bambini anche piccolissimi..” (se ci fossero procedimenti trasparenti sarebbe effettivamente più facile capire le situazioni tragiche che vivono i Bambini quando vengono allontanati) “..se lasciati diventano ragazzi difficili!” (pare la certezza della chiaroveggenza)

-Presentato un libro richiesto anche dal Garante della regione Lazio dal titolo ‘Le mille facce dell’ascolto!’ (si ma.. dell’ascolto di chi? perché perdere l’occasione di pubblicizzare le teorie che portano a bypassare le normali prescrizioni sulle adozioni?)

“Quando il Giudice interviene non bisogna dargli addosso, bisogna vedere i provvedimenti!..” “..io non lo posso dare perché c’è il divieto..” (???) “..ma alla parte che si lamenta basta chiedere il provvedimento e forse si vedrebbe che la situazione non è forse così come viene rappresentata dalla persona che si rivolge al prete, all’amico, al politico..” (dal decreto di Marcel: 'la mamma forse non è così ignara.. ..essendoci i sospetti di uno stato di abbandono..'! Sembra abbastanza semplice esprimere simili considerazioni ben sapendo che i decreti non li guarda nessuno e che i casi e le proteste vengono oscurate  con scuse varie o semplicemente ignorate, senza rispetto per niente e per nessuno, con la piena consapevolezza che chi si rivolge al prete giusto, all’amico giusto, al politico giusto, e probabilmente soprattutto ha tanti fondi da spendere con il Giudice giusto, può ottenere qualsiasi cosa.. anche un neonato se è il caso)

 “A volte i Bambini sono in condizioni critiche, balbettano, fanno la pipì addosso, tremano..” questo detto dei servizi, perché loro non li sentono, “..ma sono Bambini dei quali si documentano comportamenti emblematici della sofferenza in famiglia” (nessuno dubita della sofferenza che prova un Bambino allontanato una volta allontanato, non potrebbe essere altrimenti; ma prima? Con cosa vengono documentati questi comportamenti?)

-Invita i politici a chiedere il decreto.. (a disposizione di chiunque!) “Anche con allontanamenti coatti si cerca di mantenere il luogo neutro con i Genitori se pensiamo che il rapporto possa essere salvato” (altrimenti no.. tutto dipende da quello che pensano!)

-Ribadisce articolo 7 “il Giudice deve agire con rapidità, questo non viene fatto..” (nell’allontanamento coatto pare di sì, è un provvedimento realizzato con le caratteristiche di un blitz militare prima ancora di qualsiasi accertamento concreto!) “..ed è per questo che le situazioni incancreniscono, se si avesse maggiore decisionalità, maggiore assunzione di responsabilità, è solo che tutti questi attacchi incidono sulla capacità decisionale; in una situazione di attacco non è facile agire con serenità.” (se si occupassero solo di Bambini realmente abbandonati, forse non succederebbe!) “Un Giudice più giovane può subire questi attacchi..” (poverini.. figuriamoci allora un Genitore ed un Bambino cosa subiscono!)

 

II) RISPOSTE AI QUESITI

“Le case-famiglia sono come le persone che le gestiscono, ci sono case-famiglia buone e cattive.” (Come i Genitori, sono però che le prime che lucrano sugli allontanamenti mentre i secondi no)

I casi sono eccezionali” (Dipende dai punti di vista, ma allora visto che vengono considerati tali non si capisce la difficoltà di affrontarli tutti singolarmente e dettagliatamente con attenzione invece di insistere nel soffermarsi su caratteristiche che non hanno alcuna attinenza con gli appelli dei Genitori)

-Controllo: "prima i Giudici tutelari, poi Procura della Repubblica presso il TDM.. le procure si muovono, molte delegano alla P.G.", lei sa che i collegi della procura vanno con la P.G. e quindi il controllo c’è!” (teoria dell’Onnipotenza Giudiziaria)

Quando qualcuno denuncia casi così clamorosi è dovere della Famiglia ed anche dei parlamentari denunciare i responsabili” (parrebbe dunque non delle Istituzioni interessarsi, visti anche i conflitti di potere: la famiglia si trova in condizioni di inferiorità e ricatto, di vittima, e nessuno le dà ascolto perché i casi vengono negati o definiti eccezionali od isolati come si può avere conferma proprio dai commenti riportati; in più c’è la minaccia Privacy ma anche di denunce varie con condanne anche pesantissime; in generale, chi ha denunciato può vedersi realizzare la minaccia di non vedere i propri Bambini)

“Perché nascono tante strutture, perché si va in struttura: si era discusso nella 149 che prima dei 6 anni il Bambino non dovesse entrare in struttura ma andare in affido e non è stato fatto. Perché ci sono ragazzi che vanno in struttura per 7/8 anni su un media di 5! (prima aveva parlato di 10!) Non è possibile.. perché sa, l’affidamento non può superare i 2 anni! Perché non dire che la sistemazione in struttura non possa superare i 2 anni? Questo può accadere, si può rivalutare la norma.” (sembra che ci si cominci a scatenare.. forse mai un “divorzio breve”, ma una adozione impropria più velocemente possibile si può!)

“Le famiglie ci sono, bisogna stanarle, bisogna farle aderire al principio di solidarietà, bisogna incentivare l’affido!” (è perché non il rientro in famiglia? Non parliamo di orfani.. sembrerebbe quasi come se le procedure venissero sostenute da una entità soprannaturale non rispondente alla volontà degli operatori.. i casi gravi, presunti, sono il 10% del totale; perché allora, almeno negli altri casi non si considera mai neanche minimamente nemmeno l’ipotesi, di lasciarli a casa o di rientro in famiglia?)

“Per le donne ci sono Associazioni che assistono donne con i loro figli: ad esempio nel Tribunale c’è Differenza Donna..” (e tutte le altre donne? nelle altre Province? E soprattutto cosa succede dopo che queste Associazioni le prendono in carico?) “..quale famiglia non fa un affido per 30 euro al giorno?” (agghiacciante.. così posta pare come un incentivo pubblicitario, un piccolo rimborso e piazzare il prodotto diventa subito più semplice! ben inteso che i contributi per le famiglie affidatarie risulterebbero essere attualmente stimati in circa la metà, e che alle famiglie in difficoltà coinvolte non viene elargito nulla! in più sono anche sottoposte alle spese impreviste, incontrollabili e spesso occulte della procedura! ancora un volta in perfetto stile tribunalesco, potrebbe sembrare una solita richiesta di aumentare i fondi per l'indotto dell'allontanamento, ignorando chissà perchè gli aiuti alle famiglie e continuando così a perpetrare ancora di più lungo la strada di un utilizzo dei fondi articolato secondo una illogica aritmetica inversa, secondo la quale si spende sempre di più per aiutare un numero di soggetti sempre inferiore)

“Se nella scuola ci fosse una psicologa.. ..verrebbero fuori le situazioni dai Bambini” (massì, perché no? ..aumentiamo l'indotto in partenza, una psicologa come procacciatrice di affari! ..e perché non cercare magari anche di indottrinarli un pò questi Bambini? Si continua a parlare vagamente senza soggetti, ma di quali situazioni si parla che dovrebbero venire fuori? Si lascia implicitamente intendere di abusi che interessano però sempre una percentuale del 10% del totale, sul restante 90% dei Bambini allontanati si continua ad eludere, non è rilevante? Non importa nulla?)

“A Napoli venivano fuori, una Bambina ha chiesto..” (A Napoli? Dunque anni ed anni fa? UNA Bambina? 38.000 minori allontanati e si insiste a parlare sempre e solo di UNA Bambina quà o là senza tra l’altro alcun riscontro possibile?)

“A scuola si deve vedere!” (si deve vedere per forza qualcosa? Che è stato già deciso che c’è? E perché invece di quello che succede nei Tribunali e nelle strutture non si deve vedere niente? Non sarebbe meglio allora cominciare da questi ultimi prima di rischiare di rinchiudere Bambini, che secondo le teorie della Giudice dovrebbero essere già problematici, dentro cavilli e strutture che potrebbero essere inadeguate e sulle quali viene rifiutato ogni controllo?)

“Ci vuole una persona che aiuti l’insegnante a dire, perché le insegnanti hanno paura di dire, perché le dirigenti impediscono di segnalare perché non vogliono seccature, però magari i Bambini, chiaro?” (NO! Anzi, direi che non si capisce niente.. tranne che si tratta di una accusa gravissima, perchè non si denuncia come viene detto di fare agli altri?)

La scuola vede tutto! le ragazze abusate che sono state abusate a 16 anni, sono state abusate da una vita, possibile che la scuola non ha visto?” (tutto pare basarsi sulle doti di chiaroveggenza di una persona che sembra credere di possedere il dono di sapere tutto! Si parla ora esplicitamente di abusi, che pur se episodi gravissimi rappresentano sempre e solo il 10% del totale dei casi, e solo considerando i casi presunti e considerati tali!)

La scuola ha visto ed ha fatto finta di non vedere!” (la chiaroveggenza è una scienza esatta! Tutta la scuola è colpevole e non poteva non sapere! Ne sono certi, tutta la scuola è complice di abusi! ..perchè non si denuncia?)

“La presenza di una psicologa può fare sì che una Bambina si apra!” (può darsi, ma praticamente l’intenzione sarebbe di psicanalizzare tutti i Bambini alla ricerca delle Bambine che dovrebbero per forza avere subito abusi prima dei 16 anni? A quale domanda si sta rispondendo? Quando sono stati posti quesiti in questo senso?)

“E’ un risparmio perché non avrai dopo un Bambino abusato!” (Dunque sembra si intenda di potere e volere allontanare i Bambini PRIMA ANCORA che si presenti il problema!!! Portarli via tutti nella certezza della supposizione che DOPO dovrebbe accadere sicuramente qualcosa!!! Conferma dunque così le segnalazioni di quanti denunciano che si provvede nel creare un danno certo al Bambino nella supposizione di un danno presunto! E si insiste a parlare sempre e solo di abusi gravissimi come se tutti i Bambini allontanati fossero vittime accertate di abusi, anche se non è neppure minimamente vero! Chissà se qualcuno ha chiesto cosa ne pensa il Bambino di questo grande risparmio!)

-Continua rispondendo ad altro, fantasticando di dinamiche che immagina.. sembra avere una grande continuata difficoltà nel terminare le frasi..

“Come fare perché le Case Famiglia siano controllate? Deve essere il Procuratore, se a lui arriva una denuncia va, se sente qualcosa va, e tranquillamente chiude!” (dunque tutte le segnalazioni e la palese e sistematica diffusione di strutture che non rispondono ai requisiti le ignoriamo? Praticamente è stata elusa la domanda o si intende che altrimenti non viene fatto alcun controllo e non si intende fare nulla per provvedere PREVENTIVAMENTE? In questo caso, non è necessario intervenire PRIMA degli abusi? Bisogna necessariamente aspettare che avvengano, niente risparmio? E perché?)

Un tempo davvero avvenivano cose terribili!” (ora non più???)

“Prima avvenivano, adesso Io PENSO che diciamo siano estremamente ridotte ma che ci possano ancora essere.” (Lo ha deciso lei!!! Ma è tollerabile che tutto debba fondarsi sul Suo pensiero e sulla Sua immaginazione???)

Chi le sente dire deve immediatamente denunciare!” (Benissimo, allora visto che le stanno sentendo, perché non provvedono LORO immediatamente a denunciare? Si insiste nella presentazione di denunce ma se non sembrano evidentemente in grado di gestire le esistenti, e parliamo solo di una quota insignificante rispetto al totale dei casi, cosa dà questa sicurezza di poterne gestire un numero più elevato per di più basate addirittura solo sulla presunzione del futuro verificarsi di eventi presunti che dovrebbero accadere? Non pare si voglia a tutti i costi convincere che esistono una infinità di casi di abusi che NON hanno, NON conoscono, NON hanno mai visto né riscontrato, NON si sa se esistono ma vengono ipotizzati ed immaginati? Come vengono considerati in psicologia i soggetti che considerano reali le proprie fantasie?)

“Altrimenti diciamo generalmente che esistono, ma dove sono?” (Diciamo chi? sembrerebbe una propria convinzione ed una propria dannazione e dunque principalmente un problema proprio nel quale NON dovrebbero essere coinvolti altri; non è meglio cercare di accertare ed eventualmente risolvere la causa di eventuale disturbo?)

“Non ho parlato dei servizi sociali perché il discorso non è facile!” dice di credere nel servizio sociale e di credere che sia la sentinella del territorio. (se lavorano correttamente ed onestamente, sicuramente sì!)

“Che in UNA visita domiciliare davvero possa cogliere.” (cosa? Continua ad evidenziarsi una grande difficoltà nel concludere le frasi.. in questo caso, anche ad iniziarle)

“La pianta organica è sguarnita, pensionamenti senza sostituzioni, i servizi sociali sono molto diversificati, ci sono comuni dove non ci sono.” (ed in una situazione così carente continuano ad insistere nel portare via più Bambini possibile lontano dalla propria famiglia ben sapendo di non essere in condizione di seguirli?)

-Descrive degrado negli uffici di Napoli ma PENSA che ce ne sia anche a Roma..(ACCERTARE qualche volta la correttezza delle proprie dichiarazioni è troppo sforzo? Non si è mai controllato NEANCHE nella propria città? E dei Bambini, a proprio presunto ed immaginario parere teoricamente già gravemente disagiati, DEVONO finire nelle mani, e negli AFFARI di Istituzioni così degradate? Nessuno si è mai reso conto che esistono altre province oltre a quella di Napoli, altre realtà oltre a quella di Napoli ed altri Bambini oltre a quelli di Napoli? Si lavora in tutto il Paese sulla base della propria personale percezione del territorio del Tribunale dei Minori di Napoli?)

“Ci sono degli operatori molto bravi, anche sul lavoro e su Roma ma non posso dire che vale per tutti.” (“ANCHE sul lavoro”??? ..speriamo bene!)

Bisogna spiegargli quello che devono fare, non ci sono corsi di preparazione, non ci sono corsi di aggiornamento..” (Non sanno cosa devono fare!!)

-Si offre di fare lei tutto gratis!!! (Grandioso” Un bel corso di chiaroveggenza ed onniveggenza per tutti, tutto gratis.. Wanna Marchi è stata arrestata per molto meno!)

-Dice di potere ridurre i tempi di situazioni “ABBANDONICHE” ma “NON TANTO”!!! (Ma che sono??? Situazioni “NON TANTO ABBANDONICHE”???)

Adesso abbiamo instaurato il contezioso dall’inizio, adesso vediamo tutti i protagonisti, madre, padre, nonna, zio, servizi sociali, curatore, tutti quelli che sono entrati nella vita del Bambino.” (Fantastico! Ed allora che ci facciamo qui? Ma dove accadono queste meraviglie se ha detto di non conoscere neanche la realtà della Città nella quale opera? Ed “adesso” da quando??? In più, cosa fondamentale, non è stato nemmeno nominato il “grande dimenticato”, il Bambino!!! Forse perché spesso non lo vede nessuno, nessuno lo consulta e viene conosciuto solo sui dati di un foglio di carta!)

“La decisione è molto più meditata e molto più convinta, perché dare il parere sulle carte, che a volte son così.. mi capite, mi capite! (Io, onestamente, non tanto! Ed ho sempre più l’impressione di dichiarazioni di persone gravemente disturbate a capo di un incarichi estremamente delicati.)

“Qua non possiamo andare avanti e dichiarare una adottabilità sulla carta, vediamo tutti i soggetti e decidiamo perché almeno si decide oggi sulla vita di un Bambino, non rimaniamo appesi.” (… Ma finora allora cosa hanno fatto? Ci hanno pensato solo oggi? Oggi quando? Non sanno che tutore, curatore, ecc.. il Bambino non lo hanno spesso mai visto? Ancora adesso non si è mai incluso il Bambino, ed infatti ben sappiamo che si decide SENZA INTERPELLARLO MAI!!! In barba alle prescrizioni, alle Convenzioni, delle quali sembra si conosca un unico articolo ignorando gli altri, ed al parere del Minore! Che soffre, maledettamente soffre!)

“La comunità può fare tanto! Chi paga la casa famiglia?” (non viene detto.. vorremmo saperlo anche noi!)

“Allora, l’Ente erogatore della spesa deve farsi un esame di coscienza, Io così facevo, vedere come spendo questa cifra.” (sono tutte frasi riportate come pronunciate)

Perché qui si spendono milioni di euro, eh! Milioni di euro! (Se ne sono accorti!!!)

“200 no, costa solo la casa famiglia specializzata per Bambini da.. ecchè ce ne son tanti, Bambini con problemi sanitari, si aggira tra gli 80, 90 e i 100.” (110, 120, 130.. 300.. ecc.. al giorno! I Bambini problematici vengono dati in affidamento, le strutture cercano, ovviamente, di tenere quelli che costano meno in spese e fatica rivolgendo ai Bambini più grandi la gestione delle incombenze e la guardiania dei più piccoli, sfruttandoli così come lavoratori del settore, naturalmente gratis ed in più guadagnando sul lavoro imposto ai Bambini e chiedendo poi le spese anche ai genitori! Grandissimo risparmio!!!)

“L’altro giorno ho fatto un udienza, ho fatto il conto di quanto il Bambino costava, è costato 700.000 (non si capisce bene) capisci? Cosa abbiamo fatto di quel Bambino? Nulla! è rimasto lì! (Bravi!!! Complimenti!!!)

“Viene chiesto l’Ente erogatore, il Comune (a bassissima voce), le madri nubili sono a carico della Provincia (E chi lo ha chiesto? è chiaro il tema della Commissione?), ci sono dei co.. allora devo dire (Sempre trascrizione letterale) Io a tutti questi Bambini, Io devo sapere fa tranquillame.. vedi quanto mi sono costati, ci sono certame.. io ho fatto l’esempio, l’esempio che ho fatto era quello dei rifugiati (Sempre trascrizione letterale.) perché è uno status particolare.” (10% di stranieri sul totale dei casi, meno ancora ovviamente i rifugiati, meno ancora sempre ovviamente i minorenni.. e viene fatto sempre l’esempio dei rifugiati! Come mai? Ed i Bambini italiani? Perché non invece quello dei MOTIVI ECONOMICI che rappresentano il 50/60% degli allontanamenti???)

“Invece di dirgli qua qua, vediamo se ‘sti rifugiati possiamo fargli qualcosa, naturalmente non ho avuto risposta, i rifugiati stanno sempre lì!” (Occuparsi di problematiche estremamente gravi e drammatiche, per le quali i Bambini soffrono pene infernali ed i Genitori lanciano appelli disperati, sembrerebbe proprio non interessare!!!)

“Fanno le passeggiate per tornare ognuno nel loro buco e dopo nella casa famiglia.” (A quelli che hanno la casa pensano a portarla via.)

“Allora è vero anche che le case famiglia hanno interesse a tenere i Bambini, quanti più Bambini possibile, ad esempio noi abbiamo tolto 3 Bambini, sò rimasti 2, in fibrillazione.. questo mi preoccupa molto quando vedo la fibrillazione, ed allora, ed allora, (sempre trascrizione letterale.) il responsabile del pagamento deve farsi i conti come una brava massaia, se andiamo in un certo tipo di negozio mi costa tanto di più, Io dico vado in un supermercato, allora perché questo rappresentante del Comune o Provincia non verifica i suoi conti e dire che cosa possiamo fare.” (..un Bambino, onestamente, potrebbe forse esprimere meglio il problema)

“Prima un affidamento, poi per alcuni nuclei particolari, perché non si può pensare che a tutti diamo una casa ed un lavoro, quello è il problema, l’altro giorno UN Bambino di 10 Anni ha detto: tutto è cominciato quando papà ha perso il camion ed allora ha cominciato a bere e la mamma fa le scale e la picchia” (Sempre 38.000 Bambini allontanati! I maltrattamenti sono episodi gravissimi ma rappresentano sempre il 10% dei casi di allontanamento, nessuno a mai obiettato per provvedimenti seri in casi di maltrattamenti certi, e NON è questo il cuore del problema per cui si è resa necessaria la commissione!)

“Ha raccontato la tragedia di una famiglia che ha perso il lavoro, quindi adesso esiste questa realtà..” (Non ho neanche il coraggio di commentare.. forse ci potrebbe riuscire qualche altro plurimilionario al pari dei responsabili degli Enti interessati)

“Ehm.. quindi, ehm.. diciamo il Comune dovrebbe individuare, come ad esempio (Ma cosa???) esiste in Inghilterra, un palazzo ha una bella veduta da una parte ed una brutta veduta magari dall’altra, (Interessante..) allora, in ogni palazzo, in molti palazzi, quella parte meno gratificante viene data alle persone che non sono in grado di acquistare (???) perché non fare anche questo? Non so.. (Fondamentale e risolutivo..!!!) trovare anche dei posti dove può andare un nucleo che non ha nessuna colpa se non il fatto che ha perso la casa, ha perso il lavoro, se non il fatto che non è maltrattante né abusante, né tossicodipendente, né malati psichiatrici, nulla di tutto questo, nulla di tutto questo.”  (Parrebbe che a questo nucleo rimane solo il Bambino, ma non è così, un provvedimento ed è improvvisamente perso pure il Figlio!)

Esiste una fetta è, perché la grande fetta di Bambini che sta in Istituto appartengono a famiglie non funzionarie alla crescita, (Il 50% degli allontanamenti dipende da fattori economici.) però c’è una parte di Bambini che son lì perché i loro genitori non sono in grado di avere una casa, un lavoro e tutto il resto.” (Ed allora perché non portargli via anche il figlio? Comunque non è su queste casistiche che nascono gli appelli né a questo argomento che è rivolta la Commissione! Non in ultimo, in precedenza si è parlato di incentivi agli affidamenti ma NON a queste famiglie!)

Non saprei dire quanti, forse un 25%.” (50 - 60% dato Istat! Possibile che una Istituzione che ricopre un incarico estremamente delicato, pagatissimo e di alta responsabilità non sia a conoscenza di un dato simile, pressocchè invariato da anni e BASE dell’argomento che sta trattando?)

“Come evitare il trauma.. abbiamo detto che la scuola, io non levo mai dalla scuola, lei dice, certo che avrebbe potuto chiedere al dirigente: ‘scusi, quando escono i Bambini faccia trattenere questo’, ma questo poteva anche indurre ‘perché lo fanno trattenere?’, allora, prendiamo i Bambini.. io comunque sono contraria alla scuola, però si poteva anche fare in modo che diciamo non fosse fatto platealmente sotto gli occhi dei Bambini che stavano in palestra ma soprattutto, diciamo, così, il tirare verso di sé il Bambino, questa situazione, vedi, vedete, si doveva risolvere 3 anni prima, perché pare che erano 3 anni e quindi nella immediatezza il Bambino è piccolo, i coniugi sono meno conflittuali, si sarebbe potuto fare meglio. (premesso che ritengo non ci si possa presentare in una sede simile dichiarando “pare che” senza sapere dunque niente di certo e poi affermare certezze delle quali pare non si abbia alcuna minima conoscenza, l’unico particolare indubbiamente posseduto da un Bambino più piccolo sono la minore consapevolezza degli eventi e dunque la maggiore malleabilità, e un interesse infinitamente più alto nel circuito delle adozioni per di più in una situazione affermata di coniugi ritenuti “meno conflittuali”, in periodo e situazioni dunque, nel quale il problema potrebbe addirittura semplicemente NON ESSERCI! Riguardo al fatto che si sarebbe potuto fare meglio, su questo pare non ci sia alcun dubbio, difficile immaginarsi di peggio e perfettamente comprensibile che si desideri evitare la platealità, non certo per delicatezza ma piuttosto per nascondere la crudezza di azioni simili pur continuando a perpetrarle!)

“Noi arriviamo a queste particolari situazioni sempre tardi, la convenzione cosa dice, Strasburgo articolo 7, la decisione deve essere presa in modo rapido dal Giudice..” (certo, ma coerentemente anche con gli ALTRI articoli che sembrano apparire come sconosciuti.. forse ci deve essere una incomprensione sul fatto che rapido non vuol certo dire ancora prima che si evidenzi il problema o durante la presunzione della sua esistenza, ma casomai velocemente a seguito di un problema grave serio ed indubbiamente accertato e non dunque su personali supposizioni, immaginazioni e fantasie! Anche sulle gravi carenze e sulla lentezza del nostro apparato Giudiziario nessuno nutre alcun dubbio, Corte Europea compresa che infatti ripetutamente ha condannato l’Italia con ammende che gravano pesantemente sulle nostre spalle, ma non su quelle di chi ha operato erroneamente; di rilievo notare come, precedentemente all’avvio di una Giustizia dall’inadeguatezza imbarazzante, si realizzino provvedimenti dalla fondatezza estremamente dubbia con una rapidità sorprendente)

“..adesso, ieri per esempio, l’altro ieri, venerdì, nella stanza del, una mia segretaria c’era un padre, quasi pian.., si vedeva un padre addoloratissimo che diceva ‘io non posso vedere mia figlia perché ormai ha fatto 6 mesi, l’ho vista solo attraverso i vetri perché mia moglie non..’, allora, bisognava intervenire subito, se invece continua a che so, io, per dire, si può continuare, fare una perizia, fare questo, fare quello..” (il futuro di Bambini ed il destino di Famiglie in mani simili!!!)

“..la cosa deflagra, quindi va fatto immediatamente..” (non si sente neanche dire cosa è che ‘va fatto’, come una attività da nascondere.. non è necessario neanche fare le perizie, non servono, basta l’intuito!)

“..quando si capisce che queste persone, perché una madre che non, diciamo, permette ad un padre di vedere sua figlia secondo me o ci sono gravi motivi oppure non può accadere! Non può accadere!..” (E quando lo fa il Tribunale, anche ad entrambe i Genitori, invece si???)

“..perché, al di là del fatto che la nostra legge parla di bigenitorialità, di affido condiviso, è un principio etico, unico, sacrosanto, cioè un padre può essere privato o una madre o una madre per essere privà ci vogliono dei gravissimi, gravissimi motivi, perché il Bambino ha diritto, è il Bambino che ha diritto e non il Genitore che ha diritto, e questo vale pure per i nonni che stanno praticamente irrompendo nel tribunale, e il Bambino che ha diritto, il nonno non ha nessun diritto se va divergendo da quelli che sono i dettati educativi dei Genitori.” (pare che sfugga che l’Autorità che impedisce questo diritto del Bambino sia proprio il Tribunale!)

“Non possiamo avere dei nonni che confliggono con i Genitori e che dicono: ‘tuo padre, quella non è tua madre, tua madre è morta, questa è la foto’, non è possibile, o si accetta la nuova figura della mamma e si continuano a vedere i propri nipoti o non si può, come dire, non si può, interrompere il rapporto educativo Genitori/Figli” (sembrerebbe apparentemente parlare di conflittualità in Famiglia invece, come sempre, in questo ambito si parla di Diritti solo per i Genitori adottivi! Non si trattava dei Diritti del Bambino? Nel caso in questione sembra riferirsi alla nonna Loretta, che reclama perché i Genitori adottivi della nipote tendono ad annullare l’esistenza della Mamma biologica della Bambina, morta suicida a seguito dell’accanimento giudiziario contro di lei e dell’allontanamento della figlia, in questo caso si era intervenuti fin troppo prima ed ecco le conseguenze: una Bambina orfana, e parrebbe senza alcuno scrupolo di chi ha operato i provvedimenti che hanno portato a questo risultato; di Diritto alla conoscenza delle proprie origini non se vuole sentire parlare?)

“Quindi sicuramente si deve evitare il trauma intervenendo quanto prima lasciando aperta la porta quando a le, a secondo se lui o lei, a seconda del Genitore privilegiato per quanto riguarda la residenza e il Bambino deve mantenere i rapporti, la figura del padre che sta sparendo..” (io non ho capito..)

 “..vi dico questo rapidamente, UNA volta.. (sempre 38.000 minori..) sono andata ad Ischia, 2 o 3 anni fa, perché si era suicidato un ragazzo, ed al suicidio seguiva il suicidio di un altro ragazzo e allora mi avevano chiesto di parlare un po’ ai giovani (idea fantastica! Chi più adatto di una persona che per lavoro e potrebbe sembrare anche diletto, li allontana dalla propria famiglia?), perché quando ragazzi di 14/15 anni parliamo di separato affidato ad una zia, allora ho fatto, va bene, un intervento lungo ed alla fine ho detto: ‘se non c’è un padre, una madre se lo deve inventare ed ho avuto, c’erano tutte le scolaresche superiori di Ischia città, è.. ho avuto l’applauso più lungo della mia vita, mi commuovo ancora al ricordo, cioè, io ho toccato un punto debole di tutti quei ragazzi (erano tutti senza papà???), oggi ci sono molte donne che cercano di escludere l’uomo, il perché è vario, il perché è vario però è una realtà, sono, dicia.., è chiaro che a noi arriva la patologia (come si fa a sapere se è arrivata una patologia? O se il Bambino è arrivato patologico? spesso non viene effettuato alcun accertamento prima degli interventi; e vorrebbero intervenire ancora prima.. ) poi ci saranno tante ottime madri (speriamo.. stavolta pare abbia dimenticato di correggersi per sembrare imparziale evidenziando così il pensiero sulle madri malevole), a noi arriva la patologia ma è sempre nella nostra panorama patologico, è sempre la donna che tenta terr.., proprio con protervia di escludere quest’uomo, una donna non sposata e c’era stata la promessa di matrimonio, una donna che è stata tradita, cioè ci sarà sempre un motivo per escludere e questo non è giusto, non è giusto”. (non ci sono errori nella trascrizione che è riportata sempre letterale.. sembra giusto, invece, se ad escludere è il Tribunale!)

“Io ho avuto un caso (sempre 38.000 minori!!!) eh tu.. una Bambina che credeva che il convivente, il nuovo marito della madre fosse il padre (incredibile.. è quello che pretendeva prima dalla Bambina con la Mamma deceduta e ciò per cui la nonna protesta!!!), il padre aveva protestato a lungo, ad un certo punto ho preso ‘sto caso, chiamo la Bambina, noi non lo sapevamo, la Bambina così, colì, e lei parla del ehm, di quest’uomo che chiama papà ed io dico: ‘ma insomma, tu lo chiami papà ma..’ e lei ha detto: ‘si, è il mio papà’, cioè la Bambina è cresciuta fino a 7 anni o 8 credendo che il marito della madre fosse il padre mentre dall’altra parte il marito protestava per tenere un rapporto con la Bambina, è una cosa assur.., adesso la Bambina ha ripreso i rapporti, va dal padre però, diciamo, non è che il padre sia un granchè di padre, la madre ha i suoi problemi, però la Bambina, un Bambino ha diritto di sapere chi è suo padre (ma una nipote pare non avere il diritto di sapere chi è sua madre suicida per non avere resistito al dolore del provvedimento di allontanamento; o forse non le si vuole far sapere a causa di cosa la ha persa per sempre!), poi il marito di ‘stà madre (l’imparzialità sembra definitivamente caduta ed il disprezzo per le madri sempre più esternato), oggi è di moda la fidanzata di Papà, la fidanzata di.. il fidanzato di Mamma, vabbè, sono le purtroppo la realtà di oggi ma almeno che sia chiaro chi è tuo padre (la madre però no, come ribadito prima per il caso di nonna Loretta), eh quale sa so.. è l’interesse superiore del Bambino, buone leggi, le nostre leggi, e ho finito, le nostre leggi sono buone leggi sul panorama internazionale (indubbiamente verissimo! Il problema è infatti chi le applica con discrezionalità folle!!!), quello che rimane è stato detto, ecco, siamo tutti noi convinti che nelle situazioni in cui è protagonista un Minore, c’è un Minore, è il suo interesse, è il suo interesse che va tutelato?” (Attenzione: forse stiamo per scoprire una nuova teoria universale Tribunalecentrica o solo Cavallocentrica che scavalca tutte le altre ed i Diritti sanciti dalle Convenzioni internazionali!!!)

“Questo, di questa cultura non siamo ancora permeati, però le nostre leggi sono buone leggi, a livello internazionale molte delle nostre leggi vengono guardate come modello, sia nel civile che nel penale (i nostri Tribunali però no, forse neanche dai cinesi estremisti, come dovrebbe essere chiaro dalle molteplici, ripetute condanne della Corte Europea), noi abbiamo ratificato tutte le Convenzioni, ehm, che sono a livello internazionale nell’interesse superiore del Bambino (salvo eluderle ed interpretarle, come avviene per il parere dei Minori, nell’interesse superiore dell’indotto delle procedure di allontanamento) e la eh.. diciamo e.. (ma cosa??? Cosa???) però non è permeata la cultura anche di coloro che sono coinvolti nelle situazioni di protezione (credo che intenda le vittime dei Tribunali dei Minori) che molto spesso favoriscono più l’adulto che non il Bambino (o piuttosto per il Business se non addirittura, si potrebbe sospettare, commercio del Minore), quindi quello che manca è la condivisione di questa cultura che il diritto del Bambino deve essere preminente, che il suo ascolto è un ascolto che dobbiamo fare (mi sfugge qualcosa.. chi lo impedisce??? Quando si pensa di cominciare???), che dobbiamo cercare di capire dopo averlo informato , dopo averne, dopo avere, come dire, essere convinti che il Bambino è in grado di esprimere la propria opinione dobbiamo ascoltarlo (Marcel nonostante una perizia che ne precisi la capacità di rendere testimonianza NON E’ MAI STATO ASCOLTATO!!!) e fargli capire che però non è che siamo tenuti a seguire ciò che dice ma che lo terremo in conto (…) che lui non è responsabile se sarà affidato alla madre o al padre (ma il condiviso di prima?) perché sarà deciso da tante persone che però vogliono sentire la sua voce (che però non si capisce ancora da cosa sono impedite dal sentirla adesso, cosa comunque ininfluente in quanto viene in ogni caso ignorata portando la voce di chi dovrebbe ascoltare spacciandola per quella del Minore sia che sia stato ascoltato sia che non lo sia stato!), questo, dunque, diciamo, noi Giudici minorili cerchiamo di attualizzarlo, è chiaro che ci può essere una defaillance perché dovunque ci può essere (una però!!!),  però lo sforzo totale di tutti gli uffici giudiziari è in questa direzione e vorremmo che anche quella dei cittadini comuni fosse in questa direzione che questo purtroppo non avviene sempre. (tacere ed acconsentire? Forse, però,i cittadini comuni e probabilmente anche i Minori vorrebbero che la Giustizia andasse in una direzione Giusta, o quantomeno seguisse una logica condivisibile; e quando questo non avviene e si moltiplicano le proteste, soprattutto in un ambito delicato come quello minorile, chi se ne occupa dovrebbe cominciare, dopo anni di risultati drammatici, a porsi qualche interrogativo sul proprio operato)

 

IN CONCLUSIONE..

Non so a Voi, ma a me sembra di avere sentito esternazioni attribuibili a soggetti che personalmente mi potrebbero apparire come gravemente disturbati ed anche in malafede.

Pensare che il futuro dei Minori possa dipendere da opinioni del genere mi rattrista ed addolora profondamente; indubbiamente vi è urgenza di provvedimenti seri.

Pur non condividendo la tesi degli interventi in ritardo ritengo sarebb einoltre  decisamente opportuno chiarire a che titolo, degli Enti così consapevoli che il loro intervento viene ed essere intrapreso dopo troppo tempo divenendo dunque almeno inopportuno quando non gravemente peggiorativo, insistano in ogni caso  ad accanirsi nell'effettuare comunque un intervento senza previsione di  ritorno dal quale il Minore non solo non ricava alcun giovamento, ma addirittura subisce ripercussioni prevedibili e spesso irrimediabili.

Le conseguenze subite da operatori in ambito Minorile “provati dall’esperienza” sono state oramai diffuse, ben note e riconosciute; buona documentazione in merito si può trovare, tra gli altri, negli studi del dottor Gardner, oramai noto creatore della teoria della PAS.

Che ci si creda o no rimangono Bambini allontanati per sempre dai loro affetti con motivazioni tanto futili da apparire a volta persino derisorie nei confronti dei Genitori, ed un sistema diagnostico e di accoglienza dal giro di affari multimilionario nel quale il Bambino rappresenta il bene oggetto dello scambio che, dal produttore iniziale passa per l’intermediario che lo tratta e lo piazza al consumatore finale del suo affetto perfezionandone il bisogno di genitorialità insoddisfatto e restituendo, sulla larga scala di famiglie indiscriminatamente pluriaffidatarie, persino un ingente corrispettivo con un margine degno di una florida azienda familiare.

Venite, ce ne è per tutti, basta associarsi al rappresentante giusto.

Audio Integrale della Interrogazione a cura di Radio Radicale.

13 Dicembre 2012

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Iniziativa "Non voglio essere complice!"

B A S T A   U N A   M A I L !!!

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Diamo voce e parola al pianto dei Bambini allontanati dalle loro famiglie che vogliono tornare a casa, fuori dalla detenzione in strutture, famiglie di sconosciuti, e da ambienti sospetti di corruzione, conflitto di interessi e speculazione.

Protestiamo contro l'operato del Garante per L'infanzia che tenta di oscurare gli appelli.
 
 
Appoggiamo Barbara D'Urso e "Chi l'ha visto?" che stanno dando ampio spazio ai casi.
 
Affianchiamo la commisione Infanzia e il presidente della commissione On. Mussolini che si sta interessando attivamente
Mail Bombing per sostenere i Minori.
 
- Copia ed incolla i dati ed i testo.
 
 
Inviare le Mail agli indirizzi:
 
carabarbara@mediaset.it; 8262@rai.it; mattinocinque@mediaset.it; brambilla_m@camera.it; alessandra.mussolini@senato.it; com.infanzia@camera.it; rosettaenza.blundo@senato.it;
zampa_s@camera.it; cesaro_antimo@camera.it; antezza_m@camera.it; ornella.bertorotta@senato.it; valeria.cardinali@senato.it; nunzia.catalfo@senato.it; mario.ferrara@senato.it; rosanna.filippin@senato.it; antonio.gentile@senato.it; stefania.giannini@senato.it; manuela.granaiola@senato.it; donella.mattesini@senato.it; venera.padua@senato.it; franco.panizza@senato.it; francesca.puglisi@senato.it; francesca.puglisi@senato.it; maria.rizzotti@senato.it; annalisa.silvestro@senato.it; maria.spilabotte@senato.it; erika.stefani@senato.it; bobba_l@camera.it; bueno_r@camera.it; calabria_a@camera.it; dincecco_v@camera.it; giammanco_g@camera.it; giordano_silvia@camera.it gullo_m@camera.it iori_v@camera.it; lupo_l@camera.it; nastri_g@camera.it; nicchi_m@camera.it; petrenga_g@camera.it; scuvera_c@camera.it; sorial_g@camera.it; tinagli_i@camera.it; zanin_g@camera.it; segreteria@freemarcel.org
 
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Oggetto: IO NON VOGLIO ESSERE COMPLICE!
 
 
Protesto vivamente, riguardo alle numerose segnalazioni di abusi su casi di Allontanamento di Minori dalle loro Famiglie, per la inaccettabile posizione intrapresa dal Garante Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza, nonchè presidente UNICEF Italia con la quale si intende impedire la diffusione dell'informazione su questi casi e la copertura degli abusi, presentandola impropriamente come tutela del minore.
 
 
Sono a conoscenza dell'esistenza di appelli di Famiglie o Genitori che chiedono disperatamente aiuto per i loro Bambini, violentemente strappati dai loro affetti, lasciati soli dalle nostre istituzioni senza possibilità di esprimersi e difendersi in alcun modo, ed internati come malviventi all'interno di strutture, famiglie di sconosciuti, Istituzioni estere, in un circuito gravemente sospetto tra conflitti di interessi e corruzione.
 
 
L'autorità Garante per l'Infanzia deve difendere i Minori oltre che nei diritti, dalle speculazioni e dalle torture Giudiziarie.
 
 
IO NON VOGLIO ESSERE COMPLICE DI QUESTO SISTEMA!
 
 
Aderisco all'appello di:
Organizzazione Free Marcel Onlus
 
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Chi è coinvolto in un caso personale aggiunga:
Segnalo inoltre il mio caso personale a difesa dei diritti del mio Bambino.
 
 
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26 Ottobre 2012
 
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Non lasciamo soli questi Bambini!

 

 

Come un fiume in piena, che travolge tutto e lascia dietro di sé solo fango e qualche sasso, così il grave dramma di un bambino, dopo solo pochi giorni, potrebbe lasciare dietro di sé solo strumentalizzazioni e qualche sbiadito ricordo..

Ma l'episodio accaduto non è che una piccola goccia nell'oceano giudiziario minorile; ogni giorno almeno 80 bambini in media subiscono procedure di allontanamento forzoso, senza clamore e presumibilmente con la stessa snaturata violenza, quantomeno sentimentale ed emotiva, sul minore.

A fronte della convinzione comune che l'allontanamento di un minore debba essere fondato solo ed esclusivamente su motivazioni serie, gravi e certe, si redigono invece decreti e provvedimenti basati su ipotesi o pareri, che, in quanto tali, rappresentano solo una opinione soggettiva, lasciando così decadere il requisito fondamentale della oggettività che dovrebbe essere caratteristico di ogni azione giudiziaria, soprattutto in ambito minorile; senza dimenticare inoltre che all'interno di questo ambito, vengono racchiusi procedimenti che coinvolgono infanti e persino neonati, in alcune occasioni addirittura ancora prima della nascita.

Nel caso dei soggetti sottoposti ad incontri protetti, teoricamente finalizzati ad accertare il rapporto di affettività tra genitore e minore, ecco che potrebbe realizzarsi la inverosimile circostanza della poppata protetta, alla ricerca di una chissà quale evidenza di rapporto anaffettivo tra mamma e poppante.

Di questa realtà, però, poco o nulla si conosce, anche nella ingenua convinzione generale e diffusa che mai potrà interessare famiglie che conducono una vita solitamente tranquilla, armoniosa e progettuale, e solo quando si fibisce tra gli artigli dei procedimenti minorili, ci si rende conto delle nefandezze delle modalità che spesso ne caratterizzano il funzionamento.

Le diffuse convinzioni comuni che spingono all'astio verso gli operatori del settore, inoltre, danno chiara evidenza di una conoscenza distorta della problematica, basata invece soprattutto, su sentenze dalle conclusioni spesso illogiche, forzate o fondate su presupposti che in alcuni casi sembrano rasentare la follia.

Lontano dal volere prendere anche solo minimamente le difese di una delle parti di un conflitto, vorrei invece richiamare l'attenzione sul grande dimenticato, il bambino, e su tutti i minori che, come lui, si ritrovano loro malgrado improvvisamente vittime di un sistema che nasconde i propri abusi, sotterrandoli impietosamente dietro parole apparentemente innocue e positive quali, privacy, protezione, benessere supremo, che nascondono invece realtà crudeli come, separare, scollegare, resettare. Tecniche che vengono eseguite con la massima prudenza persino se praticate su un comune pc, ben sapendo che potrebbe trattarsi di operazioni senza ritorno, con possibilità permanente della perdita di tutti i dati precedentemente immessi e che operate sulla mente di un Bambino equivalgono a spezzarne l'esistenza a metà. Ciò nonostante vengono effettuate con la delicatezza e la cautela di un attacco militare; con tali motivazioni, inoltre, i Genitori vengono messi in condizione di non potere protestare in alcun modo per denunciare gli abusi subiti dal proprio Bambino, se non rischiando, a volte, anche sacrificando la propria libertà oltre che tutti i propri averi.

Procedure del genere non possono avere scusanti, non devono essere giustificate né tollerate, né tantomeno considerate come eventi rari ed occasionali, e come tali dimenticate. Questa disgrazia, questo strazio, deve darci invece l'occasione di informarci sul funzionamento di questo apparato.

La considerazione che una famiglia che si rovina sacrificando tutte le proprie disponibilità e forze nel disperato tentativo di ricongiungere i contatti con il proprio bambino e riportarlo a casa possa essere incapace di accudire il proprio bambino non può in alcun modo apparire verosimile. La corruzione di un minore sotto la promessa del rientro a casa ed il  ricatto della detenzione in una comunità non può apparire la normalità e rientrare nella moralità.

L'interpretazione del parere del Minore non può essere ritenuta considerazione delle sue opinioni. Una Giustizia Minorile pluricondannata dalla Giustizia Comunitaria, in violazione di leggi e regolamenti, non può apparire credibile nella applicazione della legge e soprattutto nel rispetto dei presupposti e delle intenzioni morali del legislatore.

Non perdiamo questa occasione, i bambini coinvolti in queste procedure non hanno alcuna arma a loro difesa né possibilità di chiedere aiuto, solo il nostro interesse può essere loro di conforto, cerchiamo notizie, informiamoci, interessiamoci, partecipiamo, chiediamo chiarimenti sul tema, in modo da poterci formare una opinione corretta e consapevole; i comuni mass media poco riportano su questi temi, ma il web è una miniera di informazioni ed appelli.

Appelli che vengono generalmente e sistematicamente oscurati, minimizzati, ignorati. Ma i bambini coinvolti sono ormai così tanti che, anche a volersi inventare dei nomi, se ne indovinerebbe comunque uno coinvolto in un caso; Anna Giulia, Aurelio, Christian, Leonardo, Elia, Elisa, Marcel, Nicolò, Ruben, e tanti altri ancora, vogliono tornare a casa ed hanno tutti dei Genitori che cercano disperatamente di riportarli nella loro famiglia.

Purtroppo, abbiamo potuto vedere tutti l'interesse dedicato a questo tema dalle Associazioni Internazionali, limitato ad ignorare gli appelli ed addirittura a pubblicare inopportune pubblicità alla ricerca di donazioni, sfruttando il dramma dei Minori.

Io stesso, rilevata l'assoluta mancanza di attenzione, in un tentativo disperato ho tentato contatti all'estero ricevendo risposta solo dal Comitato Estero di una Associazione Internazionale che mi ha confermato di avere provveduto all'inoltro degli appelli al Comitato Italiano, ma nonostante questa conferma autorevole, non è mai stata prestata alcuna considerazione.

E' mia radicata opinione che Enti ed Istituzioni ignorino gli appelli per non essere costretti nel dover dare risposte molto, molto imbarazzanti.

E' opportuno, dunque, per ovviare a questo imbarazzo, cercare di addentrarsi nelle pieghe di questo sistema, in modo da scoprirne le gravi lacune ed accertarne le inaccettabili conseguenze, spesso celate da un discutibile spirito di cameratismo omertoso degli addetti ai lavori, complici, a volte inconsapevoli a volte dolosi, di attività ad alto sospetto di corruzione e conflitto di interessi.

Rifiutare di informarsi e di interessarsi ad una problematica così grave non esclude da una propria responsabilità morale e tutti noi, semplicemente informandoci, possiamo dare un senso a quanto accaduto ed una possibilità di speranza a questi Bambini, che non dobbiamo lasciare soli.

21 Ottobre 2012

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Viva la PAxS..
 

Considerando Ancora l'alto interesse suscitato finalmente sul tema dell'allontanamento dei Minori dalle recenti violenze perpetrate durante l'allontanamento di un Bambino nella sua scuola di Padova, ci permettiamo di presentare e commentare la seguitissima puntata di Porta a Porta dedicata al caso.

La puntata del 16 Ottobre 2012

Vedere padri che concordano con l'incaprettamento di un Bambino è agghiacciante, ed usare il dramma di un Bambino per pubblicizzare la PAS vergognoso.

Ci fa sorridere sentire dire che si accusa il padre senza conoscerlo da persone che accusano la madre senza conoscerla.

L'onorevole Mussolini, ha perfezionato osservazioni perfettamente corrette evidenziando anche come le caratteristiche delle strutture siano assolutamente inadeguate.

Il garante Nazionale ha prodotto delle dichiarazioni aberranti ed inaccettabili rispetto ai ruoli che ricopre; le denunce e le segnalazioni vanno avanti da anni ed il "tavolo di confonto" avrebbero anche potuto farlo un pò prima; ascoltando le dichiarazioni rilasciate finora viene da prevedere che non ci può essere da aspettarsi niente..

Dire che un video non chiarisce quello che è accaduto è negare l'evidenza e, tollerare simili affermazioni, segno di collusione.

Nel sentire le osservazioni di Timperi e le dichiarazioni dell'avvocato Coffari parrebbe che il comportamento collimante con una diagnosi di PAS, anche in riferimento alle numerose denunce presentate, sia incredibilmente quello del padre, cosa che però non è stata neanche ipotizzata pur di sostenerlo per cameratismo; il problema non sembra PAS o bigenitorialità ma fazioni tra uomini contro donne, misoginia allo stato puro.

Non capiamo inltre come Timperi possa sostenere che la polizia abbia operato correttamente visto che la polizia NON HA OPERATO, ma semplicemente osservato mentra il Bambino veniva incaprettato.

Le modalità dell'accaduto sembrano sempre misteriosamente decise da un'entità superiore e direi che così non è, tranne di volere considerare tale un Tribunale; non è ben chiaro inoltre a che titolo sia stato previsto che l'azione dovesse essere stata realizzata dal padre, ed ancora nel provvedimento non risulta si parlasse della presenza della CTU, consulente IMPARZIALE, che molto poco sembra avere evidenziato la sua imparzialità; anche riguardo a questo l'onorevole Mussolini ci ha stupito per la sua preparazione.

Ci pare inoltre che si stia gravemente creando confusione tra il diritto del Bambino a vedere entrambe i genitori, e l'obbligo a frequentarne uno che lo ha incaprettato.

Il diritto all'ascolto del Minore viene regolarmente DISATTESO e le interpretazioni delle parole del Bambino altro non sono che una angosciante scusa per fare del Minore quello che si vuole qualunque cosa dica, strumentalizzando le parole di un soggetto che non ha le capacità di controbattere e non avrà mai più la possibilità di potere esprimere il proprio parere.

Se non ci fosse stata la esposizione ai media dell'accaduto, probabilmente la madre non avrebbe mai più rivisto il Bambino, con buona pace dei sostenitori della bigenitorialità che a fronte di tante parole chiedono invece una monogenitorialità inversa, ed infatti anche su questo non mi pare che Timperi abbia proferito parola.
Prova indiscutibile di questo mi pare sia inoltre il caso di Marinella Colombo, icona della bigenitorialità che mai, nè in tribunale, nè in pubblico, nè in privato ho mai sentito parlare di esclusione del Padre dalla vita dei Bambini seppur privata dell'affetto dei suoi figli a favore unico del Padre grazie ad una Giustizia servile, eppure esclusa dai gruppi per discriminazione di sesso.

Indiscutibilmente condivisibili le osservazioni del dottor Crepet.

La polizia deve far rispettare le sentenze, le sentenze devono rispettare la morale, la Costituzione, i Diritti riconosciuti dalle Convenzioni internazionali.

Riguardo al video dell'avvocato Coffari, le sue affermazioni oltre a non sembrarci affatto imbazzanti, ci pare evidenzino che abbia semplicemente eseguito, e molto bene, il suo lavoro; non ci sembra che dire ad un Bambino di esprimere quello che prova sia un delitto e condividiamo pienamente i suoi suggerimenti.

La sindrome di alienazione esiste, indubbiamente, ma in tutte la comunità e gli ambiti; considerare una casistica che racchiuda solo ed esclusivamente l'ambito genitoriale sembrerebbe potere servire solo a giustificare provvedimenti tragici su minori innocenti.

In questi giorni abbiamo assistito al funerale de Diritti dei Minori ed abbiamo potuto vedere, ad amara conclusione di questa trasmissione, l'unico, vero, grande interesse delle Associazioni che si presentano come promotrici di questi Diritti: chiedere soldi ed incassare; di risposte agli appelli che le vangono rivolti, intanto, neanche l'ombra.

NON DOBBIAMO ESSERE COMPLICI DI QUESTO SISTEMA.

17 Ottobre 2012

 

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Lacrime e Sangue!

 

In risposta ad un articolo pubblicato sul Magazine "Caffè News" a firma Martina Casigliani, commentiamo e pubblichiamo.

L'articolo

Non  ci trasmette per niente commozione quello che ha scritto, ci commuove vedere un Bambino incaprettato e trascinato come un sacco con cadavere su un auto di gangster.

Certo che le assistenti sociali conoscono gli allontanamenti, il problema è che sono sempre stati nascosti i metodi e le motivazioni; e che gli addetti ai lavori, perfettamente consapevoli dello scempio, li nascondono omertosi, complici del sistema.

Non ci interessa cosa dicono gli esperti del settore che dal settore lucrano e guadagnano prestigio, ci faccia sentire il parere di uno dei Bambini salvati, ci faccia sentire il parere di un adulto che da Bambino ha subito un trattamento simile, perchè il parere di operatori che spesso il Bambino non lo hanno neanche mai visto non ci sembra attendibile, perchè una dichiarazione di abbandono su un Bambino che ha genitori che cercano in tutti i modi di riportarlo a casa sacrificando tutto quello che hanno, non ci convince.

Il lato scomodo di questa storia sono il business del Minore ed i milioni di euro che vengono elargiti agli operatori del settore.
La dichiarazione più difficile da fare sembra ammettere che ci sono stati troppi errori per potere credere ancora che siano casuali, e che la lentezza della nostra Giustizia non è in grado di coinciliarsi con  tempi di un Minore che cresce.

Mandare il video in onda è servito a mostrare a milioni di persone che si rifiutavano di crederci, la violenza, la brutalità, l'illegalità (il genitore non ci pare avrebbe dovuto impossessarsi del minore, la CTU, che dovrebbe essere un consulente imparziale al di sopra delle parti, non ci risulta avesse alcun titolo di partecipare all'operazione), le violazioni dei Diritti dei Minori che si realizzano in queste procedure.

La scusa della alienazione del Bambino non può che apparire ridicola di fronte alla alienazione che subirà da parte di chi cercherà di convincerlo che è stato incaprettato e pestato per il suo bene.
Parlare di PAS dopo una azione del genere è come obbligare un genitore consapevole che il coniuge pesta il comune figlio ad assecondare il genitore violento per non essere accusato di alienazione; ed in ogni caso, a queste condizioni, il Bambino verrebbe portato via alla coppia, subendo una ulteriore violenza.
Credo che la PAS andrebbe sostenuta con altri argomenti.

Il Bambino non può diventare la vittima da sacrificare negli eventi di conflittualità tra i genitori, perchè punire il Bambino per un errore di uno od entrambe i genitori?

Se parlare di Diritti dei Minori le pare un argomento inutile, nessuno la obbliga ad affrontarlo e mi auguro che non lo consideri tale avendolo trattato; trattarlo serve ad evidenziare che esiste una gravissima problematica di giustizia Minorile che non viene trattata e viene sistematicamente oscurata o minimizzata come si sta cercando di fare con questo caso.
Allontanare un Bambino da una situazione di disagio può essere una cosa giusta, rendere orfano e senzatetto un Bambino con famiglia e casa ci sembra decisamente diverso.

Il lavoro di un Assistente Sociale non è allontanare Minori, dunque o la mamma non ha capito il suo ruolo o non ha nulla da temere nè da spiegare.
I Minori inoltre vengono allontanati non dagli Assistenti Sociali ma dai decreti dei Tribunali, e questo un Assistente Sociale dovrebbe saperlo, come dovrebbe sapere anche in che stato versa la giustizia minorile; e nascondere questa realtà non è errore ma dolo.
La sentenza sulla contesa non spetta a noi ma il dovere morale magari sì, chiunque abbia ragione non è autorizzato a maltrattare un Bambino, men che meno ad aiutare altri che lo maltrattano in pubblico.

Quello a cui abbiamo assistito è una scena pietosa di una realtà tragica, e quel tam tam può servire a Leonardo ed a tutti i Bambini nelle sue condizioni ad ottenere rispetto per loro e per i loro Diritti sanciti anche da Convenzioni Internazionali laddove il buon senso non arriva autonomamente, e l'Italia e uno dei Paesi rei di violare sistematicamente le Convenzioni.
Nessuno di noi sarà migliore finchè sarà complice di questi reati.

NON DOBBIAMO ESSERE COMPLICI!

 

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Cattive abitudini!
 

In occasione della diffusione delle riprovevoli immagini di un Bambino prelevato dalla propria scuola con modalità indiscutibilmente violente e lesive, riportiamo la nota di Aurelia Passaseo unitamente ad un documento che conferma come la prassi dei Tribunali di autorizzare l'intervento della forza pubblica in occasione dell'allontanamento dei Minori sia abitudine radicata nel tempo:

Fermo restando che il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine intervenute in questa triste ed amara vicenda è esecrabile e da condannare, pongo l'attenzione su un'altro aspettto riguardante l'allontamento dei bambini dalle loro famiglie, siano essi genitori separati e non, che nessuno o perlomeno pochi conoscono (solo gli addetti ai lavori).

Trattasi dei provvedimenti assunti dal Tribunale per i Minorenni, unico organo autorizzato ad assumere provvedimenti provvisori o definitivi riguardanti i minori che, alla fine dei provvedimenti emessi, contengono sempre inserita una clausola in cui si autorizza la richiesta di utilizzo anche della forza pubblica da parte dell'Ente che dà esecutività al decreto del Tribunale per i minorenni.

A questo punto vi è la necessità non solo di condannare l'operato delle forze di polizia, ma anche quello dell'Ente che dà esecutività al decreto emesso dal Tribunale per i Minorenni, ma la peggior condanna deve essere rivolta al Tribunale per i Minorenni che autorizza sempre l'utilizzo delle forze di polizia in situazioni di questo tipo.

Ora non resta altro che domandarsi chi ripagherà i danni ed i traumi causati a questo bambino che è stato trattato alla stregua del peggior criminale, ed a tutti i bambini della scuola che hanno assistito a questa scena che definire vergogosa è come sorridere davanti ad un film cinepanettone?

Signori Giudici dei Tribunali per i minorenni, gentilmente, mi sapete dire quale sia il tanto decantato INTERESSE DEL BAMBINO DI CUI VI ARROGATE IL DIRITTO DI VOLER DIFENDERE?

Perchè a questo punto, questo, non si chiama fare l'interesse del bambino, ma trattare i bambini alla stregua del criminale più incallito.

Aurelia Passaseo
per Free Marcel Organizzazione

 

 

 

 

 

 

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Un decreto datato 1993

12 ottobre 2012








 

 

Pisa pia, Milano profana.

Un po’ in ritardo ci ricolleghiamo alle parole del Sindaco di Milano che, ancora una volta, conformemente con altre occasioni nelle quali è stato affrontato l’argomento, ha motivato l’inclusione delle coppie gay nello statuto della adozione di Minori sostenendo che, per un Bambino in stato di adottabilità, sia preferibile una famiglia composta da genitori omosessuali piuttosto che nessuna famiglia come ad intendere che ci si trovi di fronte ad una grave carenza di famiglie che si offrano per accogliere Bambini in affidamento od adozione.

Tralasciando di affrontare l’argomento della legittimità o meno  della possibilità di aderire allo statuto della adozione per le coppie gay in quanto non è questa la sede opportuna, queste parole, però, sottintendono come assunto delle convinzioni che non corrispondono alla realtà, palesando come la conoscenza comune riguardo lo statuto della adozione sia gravemente distorta:

le supposizioni che vi sia carenza di presentazione di genitori affidatari od adottivi e che un Bambino in stato di adottabilità sia sempre senza famiglia sono, infatti, assolutamente irreali!

E’ notoriamente risaputo e facilmente accertabile come, una famiglia che decida di intraprendere un percorso che possa portarla alla nascita di un rapporto di affidamento od adozione, si trovi ad affrontare un complesso ed estenuante percorso, della durata in alcuni casi stimabile in una decina di anni, alla conclusione dei quali, tropo spesso, la famiglia desiste dai propri tentativi ricorrendo inevitabilmente a rivolgersi al mercato delle adozioni extranazionale o extracontinentale, ottenendo così, in breve tempo, l’agognato oggetto dei propri desideri..

Già così, però, esaminando lo sforzo, ed a volte l’accanimento, sostenuto da queste famiglie, viene da chiedersi quale bisogno soddisfi questo percorso, se il fine, cioè, sia rappresentato dal desiderio di dare un futuro ad un Bambino che si trovi in condizioni di disagio o dal bisogno di soddisfare un proprio disagio interiore.

La disponibilità nel seguire questo percorso, comunque, lascia indubbiamente chiarire come non vi sia alcuna carenza nella offerta di disponibilità da parte delle famiglie ad accogliere i Minori e può legittimare un ampio margine di dubbio circa la sensatezza e la correttezza delle svolgimento delle procedure che, alimentando la crescita di una già fortissima e motivata domanda, così strutturate possono confermare gravi sospetti sull’esistenza di un radicato business del Minore intorno al quale orbitano una infinita quantità e tipologia di soggetti dai potere fortemente equivoci e contraddittori, spesso in conflitto tra loro e di interessi.

Tali sospetti possono ancora trovare ampia giustificazione nella considerazione che parte di questi Bambini non siano assolutamente senza famiglia, ma ne abbiano addirittura una che lotta duramente nel tentativo di riportarli a casa, con sforzi e conseguenze tali che non lasciano certo trasparire un possibile stato di trascuratezza verso gli interessi del Minore che, eppure, viene considerato in stato IRRECUPERABILE di abbandono legittimando l’operato come dei LADRI DI BAMBINI.

Ancora dovrebbe lasciare perplessi, considerando i tempi geologici della lunghezza dei procedimenti, come nel caso di Bambini che si trovino in una situazione di conflitto giudiziale, tecnicamente definiti “a rischio giuridico”,  riescano miracolosamente a trovare in tempi brevissimi, in alcuni casi solo pochi mesi, famiglie adottive pronte a tutto.

Le numerose VITTIME di queste procedure sono vittime reali e che esaminando le recenti cronache sembrano addirittura apparire in costante aumento. Vite spezzate di Genitori che non hanno retto alla disperazione di una lacerazione così grave e violenta portando sempre più spesso con sé il proprio Bambino e coinvolgendolo nel tragico gesto, che hanno ritenuto probabilmente, a modo loro e nel loro irrazionale strazio, di potere salvare solo così dalla mani di sconosciuti che volevano appropriarsene, ed autoproclamatisi senza averne le fattezze ma in nome della legge genitori più idonei di una famiglia vera; e poco importa se il loro intento ha portato alla morte di Genitori e Bambini, evento evidentemente considerato prezzo da pagare per un non identificato “interesse supremo del minore” e per il raggiungimento del bene comune.

I BAMBINI VOGLIONO TORNARE A CASA!!!

02 0ttobre 2012

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LA VETRINA!

Quando la realtà criminale supera la fantasia onesta!

Indice:

-  Vuoi il Bambino di un altro? Gli annunci dei Bambini..

-  Le istruzioni su come bypassare il sistema..

-   Il salto della tappa, l'agilità dell'handicap..

Rischio giuridico, l'alta velocità adottiva..

-  Requisiti? No, grazie! Quando l'affido diventa adozione senza requisiti..

-  Torna a casa, no, tu no! Benessere superiore del tutore!
   Quando l'affido diventa abbandono nella famiglia affidataria..

Corsi serali! affidatario in 5 giorni..

-  "Inconsapevole" leggerezza del rischio giuridico, cambiamento dei dati..

Nota: Alle famiglie che si rendono disponibili è riconosciuto un contributo mensile minimo di 443,12 € ed una copertura assicurativa.

 

* *   * *   In Aggiornamento  * *   * *

 

GLI ANNUNCI DEI BAMBINI:

Fonte: Varie (Avvenire, Ai.Bi., Aiutatemo myblog, Cam minori, Repubblica.it)

Milano o Lecco, mamma vedova..

Maria, Marta e Margherita sono tre sorelle di 5, 10 e 16 anni che cercano urgentemente una o più famiglie, magari amiche, che si possano occupare di loro. Maria frequenta la prima elementare, è vivace, ama le favole e giocare con le bambole. Anche Marta frequenta la scuola elementare, fa un po' fatica a concentrarsi, ma studiare le piace molto e si impegna. Margherita è la sorella maggiore, frequenta le superiori e ha tanta voglia di stare con gli amici. è una ragazza tranquilla e responsabile. In questo momento si trovano in comunità perché il papà è deceduto da diversi anni e la mamma, provata dalla morte del marito, non riesce a occuparsi di loro. Si cercano famiglie con o senza figli, possibilmente con una mamma affidataria molto presente. I nuclei devono essere disponibili ad accoglierli per un tempo pieno e per un periodo medio lungo e risiedere in provincia di Milano o Lecco.

 

Monza, un bel Bambino, genitori conflittuali..

Paolo è un bel bambino di 8 anni a cui piace disegnare e leggere, anche se a scuola fa un po' fatica; ama molto lo sport. Intelligente e desideroso di affetto, si trova in comunità da circa un anno e mezzo insieme con i suoi fratelli perché i genitori non possono occuparsi di loro. Il bambino ha vissuto male i conflitti tra madre e padre, a volte aggressivi e violenti, a volte incuranti dei bisogni dei figli. Per questo Paolo ha un forte bisogno di attenzioni e di essere accolto in una famiglia (residente in Lombardia) con una mamma casalinga o che lavori part-time, senza figli o con figli più grandi di lui per un progetto di affido che sarà a lungo termine.

 

Albiate, amorevole Miriam..

Ultimo anno della scuola materna per Miriam, 5 anni, benvoluta sia dalle insegnanti che dagli altri bambini grazie al suo atteggiamento timido e dolce. Ama molto disegnare e raccontare storie in cui rivela il suo sogno di una vita diversa. Da qualche tempo vive in comunità perché i suoi giovani genitori non si possono prendere cura di lei, troppo presi dai loro guai. Miriam ha molte potenzialità che hanno però bisogno di qualcuno che le possa incoraggiare e far venir fuori. Ha bisogno di recuperare tutte le attenzioni che le sono mancate, per questo si cerca una famiglia (tra Monza e Brianza o provincia di Lecco) senza figli oppure con figli già grandi, che si possa prendere cura di lei a tempo pieno e per un lungo periodo.

 

Milano, "Sano come un pesce", in saldo di fine stagione:

Solo pochi giorni, fino a martedì, per adottare un ragazzino cinese di 13 anni, Hao, che ne ha trascorsi sei in istituto. «Sano come un pesce», stando da quanto dicono le schede redatte dal medico del distretto di Chengdu. Occhi neri e mobilissimi che raccontano tutto del suo carattere. Combattivo e resistente, al suo ingresso in istituto Hao era alto 112 centimetri e pesava solo 19 chili, ma aveva già occhi luminosi e inquieti che gli facevano registrare tutto ciò che si muoveva attorno a lui. All'interno dell'istituto si è rivelato da subito un bambino estroverso con buone capacità di adattamento. Nervoso e fragile, non aveva ancora un forte senso del gruppo e tendeva a proteggersi dagli altri. Se i bambini gli prendevano i giocattoli lui, magrolino com'era, reagiva spintonandoli. Poi è entrato nel programma «Little Sister» assieme ad altri bambini e ha iniziato a socializzare. I volontari gli raccontavano storie, gli facevano vedere cartoni animati e pian piano Hao ha imparato anche a essere meno aggressivo. Finché una casa famiglia lo ha accolto. Al contatto con il calore di una coppia e di altri bambini è cresciuto tanto. è stata la carezza di madre a trasformarlo in un bambino attento che dà retta agli adulti ed è tenero con i più piccoli. Nel 2007 ha iniziato la scuola. Dopo i primi mesi di difficoltà, anche stavolta Hao è stato una rivelazione per il suo spirito di adattamento e oggi è un bravo studente che ama lavorare e dare una mano nelle pulizie. Ma non ha mai smesso di sperare in una famiglia vera. In Cina i minori, quando compiono 14 anni, vengono mandati fuori dagli istituti per essere ospitati in altri centri fino ai 19 anni. E dal compimento del 14° anno d'età, che avverrà a giorni, non possono più essere adottati.

 

Piemonte, l'imbarazzo della scelta:

 

Prima Segnalazione

A, maschietto di quasi 13 anni, un bel bambino volonteroso di avere una famiglia che non ha mai avuto. Affetto da ritardo mentale medio grave; è un bambino che necessita di una famiglia, anche con figli grandi, che investa su di lui, senza aspettarsi molto; A. non sarà mai autonomo, nel senso di guidare o avere un lavoro, ma per esempio inserito in ambiente di artigiani o commercianti potrà essere un valido aiutante; ha un fisico magro e gli piace ballare , fare ip pop , è simpatico e volenteroso, in comunità da almeno tre anni; l'ideale sarebbe una famiglia in Piemonte, però si può valutare anche non troppo lontano da tale regione. Adozione o Affidamento senza limiti di tempo.

Seconda Segnalazione

S, femminuccia di quasi 12 anni, dichiarata adottabile a seguito di gravi maltrattamenti e trascuratezze, inserita in comunità terapeutica nel 2008, a seguito di forte problematicità e agiti aggressivi; ad oggi la bambina è inserita ancora in comunità, ma è decisamente migliorata, tanto da desiderare una famiglia tutta per sè e frequentare famiglia "amiche" di supporto alla comunità; a scuola ha l'insegnante d'appoggio.

Occorrerebbe una famiglia disposta all'adozione o in subordine una famiglia affidataria a lungo termine ( per indenterci sino almeno alla maggiore età).

Qualunque regione, preferibili regioni del centro nord.

Terza Segnalazione

R, maschietto di quasi 11 anni, da due anni in comunità, anche se il dispositivo del TM è per affido familiare; il b/o è figlio di un italiano e di una tailandese, con una storia familiare caratterizzata da grave trascuratezza materiale ed affettiva, sospetto abuso da parte del padre, che non vede più; si incontra con la madre, ma i momenti di visita potrebbero essere diradati, la diagnosi è di disturbo disinibito dell'attaccamento dell'infanzia, con necessità urgente di reperire una famiglia, che gli dia attenzioni e cure; attualmente è migliorato, ha supporto psicologico, all'inizio era un bambino instabile nella relazione, molto angosciato, sfuggiva al contatto visivo e fiisico, ma al tempo stesso ricercava contenimento e rassicurazione; a scuola ha l'insegnante d'appoggio. Regione preferita il Piemonte, però si può valutare anche non troppo lontano da tale regione. Affidamento

 

Vercelli, offerta speciale:

Il Consorzio per l’attività socio-assistenziale di Gattinara (VC) cerca famiglie disponibili all’accoglienza di bambini per un affido residenziale o anche solo diurno.
L’affido familiare è un appoggio temporaneo dato ad un minore che vive in una situazione familiare difficile.
Possono diventare affidatari nuclei familiari con o senza figli oppure persone singole, (senza limiti di età) che siano state conosciute dagli operatori del servizio.
è riconosciuto un contributo mensile minimo di 443,12 ed una copertura assicurativa.Alle famiglie che si rendono disponibili.
In particolare stiamo cercando famiglie per:
- un bambino di 12 anni che da anni è inserito in una comunità ed è in attesa che una famiglia lo accolga perché non può più rientrare presso il suo nucleo d’origine;
- un bambino di 5 anni e la sua sorellina di 4 anni. La loro mamma lavora come badante e non riesce, per il momento, a occuparsi di loro.

 

Bianca, 5 anni consapevolissimi:

Bianca, cinque anni, vive in comunità. I suoi genitori, giovanissimi e immaturi, non trovano le risorse per seguire la figlia. Il papà, troppo emotivo, non sa controllare le sue reazioni, mentre la mamma, estremamente confusa e altalenante, non riesce ad accudire la bambina, che è cresciuta tra continui litigi e in un ambiente dove mancavano le più elementari regole igieniche. Bianca si è perfettamente resa conto della situazione e ha chiesto agli operatori della comunità di venire inserita in una famiglia che le voglia bene e la segua finché il papà e la mamma non avranno recuperato un giusto equilibrio. Per Bianca il Centro ausiliario per i problemi minorili sta cercando una famiglia residente nell'hinterland milanese, desiderosa di accoglierla e di darle le attenzioni, la sicurezza e la stabilità affettiva che la bambina richiede.

 

Lombardia, chi più ne ha più ne metta:

Helen ha tre anni. Vive, dalla nascita, in una comunità con la madre che, resasi conto di non essere in grado di allevarla, ha ora chiesto che la figlia venga accolta in una famiglia. Per lei è un vero sacrificio e chiede di poterla incontrare spesso. Helen è socievole, molto vivace e intraprendente, capace di creare legami profondi.

Christian ha otto anni e da due vive in comunità. La mamma, maltrattata dall'ex-marito, non pare riconoscere i bisogni emotivi di suo figlio. Lui è affettuoso e sensibile, a tratti oppositivo e provocatorio, ma anche in grado di stare alle regole se si trova in una relazione stabile e sicura.

Jasmine ha undici anni, è nata in Marocco, ha alle spalle un'infanzia difficile segnata da abusi in famiglia.

Stefano ha nove anni, ha perso il papà e la mamma non può occuparsi di lui.

Lisa ne ha sette, vive con la nonna che, ormai molto anziana, ha chiesto aiuto ai servizi sociali.

Giulio ha genitori separati con gravi problemi di salute, è intelligente, ama leggere e le materie scientifiche.

Il Tribunale dei Minorenni di Milano cerca una famiglia, anche con figli adulti ed autonomi, che si senta disponibile ad accogliere in adozione Marianna, una ragazza diciassettenne, di origine centroafricana, nata in Italia. I suoi genitori, sono deceduti qualche anno fa. Marianna, per le sue precedenti esperienze di vita, sul piano psicoaffettivo esprime condotte e sentimenti propri di una fanciulla di età inferiore. E’ intelligente e sensibile, frequenta il secondo anno di scuola superiore alberghiera. Marianna è molto desiderosa di avere una fam. affettuosa e paziente che si occupi di lei e le offra solidità. Chi è interessato ad accogliere questo appello è pregato d’inviare un fax.

 

Istruzioni su come BYPASSARE IL SISTEMA:

Fonte: Cercounbimbo.net - forum

http://www.cercounbimbo.net/forum/lofiversion/index.php/t101020.html

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Nikikiki

3 Apr 2008, 08:45

Il discorso è molto complesso e i casi d'affido famigliare solno tutti diversi l'uno dall'altro.

I giudici e gli assistenti sociali non possono dire che esiste questa possibilità perchè in realtà non dovrebbe essere così.

I bambini di cui parla cricchia non sono adottabili perchè purtroppo qualcuno della loro famiglia non vuole che lo siano.

Allora cosa succede:

il bambino viene dato in affido "temporaneo" poi dato che i tempi burocratici sono lunghissimi passano gli anni. Quando viene riconosciuto in stato d'abbandono viene dichiarato addottabile e dato che non si vuole che passi un trauma chiedono alla famiglia che ce l'ha in affido di addottarlo.

Sono sempre di più questi casi, ma purtroppo non si può generalizzare e dato che l'affido si basa ancora sulla regola della temporaneità non si possono illudere le famiglie parlando loro di questa opportunità.

Poco tempo fa mia suocera ha avuto a che fare con una coppia che non ha concluso il percorso dell'istruttoria per l'adozione perchè troppo lunga e hanno preso in breve tempo un bimbo in affido di 1 anno.

Ora stanno facendo già le procedure per adottarlo dato che è stato dichiarato adottabile.

Hanno bypassato il sistema.

Io condanno profondamente questo atteggiamento ma purtroppo, per noi che ci facciamo il mazzo per avere un bambino,in questo caso hanno fatto il bene del bambino. Lo danno a coloro che gli sono stati più vicino anche se questi non hanno l'idoneità e forse non l'avrebbero mai presa.

Ripeto, il discorso è molto complesso,ci sono casi e casi e forse non è neppure giusto che ne parli però purtroppo è così che succede.

 

tota

21 Apr 2008, 09:59

Ciao!

Come mai ti interessano esperienze di affido che si sono trasformate in adozione...?

L'affido, mi ripeto per l'ennesima volta credo, è decisamente una strada diversa rispetto all'adozione, e non può, non deve MAI, diventare o anche solo essere percepita, come una "scorciatoia" all'adozione di un bambino.

Io lavoro con il Servizio Sociale Minori di un Municipio di Roma, e vorrei portare all'attenzione di tutti/e che gli affidi che normalmente non vanno a buon fine sono proprio quelli portati avanti da "coppie adottive fallite", coppie che, per motivi diversi, non hanno potuto avere figli biologici o adottivi; questa la mia esperienza professionale.

L'affido, a differenza dell'adozione, è un atto di pura e "semplice" solidarietà.

 

Nikikiki

21 Apr 2008, 16:44

Condivido pienamente quello che dice Tota.

Chi non ha figli non dovrebbe mai prendere un bimbo in affido e accostarsi a questo sperando che un giorno diventi un'adozione perchè si farebbe solo del male prima al bambino (più importante) e poi a se stessi.

E' vero che so di persone che lo hanno fatto e che alla fine hanno avuto il bimbo in adozione, ma sono casi particolari e soprattutto non è una cosa da pubblicizzare.

Quando ho fatto domanda per la prima adozione, abbiamo parlato, io e mio marito della nostra esperienza sull'affido e che con il tempo l'avremmo anche fatto personalmente ma le assistenti sociali non volevano sentire parlare di affido nei colloqui per l'adozione ed erano anche piuttosto dure al riguardo.

Solo ora che ho la mia bambina adottiva e mi accingo a fare la seconda domanda mi sento di pensare all'affido.

So di essere in uno stato d'animo giusto, non come quando desideravo ardentemente diventare mamma.

Ora la sono e mi sento pronta ad accogliere un bambino in difficoltà e sapere di essergli/le utile appieno.

Secondo me, se una non è ancora realizzata come mamma rischierebbe di riversare sul bimbo in affido questa mancanza in un momento in cui lui/lei ha bisogno di un punto di riferimento stabile e forte.

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Niente percorso se il Bambino ha un handicap:

Fonte: 

Ai.Bi. Forum > Adozione Nazionale > L'Adozione Nazionale > Appello per adozione nazionale PDA

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Bes

04-11-2011, 19:29

Il Trib. dei Minorenni di Milano cerca una fam., anche con figli adulti ed autonomi, che si senta disponibile ad accogliere in adozione Marianna, una ragazza diciassettenne, di origine centroafricana, nata in Italia. I suoi genitori, sono deceduti qualche anno fa. Marianna, per le sue precedenti esperienze di vita, sul piano psicoaffettivo esprime condotte e sentimenti propri di una fanciulla di età inferiore. E’ intelligente e sensibile, frequenta il secondo anno di scuola superiore alberghiera. Marianna è molto desiderosa di avere una fam. affettuosa e paziente che si occupi di lei e le offra solidità. Chi è interessato ad accogliere questo appello è pregato d’inviare un fax al 024815136 all’attenzione della dott.ssa Simonetta Testero.

Bes

10-11-2011, 20:18

Si possono proporre coppie con figli o meno, residenti in Lombardia o in altre regioni più o meno limitrofe. Si possono presentare coppie in possesso dell’idoneità all’adoz., che siano all’inizio o alla fine del percorso adottivo, coppie che stiano effettuando l’iter adottivo oppure coppie che non abbiamo mai intrapreso alcun cammino adottivo, ma pensano comunque di rendersi disponibili ad adottare Marianna.

Il Trib. di Milano schiudendo la possibilità di adottare minori diversamente abili anche a coppie che non abbiamo mai intrapreso alcun iter adottivo, intendono offrire a queste giovani vite maggiori opportunità di essere adottati, perché appunto “casi particolari” e tutti i minori, normodotati o meno, hanno diritto ad una famiglia. La procedura nei limiti del possibile è la seguente: si invia il fax alla dott.ssa Testero descrivendo per sommi capi la situazione familiare/lavorativa della coppia che si vuol proporre per l'adoz. e velocemente si viene contattati telefonicamente dalla dott.ssa per fissare un'eventuale colloquio presso l'ufficio della dott.ssa sito al Trib. di Milano, dopo che la dott.ssa sempre telefonicamente informa un po' più specificatamente la coppia interessata all'adoz. della situazione del minore per cui c'è stata la diffusione dell'appello. Se la coppia fosse ancora interessata all'adoz. del minore diversamente abile e/o grandicello, in accordo con la dott.ssa, si combina un colloquio conoscitivo a Milano (colloquio che avviene durante la settimana). A fine appuntamento, congeda la coppia informando che si riunirà a colloquio con altri giudici (almeno altri 3 mi pare) per decidere in merito. La coppia ritenuta più idonea all'adoz. del minore diversamente abile e/o grandicello di volta in volta in carico al Trib. di Milano, sarà contattata telefonicamente per fissare un altro incontro presso gli uffici del Trib. di Milano in modo tale da concretizzare l'adoz. Ovviamente per adottare questi bimbi, soprattutto quando non sono più piccoli come nel caso di Marianna (nome di fantasia), non ci si deve immaginare orde di coppie che si buttino a rotta di collo per adottarli. Se così fosse non ci sarebbe alcuna necessità di fare un appello. L’adoz. di minori disabili e/o adolescenti non è un percorso per tutti. E’ una scelta che va maturata ed incamerata con cognizione di causa. Se la coppia conversando telefonicamente o al successivo colloquio di persona con la dott.ssa Testero non fosse più disponibile per l'adoz., può anche informare la dott.ssa di non essere più disponibile. Non c'è nessun obbligo.

Ci si può proporre al Tdm di Milano, a prescindere dagli appelli, per adottare minori special need e/o adolescenti, sin da subito, inviando via fax al numero del Tdm di Milano sopracitato all’attenzione della dott.ssa Testero una breve relazione descrittiva degli aspiranti genitori adottivi, in quanto anche se il Tdm di Milano non avesse in carico minori diversamente abili e/o grandicelli da far adottare, qualora in un prossimo futuro ci fossero, la dott.ssa potrebbe contattare le risorse umane resesi comunque disponibili e registrate in un elenco a mani della dott.ssa Testero. Ci si può proporre indipendentemente dall’avere o meno l’idoneità all’adoz. E’ possibile candidarsi anche se non si è coniugati, ma si può dimostrare una convivenza almeno triennale, anche se si ha un affido in corso o si è aspiranti affidatari con un iter conoscitivo per l’affido già completato, se si hanno figli o meno, sarà il Tdm di Milano che di volta in volta valuterà la coppia più idonea per l’adoz. dei minori disabili in carico allo stesso Tdm.

Bes

02-12-2011, 22:49

Il Tdm di Milano è tutt'ora impegnato nella ricerca di una fam. disponibile per accogliere Marianna. Coloro che fossero disponibili sono pregati di contattare la dott.ssa Testero al numero di fax sopracitato

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e ancora:

Il Tribunale di Milano schiudendo la possibilità di adottare minori diversamente abili anche a coppie che non abbiamo mai intrapreso alcun iter adottivo, intendono offrire a queste giovani vite maggiori opportunità di essere adottati, perché appunto “casi particolari” e tutti i minori, normodotati o meno, hanno diritto ad una famiglia. La procedura nei limiti del possibile è la seguente: si invia il fax descrivendo per sommi capi la situazione familiare/lavorativa della coppia che si vuol proporre per l'adozione e velocemente si viene contattati telefonicamente dalla dottoressa per fissare un'eventuale colloquio presso l'ufficio sito al Tribunale di Milano; dopo di che la dottoressa, sempre telefonicamente, informa un po' più specificatamente la coppia interessata all'adozione della situazione del minore per cui c'è stata la diffusione dell'appello. Se la coppia fosse ancora interessata all'adozione del minore diversamente abile e/o grandicello, in accordo con la dottoressa, si combina un colloquio conoscitivo a Milano (colloquio che avviene durante la settimana). A fine appuntamento, congeda la coppia informando che si riunirà a colloquio con altri giudici (almeno altri 3 mi pare) per decidere in merito. La coppia ritenuta più idonea all'adozione del minore diversamente abile e/o grandicello di volta in volta in carico al Tribunale di Milano, sarà contattata telefonicamente per fissare un altro incontro presso gli uffici del Tribunale di Milano in modo tale da concretizzare l'adozione

 

Rischio giuridico:

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leyra

7 Dec 2004, 17:04

Cari amici, desidero esprimere anch'io la mia opinione riguardo questo importantissimo tema.

Una coppia di ns. amici aveva dato la disponibilità x una adozione a rischio giuridico

ed hanno avuto un bambino di 7 mesi.

dopo 4 mesi glielo hanno portato via.

e questo nonostante le AMPIE assicurazioni dei servizi sociali, che gli avevano presentato il caso come quasi garantito, cioè che si sarebbe tramutato in adozione definitiva al 90%.

Non vi dico come è rimasta la mia amica (reduce da 4 aborti...)

Con questo intendo dire che non si possono MAI prendere in troppa considerazione le assicurazioni dei servizi sociali, xchè cmq l'ultima parola è sempre del giudice, poi cmq ,quando si ha a che fare con il "fattore umano" nessuno può fare previsioni.

io personalmente ritengo che l'affido sia una cosa adatta a chi ha già dei figli PROPRI (naturali o adottati che siano), xchè non credo che sopporterei che mi venga portato via l'unico figlio che mi è stato affidato.

 

leyra

27 Feb 2005, 09:17

carissime amiche, nel primo incontro del corso, come vi avevo già detto, ci hanno parlato sopratutto degli aspetti giuridici e legali dell'adozione.

Tra le altre cose io ho chiesto un chiarimento sull'adozione a rischio giuridico che mi premeva molto e ve lo posto qui, sperando di essere di aiuto a qualcuno/a:

L'assistente ci ha spiegato che se una coppia rifiuta a priori il rischio giuridico (come volevamo fare noi inizialmente ) si preclude la possibilità di adottare un neonato partorito in anonimato e lasciato in ospedale, in quanto anche questi bimbi sono considerati a rischio giuridico per 30 giorni (il tempo concesso alla madre per "ripensarci" e tornare a reclamare il figlio)

Dopo aver abbandonato un bimbo in ospedale, una donna ha appunto 30 gg di tempo per rifarsi viva, dopo di chè il TdM emette una sentenza di adottabilità definitiva.

Se invece la madre (o il padre o un qualsiasi parente entro il 4° grado di parentela) fa ricorso entro 30 giorni il TdM valuta il caso, ovvero valuta se lasciare il bambino alla famiglia d'origine oppure lasciarlo alla famiglia adottiva - con rischio - giuridico.

Generalmente (così ci è stato detto) il TdM favorisce la famiglia adottiva perchè privilegia il benessere del bambino, quindi generalmente rigetta il ricorso.

Dopo il rigetto del ricorso la famiglia naturale ha 30 giorni di tempo per fare ricorso in appello a tribunale CIVILE, il quale pare invece che di solito favorisca la famiglia naturale

Cmq ci hanno anche detto che i casi di rischio giuridico vengono divisi in tre categorie basso, medio e alto e generalmente casi di rischio alto vengono proposti solo a coppie che hanno già dei figli.

cmq la coppia, dopo che gli è stato proposto un caso a rischio giuridico può anche rifiutarlo se ritiene che il rischio sia di grado superiore a quello che si sente di affrontare!

Scusate la lungaggine ma questi chiarimenti a me e mio marito hanno fatto un gran bene e spero perciò di essere stata utile a qualcuna di voi (magari qualche novellina come me eheheh )

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Quando l'affido diventa adozione senza requisiti:

Fonte: Cercounbimbo.net - forum

http://www.cercounbimbo.net/forum/index.php?showtopic=101020&st=60

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1 Feb 2011, 10:53

Messaggio #65

CubbistaJunior

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Utente n° 62.539

Rispondo a Papalla e a Mafi..

ragazze,dopo un esperienza di affidamento(in cui ero impreparatissima)durata 2 giorni,mi sono vista davvero la vita stravolta....!!!effettivamente

ci serviva una preparazione approfondita!!!! hanno fatto stare il bambino con noi un fine settimana,e la mia responsabilita' la sentivo talmente forte che sembravo una matta che camminava per casa.. blink.gif (mio marito mi descrive cosi'..)sentivo troppo il carico della responsabilita' di un esserino piccolo e innocente...

La psicologa del centro mi ha consigliato di rilassarmi di piu' anche perche' quando ne avro' uno mio(che sia bio oppure no)devo viverla in modo piu' sereno e non cosi' stressatante!!! 104.gif

Abbiamo vestito questo bambino dalla testa ai piedi..aveva addosso una tuta puzzolente di 2 tagle piu' grandi di lui(ho dovuto cestinare tutto)lo abbiamo lavato.. rasato i capelli poiche' aveva "ospiti "sulla sua testa...viveva in condizioni disumane ma nonostante cio' voleva tornare a casa sua,dalla mamma e il papa'...ha giocato con noi per 2 giorni si e' divertito da morire,la mia famiglia lo ha riempito di regali di ogni genere...ma poi giustamente voleva tornarsene nella sua tana...pulita o sporca che essa sia...per lui era casa sua!!!

Mio marito sembrava molto piu' preparato di me..e' stato magnifico,mi ha aiutata tanto...io invece che ero quella sicura che ce l'avrei fatta...quella che ha fatto tante manfrine 17.gif ...mi sono ritrovata in un oblio...pensavo che forse non sono pronta neanche per un'adozione,che ho deciso tutto io e ora proprio io non mi sento in grado di affrontare situazioni simili...sono stati i giorni piu' infelici della mia vita e non chiedetemi perche'...non so rispondervi...forse l'dea che quel bambino non fosse rimasto con noi in futuro mi ha spaventata da morire....Comunque il bimbo e' stato affidato ad una coppia di 50enni che ha gia' 2 figli a casa(non so se siano biologici o meno)e giustamente erano preparatissimi e gia in lista!!!Io sono nel bel mezzo di una icsi e forse questo era ilo momento meno opportuno per una cosa cosi' grande...mi sentivo sprofondare smilie_muell.gif quando invece devo essere tranquilla e serena dovendo affrontare un pk e un trasferimento embrionale..

Per fortuna abbiamo avuto il tempo di decidere cosa fosse meglio soprattutto per il bambino...ma per l'adozione sara' lo stesso??...mille domande mi sono venute in mente in quei 2 giorni...spero di esserne all'altezza!!!

Un abbraccio... abbra.gif

 

17 Jan 2011, 16:44

Messaggio #60

CubbistaJunior

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Messaggi: 70

Iscritto il: 30-5-10

Utente n° 62.539

io sono nel bel mezzo di un tentativo icsi..ma ho depositato solo 2 mesi fa una domanda di adozione...bene...allora cosa e' successo.?!?! E' successo che una settimana fa mi vedo arrivare una telefonata da una psicologa che mi dice che vorrebbe che prendessi un bimbo in affidamento per 2 anni.. SHOCKED.gif ovviamente resto allibita e soprattutto impreparata.. unsure.gif direi anche spaventata unsure.gif

comunque lei mi dice che mi vede la persona giusta per lui e che avrebbe piacere che fossimo io e mio marito a prenderci cura di questo bimbo di 5 anni(che ha gia' una mamma e un papa'...ma gente inconcludente e del tutto incapace di crescerlo)

sono sprofondata in un oblio....mi sono sentita felice da un lato ma spaventata dall'altro..(tanto che ho avuto colite nervosa per 3 giorni)insomma non so proprio cosa fare,o meglio non "sappiamo"cosa fare...l'adozione ci dava un margine di qualche anno di attesa cosicche' noi avremmo avuto modo di abituarci all'idea e poi di partire gia' pronti...invece qui' tutto cambia perche' io sto' programmando una icsi per febbraio e un affidamento sappiamo che non e' per nulla definitivo,inoltre ce' il rischio di affezionarsi troppo a questo bimbo e per quello che sappiamo non abbiamo con lui un futuro certo....qualcuno di voi che ha avuto esperienze di affidamento mi puo' dare qualche consiglio???domani incontreremo il bambino e se dovessimo dire "si"tra qualche giorno ce lo ritroveremo a casa....speriamo di fare la scelta giusta!!!

sia ben chiaro che noi abbiamo avuto modo in questi pochi giorni di apprendere tutte le informazioni del caso,(conosciamo nomi cognomi eta' e situazione di tutti i familiari del bambino)poi voglio precisare che questa psicologa mi conosce da qualche anno perche' vive nella mia stessa citta'.. per cui la mia domanda di adozione e' stata effettuata in un'altra provincia e procede per conto proprio,quindi prescinde da questa richiesta di affido..

noi ci siamo fatti un "corso accellerato"se cosi' si puo' definire per quello che riguarda il caso singolo che stiamo prendendo in considerazione,ma non avendo ne' amici ne' parenti che abbiano avuto in affido un bambino vorremmo saperne di piu'su esperienze gia' avute da chi ci e' passato.

le domande che ci facciamo sono del tipo"puo' finire anche in adozione un affido?"qualcuno di voi sa quali casi possono finire cosi'?in base a cosa un giudice decide di prolungare un affido a piu' anni nella stessa famiglia?

tutto qui'...per ora!!

 

Messaggio #62

CubbistaVip

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Utente n° 13.998

Io devo ammettere che sono sconcertata dalle modalità...insomma non credo che non ci siano famiglie disponibili all'affido in giro e quindi non capisco come la psicologa si sia presa una libertà simile considerando che voi avete dato di sponibilità di adozione e non di affido.

Non fraintendetemi, non ho nulla contro l'affido (anzi medito in futuro di propormi...) ma mi lasciano senza parole certe libertà, ecco.

L'affido è cosa ben diversa dall'adozione e se doveste dire si poi per l'ado dovreste riavviare un nuovo percorso, e le coppie già in lista per l'affido? che fine fanno?

Detto questo concordo con Papalla che forse prima di vedere il bimbo sarebbe opportuno chiarire bene l'iter e le possibilità di intrecciarlo con l'ado e voi dovreste interrogarvi su come e quanto questo influirà sui vostri tentativi.

Non sto dicendo che non dovreste accettare, dico solo che credo serva tempo e riflessione prima di prendere una decisione che indubbiamente vi sconvolgerà la vita e di coseguenza i programmi.

In ogni caso in bocca e lupo e mille e mille xxxxxx!..

 

*  *  *  *  *    F i n e   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

 

Quando l'affido diventa abbandono nella famiglia affidataria:

*  *  *  *  *    I n i z i o   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

 

sandro

16 Sep 2008

Buon giorno a tutti e grazie per essere intervenuti.

Incominciavo a sentirmi strano! Agli inizi dell'affido di F., ho avuto dei seri problemi perchè il piccolo, sentitosi abbandonato dalla mamma, ha avuto una reazione rabbiosa di odio e rifiuto totale tanto che, quando lo portavo agli incontri (nelle prime settimane passava la notte del sabato con la sua mamma), mi straziava il cuore perchè si stringeva al mio collo piangendo disperatamente e non era possibile in nessun modo farlo andare da sua madre. Per fortuna che le visite coincidevano con quelle dei suoi fratelli per i quali lui stravede e così, pian piano, riuscivo a calmarlo ma gli dovevo giurare che il giorno dopo sarei andato di corsa a prenderlo non oltre le 8 del mattino.

Non vi dico quanto dolore ho provato per lui e quanto ho pianto insieme a lui, è un'esperienza che ti fa rileggere tutta la tua stessa vita dal primo all'ultimo giorno e capisci che non l'hai mai vissuta pienamente.

Vengo al dunque.

Da quel momento io e mia moglie, con il preziosissimo aiuto di S.(il nostro primogenito) rivelatosi veramente molto maturo ed in gamba, abbiamo iniziato ad amare F. con tutte le nostre forze ma, pensando da affidatari (almeno per quello che ci era stato insegnato), abbiamo anche lavorato per permettere giorno per giorno al bambino di rielaborare la frattura che s'era creata con la sua mamma. Tutte le sere, dopo che i bimbi s'erano addormentati, ci siedevamo al tavolo e ragionavamo sui suoi comportamenti, sulle sue reazioni ai messaggi che gli mandavamo, alle sue risposte quando lo invitavamo a telefonare alla sua mamma. Un lavoro prima nemmeno immaginato e c'è voluto tutto l'aiuto che siamo riusciti ad ottenere da amici più esperti e dalla psicologa del nostro gruppo. Abbiamo mantenuto sempre positiva l'immagine della sua mamma perchè sapevamo che era buona la probabilità del ricongiungimento; la mamma è presente e non è negativa con i figli ma solo con se stessa.

Oggi, dopo questo grosso impegno quotidiano, siamo arrivati alla condizione ideale. F. ama noi ed ama la sua mamma ed i suoi fratelli nella stessa misura ed ha incominciato lui a chiederci di andare a trovare la sua mamma (in soli 6 mesi ha fatto un lavoro incredibile).

Detto questo, ho iniziato a leggere certi interventi sul forum che mi hanno messo una pulce nell'orecchio ed ho cominciato a chiedermi se il nostro lavoro era quello giusto da fare fino al giorno in cui, l'a.s. che segue questa famiglia, è uscita fuori con una sua personale analisi della situazione ed ha affermato candidamente: Vedrete, queste saranno 6 belle adozioni speciali...:face-sad:

Ora, ditemi voi! Dopo che abbiamo aiutato il piccolo F. a rielaborare tutta la sua situazione come sopra ho raccontato, mi dite come facciamo a dirgli che forse non tornerà più a casa sua?

Io capisco tutto e mi adatto alle situazioni caso per caso ma qui parliamo di un bimbo di 6 anni che non ci capirà più niente, che forse non potrà più vedere i suoi 5 fratelli ai quali è legatissimo e che gli abbiamo permesso d'incontrare quasi tutte le settimane durante l'estate; forse non potrà vedere più la sua mamma dopo averla prima persa e poi ritrovata dentro il suo cuoricino insomma...

Forse vi ho stancato con tutto questo sermone ma mi dite qualcosa voi? Cosa abbiamo sbagliato? Dovevamo distruggere l'immagine dei suoi genitori e dei suoi fratelli?

Ciao e occhio a chi comincia... aspettatevi di tutto.

Poi aggiungo: io darò battaglia e fino a che non avrò la certezza che i servizi avranno fatto tutto il possibile per aiutare la mamma di F. a ricostruirsi un futuro, non mollerò di un centimetro dal mio arrocco.

Secondo voi è giusto così o è meglio mollare? Oggi, qual'è il vero bene da fare per F.?

Ciao, Sandro.

*  *  *  *  *    F i n e   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

 

Affidatario in 5 giorni:

Fonte: Cercounbimbo.net - forum

http://www.cercounbimbo.net/forum/lofiversion/index.php/t101020.html

*  *  *  *  *    I n i z i o   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

argoluna

Giovane

Iscritto dal : 26 Agosto 2011

Status: Offline

Posts: 46

Quota argoluna Rispondibullet Postato: 28 Agosto 2011 alle 16:28

..Abbiamo iniziato il corso per l'affido a Maggio 2011.., finito a Giugno ( 5 serate)..e mercoledì 31 agosto avremo l'istruttoria!! Insomma siamo all'inizio!!!

L'Equipe è straordinaria e davvero professionale..Il corso era composto da tante coppie, con figli o senza, anche ragazzi/e single...e la maggior parte di questi aveva già in affido di emergenza un bambino. Devo proprio dire che il corso ci è piaciuto molto

*  *  *  *  *    F i n e   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

 

Cambiamento dei dati del bambino in affido:

Fonte: Amicideibambini.net - forum

http://www.amicideibambini.net/forum/forum_posts.asp?TID=3440

*  *  *  *  *    I n i z i o   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

mutissimo

Primi passi

Iscritto dal : 09 Luglio 2010

Status: Offline

Posts: 15

  Topic: Segretezza dati affidamento a rischio giuridico

    Postato: 09 Luglio 2010 alle 11:28 ciao a tutti,

avrei bisogno di alcuni consigli circa le accortezze da utilizzare al fine di mantenere la segretezza di un affidamento preadottivo a rischio giuridico.

come sapete infatti nell'adozione italiana durante tale periodo è necessario non fornire indicazioni al fine di

poter essere rintracciati dalla famiglia di origine.

mi permetto di fare alcune domande:

1) come fare a iscrivere il minore al pediatra ? sembra ci voglia copia del provvedimento d'affido e il codice fiscale. ma siamo sicuri che nessuno si presenterà ad uno portello chiedendo informazioni sul minore semplicemente citando il codice fiscale ?

2) all'agenzia delle entrate dicono che in automatico arriverà la tessera sanitaria all'indirizzo di residenza e non al domicilio presso la famiglia affidataria. come fare ad evitare questo ?

3) stessi problemi con la scuola e con i servizi scolastici (mensa, pulmino ecc) ... si può omettere il cognome del minore ?

grazie a chi vorrà rispondermi

mutissimo

 *  *  *  *  *    F i n e   d i s c u s s i o n e   *  *  *  *  *

 

Il nostro parere e due domande per tutte:

Se è a RISCHIO GIURIDICO, cosa ci fa in AFFIDAMENTO PREADOTTIVO?
cosa trasforma un genitore che desidera aiutare un Bambino solo ed abbandonato in un sequestratore che nasconde ed occulta un Bambino con dei Genitori che lo stanno cercando disperatamente?

02 Ottobre 2012

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"..Col culo degli altri!"

 

Un Giudice in pensione racconta la Giustizia:

A cosa vi fa pensare questa battuta?

Pensate a Zelig? No, per niente.. sbagliato!

Stefano Ricucci, immobiliarista romano, indagato ed arrestato per la scalata alla banca Antoveneta ed algruppo RCS (2005).

A volte l'apparenza inganna perchè siamo abituati a sentire altro, perchè la stampa, la radio, la televisione, continua a ripetere altro, sempre le stesse cose, filtrando l'informazione e facendo trasparire solo quello che si vuole lasciandoci solo una immagine distorta della realtà; ma grazie ai nuovi strumenti, alle potenzialità della rete, qualche voce riesce ad uscire fuori dal coro rivelando le viscere dei sistemi marci.

 

Qualche piccola anticipazione:

Quella pubblicata qui sotto è una intervista completa al Giudice Edoardo Mori che, dimissionario dopo 42 anni di toga, racconta delle procedure in uso nei nostri Tibunali al giornalista Stefano Lorenzetto con una franchezza mai vista, in una limpida testimonianza che lascia sconcertati per quanto la chiarezza delle sue descirizioni sia corrispondente con la realtà riscontrata da chi si è ritrovato, suo malgrado, coinvolto nel sistema.

 

"L’indagato innocente avrebbe più vantaggi dall’essere giudicato in base al lancio di una monetina che in base a delle perizie."

"I periti offrono ai Pm le risposte desiderate, gli forniscono le pezze d’appoggio per confermare le loro tesi preconcette. I Pm non tollerano un perito critico, lo vogliono disponibile a sostenere l’accusa a occhi chiusi. E siccome i periti sanno che per lavorare devono far contenti i Pm, si adeguano."

"Ogni volta che ho segnalato mostruosità tecniche contenute nelle sentenze, mi sono dovuto poi giustificare di fronte al Csm. E ogni volta l’organo di autogoverno della magistratura è stato costretto a prosciogliermi. Forse mi ha inflitto una censura solo nel sesto caso, per aver offuscato l’immagine della giustizia segnalando che un incolpevole cittadino era stato condannato a Napoli."

"In effetti i giudici d’appello un tempo erano eccellenti per prudenza e preparazione, proprio perché dovevano porre rimedio alle bischerate commesse in primo grado dai magistrati inesperti. Ma oggi basta aver compiuto 40 anni per essere assegnati alla Corte d’appello. Non parliamo della Cassazione: leggo sentenze scritte da analfabeti."

"E non parliamo delle centinaia di casi, sconosciuti ai più, conclusi per l’inadeguatezza delle toghe con un errore giudiziario mai riparato: un innocente condannato o un colpevole assolto. In compenso il Csm è sempre solerte a bastonare chi si arrischia a denunciare le manchevolezze delle Procure."

"Dopo aver letto una relazione scritta per un pubblico ministero pugliese, con la quale il perito avrebbe fatto condannare un innocente sulla base di rivoltanti castronerie, mi permisi di scrivere al procuratore capo, avvertendolo che quel consulente stava per esporlo a una gran brutta figura. Ebbene, l’emerita testa mi segnalò per un procedimento disciplinare con l’accusa d’aver “cercato di influenzarlo” e un’altra emerita testa mi rinviò a giudizio."

"Ci vorrebbe una sanzione penale per i Pm. Ma cane non mangia cane, almeno in Italia."

"I cittadini sono trattati alla stregua di pezze da piedi, spesso gli interrogatori degenerano in violenza. Il Pm gioca a fare il commissario e non si preoccupa di garantire i diritti dell’inquisito."

"La categoria s’è autoapplicata la regola che viene attribuita all’imputato Stefano Ricucci: “è facile fare il frocio col sedere degli altri”. Le risulta che il Consiglio superiore della magistratura abbia mai condannato i giudici che distrussero Enzo Tortora?"

 

L'intervista :

 

 

E il giudice si tolse la toga:

“Non sopportavo più l’idiozia di troppi colleghi” di Stefano Lorenzetti

Magistrati, alzatevi! Stavolta gli imputati siete voi e a processarvi è un vostro collega, il giudice Edoardo Mori. Che un anno fa, come in questi giorni, decise di strapparsi di dosso la toga, disgustato dall’impreparazione e dalla faziosità regnanti nei palazzi di giustizia. «Sarei potuto rimanere fino al 2014, ma non ce la facevo più a reggere l’idiozia delle nuove leve che sui giornali e nei tiggì incarnano il volto della magistratura. Meglio la pensione».

Per 42 anni il giudice Mori ha servito lo Stato tutti i santi i giorni, mai un’assenza, a parte la settimana in cui il figlioletto Daniele gli attaccò il morbillo; prima per otto anni pretore a Chiavenna, in Valtellina, e poi dal 1977 giudice istruttore, giudice per le indagini preliminari, giudice fallimentare (il più rapido d’Italia, attesta il ministero della Giustizia), nonché presidente del Tribunale della libertà, a Bolzano, dov’è stato protagonista dei processi contro i terroristi sudtirolesi, ha giudicato efferati serial killer come Marco Bergamo (cinque prostitute sgozzate a coltellate), s’è occupato d’ogni aspetto giurisprudenziale a esclusione solo del diritto di famiglia e del lavoro. Con un’imparzialità e una competenza che gli vengono riconosciute persino dai suoi nemici. Ovviamente se n’è fatti parecchi, esattamente come suo padre Giovanni, che da podestà di Zeri, in Lunigiana, nel 1939 mandò a farsi friggere Benito Mussolini, divenne antifascista e ospitò per sei mesi in casa propria i soldati inglesi venuti a liberare l’Italia.

Mori confessa d’aver tirato un sospirone di sollievo il giorno in cui s’è dimesso: «Il sistema di polizia, il trattamento dell’imputato e il rapporto fra pubblici ministeri e giudice sono ancora fermi al 1930. Le forze dell’ordine considerano delinquenti tutti gli indagati, i cittadini sono trattati alla stregua di pezze da piedi, spesso gli interrogatori degenerano in violenza. Il Pm gioca a fare il commissario e non si preoccupa di garantire i diritti dell’inquisito. E il Gip pensa che sia suo dovere sostenere l’azione del Pm».

Da sempre studioso di criminologia e scienze forensi, il dottor Mori è probabilmente uno dei rari magistrati che già prima di arrivare all’università si erano sciroppati il Trattato di polizia scientifica di Salvatore Ottoleghi (1910) e il Manuale del giudice istruttore di Hans Gross (1908). Le poche lire di paghetta le investiva in esperimenti su come evidenziare le impronte digitali utilizzando i vapori di iodio. Non c’è attività d’indagine (sopralluoghi, interrogatori, perizie, autopsie, Dna, rilievi dattiloscopici, balistica) che sfugga alle conoscenze scientifiche dell’ex giudice, autore di una miriade di pubblicazioni, fra cui il Dizionario multilingue delle armi, il Codice delle armi e degli esplosivi e il Dizionario dei termini giuridici e dei brocardi latini che vengono consultati da polizia, carabinieri e avvocati come se fossero tre dei 73 libri della Bibbia.

Nato a Milano nel 1940, nel corso della sua lunga carriera Mori ha firmato almeno 80.000 fra sentenze e provvedimenti, avendo la soddisfazione di vederne riformati nei successivi gradi di giudizio non più del 5 per cento, un’inezia rispetto alla media, per cui gli si potrebbe ben adattare la frase latina che Sant’Agostino nei suoi Sermones riferiva alle questioni sottoposte al vaglio della curia romana o dello stesso pontefice: «Roma locuta, causa finita». Il dato statistico può essere riportato solo perché Mori è uno dei pochi, o forse l’unico in Italia, che ha sempre avuto la tigna di controllare periodicamente com’erano andati a finire i casi passati per le sue mani: «Di norma ai giudici non viene neppure comunicato se le loro sentenze sono state confermate o meno. Un giudice può sbagliare per tutta la vita e nessuno gli dice nulla. La corporazione è stata di un’abilità diabolica nel suddividere le eventuali colpe in tre gradi di giudizio. Risultato: deresponsabilizzazione totale. Il giudice di primo grado non si sente sicuro? Fa niente, condanna lo stesso, tanto – ragiona – provvederà semmai il collega in secondo grado a metterci una pezza. In effetti i giudici d’appello un tempo erano eccellenti per prudenza e preparazione, proprio perché dovevano porre rimedio alle bischerate commesse in primo grado dai magistrati inesperti. Ma oggi basta aver compiuto 40 anni per essere assegnati alla Corte d’appello. Non parliamo della Cassazione: leggo sentenze scritte da analfabeti».

Soprattutto, se il giudice sbaglia, non paga mai. «La categoria s’è autoapplicata la regola che viene attribuita all’imputato Stefano Ricucci: “è facile fare il frocio col sedere degli altri”. Le risulta che il Consiglio superiore della magistratura abbia mai condannato i giudici che distrussero Enzo Tortora? E non parliamo delle centinaia di casi, sconosciuti ai più, conclusi per l’inadeguatezza delle toghe con un errore giudiziario mai riparato: un innocente condannato o un colpevole assolto. In compenso il Csm è sempre solerte a bastonare chi si arrischia a denunciare le manchevolezze delle Procure».

Il dottor Mori parla con cognizione di causa: ha dovuto subire ben sei provvedimenti disciplinari e tutti per aver criticato l’operato di colleghi arruffoni e incapaci. «Dopo aver letto una relazione scritta per un pubblico ministero pugliese, con la quale il perito avrebbe fatto condannare un innocente sulla base di rivoltanti castronerie, mi permisi di scrivere al procuratore capo, avvertendolo che quel consulente stava per esporlo a una gran brutta figura. Ebbene, l’emerita testa mi segnalò per un procedimento disciplinare con l’accusa d’aver “cercato di influenzarlo” e un’altra emerita testa mi rinviò a giudizio. Ogni volta che ho segnalato mostruosità tecniche contenute nelle sentenze, mi sono dovuto poi giustificare di fronte al Csm. E ogni volta l’organo di autogoverno della magistratura è stato costretto a prosciogliermi. Forse mi ha inflitto una censura solo nel sesto caso, per aver offuscato l’immagine della giustizia segnalando che un incolpevole cittadino era stato condannato a Napoli. Ma non potrei essere più preciso al riguardo, perché, quando m’è arrivata l’ultima raccomandata dal Palazzo dei Marescialli, l’ho stracciata senza neppure aprirla. Delle decisioni dei supremi colleghi non me ne fregava più nulla».

Perché ha fatto il magistrato?

«Per laurearmi in fretta, visto che in casa non c’era da scialare. Fin da bambino me la cavavo un po’ in tutto, perciò mi sarei potuto dedicare a qualsiasi altra cosa: chimica, scienze naturali e forestali, matematica, lingue antiche. Già da pretore mi documentavo sui testi forensi tedeschi e statunitensi e applicavo regole che nessuno capiva. Be’, no, a dire il vero uno che le capiva c’era: Giovanni Falcone».

Il magistrato trucidato con la moglie e la scorta a Capaci.

«Mi portò al Csm a parlare di armi e balistica. Ma poi non fui più richiamato perché osai spiegare che molti dei periti che i tribunali usavano come oracoli non erano altro che ciarlatani. Ciononostante questi asini hanno continuato a istruire i giovani magistrati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma guai a parlar male dei periti ai Pm: ti spianano. Pensi che uno di loro, utilizzato anche da un’università romana, è riuscito a trovare in un residuo di sparo tracce di promezio, elemento chimico non noto in natura, individuato solo al di fuori del sistema solare e prodotto in laboratorio per decadimento atomico in non più di 10 grammi».

Per quale motivo i pubblici ministeri scambiano i periti per oracoli?

«Ma è evidente! Perché i periti offrono ai Pm le risposte desiderate, gli forniscono le pezze d’appoggio per confermare le loro tesi preconcette. I Pm non tollerano un perito critico, lo vogliono disponibile a sostenere l’accusa a occhi chiusi. E siccome i periti sanno che per lavorare devono far contenti i Pm, si adeguano».

Ci sarà ben un organo che vigila sull’operato dei periti.

«Nient’affatto, in Italia manca totalmente un sistema di controllo. Quando entrai in magistratura, nel 1968, era in auge un perito che disponeva di un’unica referenza: aver recuperato un microscopio abbandonato dai nazisti in fuga durante la seconda guerra mondiale. Per ottenere l’inserimento nell’albo dei periti presso il tribunale basta essere iscritti a un ordine professionale. Per chi non ha titoli c’è sempre la possibilità di diventare perito estimatore, manco fossimo al Monte di pietà. Ci sono marescialli della Guardia di finanza che, una volta in pensione, ottengono dalla Camera di commercio il titolo di periti fiscali e con quello vanno a far danni nelle aule di giustizia».

Sono sconcertato.

«Anche lei può diventare perito: deve solo trovare un amico giudice che la nomini. I tribunali rigurgitano di tuttologi, i quali si vantano di potersi esprimere su qualsiasi materia, dalla grafologia alla dattiloscopia. Spesso non hanno neppure una laurea. Nel mondo anglosassone vi è una tale preoccupazione per la salvaguardia dei diritti dell’imputato che, se in un processo si scopre che un perito ha commesso un errore, scatta il controllo d’ufficio su tutte le sue perizie precedenti, fino a procedere all’eventuale revisione dei processi. In Italia periti che hanno preso cantonate clamorose continuano a essere chiamati da Pm recidivi e imperterriti, come se nulla fosse accaduto».

Può fare qualche caso concreto?

«Negli accertamenti sull’attentato a Falcone vennero ricostruiti in un poligono di tiro – con costi miliardari, parlo di lire – i 300 metri dell’autostrada di Capaci fatta saltare in aria da Cosa nostra, per scoprire ciò che un esperto già avrebbe potuto dire a vista con buona approssimazione e cioè il quantitativo di esplosivo usato. è chiaro che ai fini processuali poco importava che fossero 500 o 1.000 chili. Molto più interessante sarebbe stato individuare il tipo di esplosivo. Dopo aver costruito il tratto sperimentale di autostrada, ci si accorse che un manufatto recente aveva un comportamento del tutto diverso rispetto a un manufatto costruito oltre vent’anni prima. Conclusione: quattrini gettati al vento. Nel caso dell’aereo Itavia, inabissatosi vicino a Ustica nel 1980, gli esami chimici volti a ricercare tracce di esplosivi su reperti ripescati a una profondità di circa 3.500 metri vennero affidati a chimici dell’Università di Napoli, i quali in udienza dichiararono che tali analisi esulavano dalle loro competenze. Però in precedenza avevano riferito di aver trovato tracce di T4 e di Tnt in un sedile dell’aereo e questa perizia ebbe a influenzare tutte le successive pasticciate indagini, orientate a dimostrare che su quel volo era scoppiata una bomba. Vuole un altro esempio di imbecillità esplosiva?».

 

Prego.

Sono rassegnato a tutto. «Per anni fior di magistrati hanno cercato di farci credere che il plastico impiegato nei più sanguinosi attentati attribuiti all’estrema destra, dal treno Italicus nel 1974 al rapido 904 nel 1984, era stato recuperato dal lago di Garda, precisamente da un’isoletta, Trimelone, davanti al litorale fra Malcesine e Torri del Benaco, militarizzata fin dal 1909 e adibita a santabarbara dai nazisti. Al processo per la strage di Bologna l’accusa finì nel ridicolo perché nessuno dei periti s’avvide che uno degli esplosivi, asseritamente contenuti nella valigia che provocò l’esplosione e che pareva fosse stato ripescato nel Benaco dai terroristi, era in realtà contenuto solo nei razzi del bazooka M20 da 88 millimetri di fabbricazione statunitense, entrato in servizio nel 1948. Un po’ dura dimostrare che lo avessero già i tedeschi nel 1945».

Ormai non ci si può più fidare neppure dell’esame del Dna, basti vedere la magra figura rimediata dagli inquirenti nel processo d’appello di Perugia per l’omicidio di Meredith Kercher.

«Si dice che questo esame presenti una probabilità d’errore su un miliardo. Falso. Da una ricerca svolta su un database dell’Arizona, contenente 65.000 campioni di Dna, sono saltate fuori ben 143 corrispondenze. Comunque era sufficiente vedere i filmati in cui uno degli investigatori sventolava trionfante il reggiseno della povera vittima per capire che sulla scena del delitto era intervenuta la famigerata squadra distruzione prove. A dimostrazione delle cautele usate, il poliziotto indossava i guanti di lattice. Restai sbigottito vedendo la scena al telegiornale. I guanti servono per non contaminare l’ambiente col Dna dell’operatore, ma non per manipolare una possibile prova, perché dopo due secondi che si usano sono già inquinati. Bisogna invece raccogliere ciascun reperto con una pinzetta sterile e monouso. I guanti non fanno altro che trasportare Dna presenti nell’ambiente dal primo reperto manipolato ai reperti successivi. E infatti adesso salta fuori che sul gancetto del reggipetto c’era il Dna anche della dottoressa Carla Vecchiotti, una delle perite che avrebbero dovuto isolare con certezza le eventuali impronte genetiche di Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Non è andata meglio a Cogne».

Cioè?

«In altri tempi l’indagine sulla tragica fine del piccolo Samuele Lorenzi sarebbe stata chiusa in mezza giornata. Gli infiniti sopralluoghi hanno solo dimostrato che quelli precedenti non erano stati esaustivi. Il sopralluogo è un passaggio delicatissimo, che non consente errori. Gli accessi alla scena del delitto devono essere ripetuti il meno possibile perché ogni volta che una persona entra in un ambiente introduce qualche cosa e porta via altre cose. Ma il colmo dell’ignominia è stato toccato nel caso Marta Russo».

Si riferisce alle prove balistiche sul proiettile che uccise la studentessa nel cortile dell’Università La Sapienza di Roma?

«E non solo. S’è preteso di ricostruire la traiettoria della pallottola avendo a disposizione soltanto il foro d’ingresso del proiettile su un cranio che era in movimento e che quindi poteva rivolgersi in infinite direzioni. In tempi meno bui, sui libri di geometria del ginnasio non si studiava che per un punto passano infinite rette? Dopodiché sono andati a grattare il davanzale da cui sarebbe partito il colpo e hanno annunciato trionfanti: residui di polvere da sparo, ecco la prova! Peccato che si trattasse invece di una particella di ferodo per freni, di cui l’aria della capitale pullula a causa del traffico. La segretaria Gabriella Alletto è stata interrogata 13 volte con metodi polizieschi per farle confessare d’aver visto in quell’aula gli assistenti Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro. Uno che si comporta così, se non è un pubblico ministero, viene indagato per violenza privata. Un Pm non può usare tecniche da commissario di pubblica sicurezza, anche se era il metodo usato da Antonio Di Pietro, che infatti è un ex poliziotto».

Un sistema che ha fatto scuola.

«La galera come mezzo di pressione sui sospettati per estorcere confessioni. Le manette sono diventate un moderno strumento di tortura per acquisire prove che mancano e per costringere a parlare chi, per legge, avrebbe invece diritto a tacere».

Che cosa pensa delle intercettazioni telefoniche che finiscono sui giornali?

«Non serve una nuova legge per vietare la barbarie della loro indebita pubblicazione. Quella esistente è perfetta, perché ordina ai Pm di scremare le intercettazioni utili all’indagine e di distruggere le altre. Tutto ciò che non riguarda l’indagato va coperto da omissis in fase di trascrizione. Nessuno lo fa: troppa fatica. Ci vorrebbe una sanzione penale per i Pm. Ma cane non mangia cane, almeno in Italia. In Germania, invece, esiste uno specifico reato. Rechtsverdrehung, si chiama. è lo stravolgimento del diritto da parte del giudice».

Come mai la giustizia s’è ridotta così?

«Perché, anziché cercare la prova logica, preferisce le tesi fantasiose, precostituite. Le statistiche dimostrano invece che nella quasi totalità dei casi un delitto è banale e che è assurdo andare in cerca di soluzioni da romanzo giallo. Lei ricorderà senz’altro il rasoio di Occam, dal nome del filosofo medievale Guglielmo di Occam».

In un ragionamento tagliare tutto ciò che è inutile.

«Appunto.

Le regole logiche da allora non sono cambiate. Non vi è alcun motivo per complicare ciò che è semplice. Il “cui prodest?” è risolutivo nel 50 per cento dei delitti. Chi aveva interesse a uccidere? O è stato il marito, o è stata la moglie, o è stato l’amante, o è stato il maggiordomo, vedi assassinio dell’Olgiata, confessato dopo 20 anni dal cameriere filippino Manuel Winston. Poi servono i riscontri, ovvio. In molti casi la risposta più banale è che proprio non si può sapere chi sia l’autore di un crimine. Quindi è insensato volerlo trovare per forza schiaffando in prigione i sospettati».

Ma perché si commettono tanti errori nelle indagini?

«I giudici si affidano ai laboratori istituzionali e ne accettano in modo acritico i responsi. Nei rari casi in cui l’indagato può pagarsi un avvocato e un buon perito, l’esperienza dimostra che l’accertamento iniziale era sbagliato. I medici i loro errori li nascondono sottoterra, i giudici in galera. Paradigmatico resta il caso di Ettore Grandi, diplomatico in Thailandia, accusato nel 1938 d’aver ucciso la moglie che invece si era suicidata. Venne assolto nel 1951 dopo anni di galera e ben 18 perizie medico-legali inconcludenti».

E si ritorna alla conclamata inettitudine dei periti.

«L’indagato innocente avrebbe più vantaggi dall’essere giudicato in base al lancio di una monetina che in base a delle perizie. E le risparmio l’aneddotica sulla voracità dei periti».

No, no, non mi risparmi nulla.

«Vengono pagati per ogni singolo elemento esaminato. Ho visto un colonnello, incaricato di dire se 5.000 cartucce nuove fossero ancora utilizzabili dopo essere rimaste in un ambiente umido, considerare ognuna delle munizioni un reperto e chiedere 7.000 euro di compenso, che il Pm gli ha liquidato: non poteva spararne un caricatore? Ho visto un perito incaricato di accertare se mezzo container di kalashnikov nuovi, ancora imballati nella scatola di fabbrica, fossero proprio kalashnikov. I 700-800 fucili mitragliatori sono stati computati come altrettanti reperti. Parcella da centinaia di migliaia di euro. Per fortuna è stata bloccata prima del pagamento».

In che modo se ne esce?

«Nel Regno Unito vi è il Forensic sciences service, soggetto a controllo parlamentare, che raccoglie i maggiori esperti in ogni settore e fornisce inoltre assistenza scientifica a oltre 60 Stati esteri. Rivolgiamoci a quello. Dispone di sette laboratori e impiega 2.500 persone, 1.600 delle quali sono scienziati di riconosciuta autorità a livello mondiale».

E per le altre magagne?

«In Italia non esiste un testo che insegni come si conduce un interrogatorio. La regola fondamentale è che chi interroga non ponga mai domande che anticipino le risposte o che lascino intendere ciò che è noto al pubblico ministero o che forniscano all’arrestato dettagli sulle indagini. Guai se il magistrato fa una domanda lunga a cui l’inquisito deve rispondere con un sì o con un no. Una palese violazione di questa regola elementare s’è vista nel caso del delitto di Avetrana. Il primo interrogatorio di Michele Misseri non ha consentito di accertare un fico secco perché il Pm parlava molto più dello zio di Sarah Scazzi: bastava ascoltare gli scampoli di conversazione incredibilmente messi in onda dai telegiornali. Ci sarebbe molto da dire anche sulle autopsie».

Ci provi.

«è ormai routine leggere che dopo un’autopsia ne viene disposta una seconda, e poi una terza, quando non si riesumano addirittura le salme sepolte da anni. Ciò dimostra solamente che il primo medico legale non era all’altezza. Io andavo di persona ad assistere agli esami autoptici, spesso ho dovuto tenere ferma la testa del morto mentre l’anatomopatologo eseguiva la craniotomia. Oggi ci sono Pm che non hanno mai visto un cadavere in vita loro».

Ma in mezzo a questo mare di fanghiglia, lei com’è riuscito a fare il giudice per 42 anni, scusi?

«Mi consideri un pentito. E un corresponsabile. Anch’io ho abusato della carcerazione preventiva, ma l’ho fatto, se mai può essere un’attenuante, solo con i pregiudicati, mai con un cittadino perbene che rischiava di essere rovinato per sempre. Mi autoassolvo perché ho sempre lavorato per quattro. Almeno questo, tutti hanno dovuto riconoscerlo».

Non è stato roso dal dubbio d’aver condannato un innocente?

«Una volta sì. Mi ero convinto che un impiegato delle Poste avesse fatto da basista in una rapina. Mi fidai troppo degli investigatori e lo tenni dentro per quattro-cinque mesi. Fu prosciolto dal tribunale».

Gli chiese scusa?

«Non lo rividi più, sennò l’avrei fatto. Lo faccio adesso. Ma forse è già morto».

Intervistato sul Corriere della Sera da Indro Montanelli nel 1959, il giorno dopo essere andato in pensione, il presidente della Corte d’appello di Milano, Manlio Borrelli, padre dell’ex procuratore di Mani pulite, osservò che «in uno Stato bene ordinato, un giudice dovrebbe, in tutta la sua carriera e impegnandovi l’intera esistenza, studiare una causa sola e, dopo trenta o quarant’anni, concluderla con una dichiarazione d’incompetenza».

«In Germania o in Francia non si parla mai di giustizia.

Sa perché? Perché funziona bene. I magistrati sono oscuri funzionari dello Stato. Non fanno né gli eroi né gli agitatori di popolo. Nessuno conosce i loro nomi, nessuno li ha mai visti in faccia».

Si dice che il giudice non dev’essere solo imparziale: deve anche apparirlo. Si farebbe processare da un suo collega che arriva in tribunale con Il Fatto Quotidiano sotto braccio? Cito questa testata perché di trovarne uno che legga Il Giornale non m’è mai capitato.

«Ho smesso d’andare ai convegni di magistrati da quando, su 100 partecipanti, 80 si presentavano con La Repubblica e parlavano solo di politica. Tutti espertissimi di trame, nomine e carriere, tranne che di diritto».

Quanti sono i giudici italiani dai quali si lascerebbe processare serenamente?

«Non più del 20 per cento. Il che collima con le leggi sociologiche secondo cui gli incapaci rappresentano almeno l’80 per cento dell’umanità, come documenta Gianfranco Livraghi nel suo saggio Il potere della stupidità».

Perché ha aspettato il collocamento a riposo per denunciare tutto questo?

«A dire il vero l’ho sempre denunciato, fin dal 1970. Solo che potevo pubblicare i miei articoli unicamente sul mensile Diana Armi. Ha chiuso otto mesi fa».

Fonte: Il Giornale

Articolo integrale del Giudice

10 Settembre 2012

 

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Malati terminali!

 

Una piaga.

Un contagio irrefrenabile.

Un morbo incurabile.

Deve essere vista così agli occhi di un perito nominato dal Tribunale per i Minorenni, l'Incapacità Genitoriale.

Già, perchè.. per giustificare la dichiarazione dello Stato di Adottabilità di un Minore, non è sufficiente che un Genitore sia giudicato incapace, è indispensabile che la sua incapacità sia dichiarata irrisolvibile. Ma come è possibile che un perito che, di solito, al massimo avrà visto un Genitore un paio di volte possa giudicarlo addirittura irrimediabilmente incurabile?

Eppure è quello che avviene, per di più, solitamente, senza nemmeno tentare un minimo approccio alla cura; sempre che un disturbo da curare esista veramente, ovviamente.

In casi nei quali sono coinvolti entrambe i genitori, come ad esempio nel caso Camparini, inoltre, il disturbo deve essere visto come estremamente grave e terribilmente contagioso, visto che deve essere stato diagnosticato come cronicamente irreversibile in tutti e due i componenti della coppia; e raggiunge il suo apice in casi come quello di Marcel dove la contagiosità si spinge sino ad estremi apocalittici, essendo stato giudicato inadatto tutto il completo gruppo familiare affiliato, per un totale di ulteriori 8 famiglie, senza mai averne almeno contattato neanche uno degli interessati.

Wanna Marchi è stata condannata per molto meno, questi professionisti coinvolti sono tutti ancora liberi di esercitare la loro professione in casi estremamente seri e delicatissimi nonostante i loro abominevoli precedenti.

Tutti genitori, tutti irrimediabimente incurabili.. possibile?

Ad un malato terminale, nonostante si abbia piena consapevolezza della inutilità delle cure, queste, vengono continuate fino all'ultimo respiro.. a questi Genitori non viene spesso concesso neanche un tentativo, come mai?

Questi Bambini sembrano raggiungere le famiglie che dovranno adottarli ben prima che il percorso giudiziario sia terminato, come se tutto fosse stato già deciso, non viene presa in considerazione la possibilità che questo percorso debba essere interrotto? E cosa succederebe in questo caso?

Un terapeuta che decide che un paziente sia incurabile senza avere neanche tentato un minimo di approccio ad una cura, come può essere certo di trovarsi di fronte ad un caso di patologia non trattabile?

E se non è in grado di trattare il paziente come si può essere certi che sia in grado di riconoscere una patologia della quale non è in grado di perpetrare una cura?

E se il terapeuta non è in grado di trattare il paziente, perchè non si contatta un altro terapeuta come si farebbe in qualsiasi altro caso con una qualsiasi altra patologia?

Come si farebbe a distinguere tra incurabilità del paziente ed incapacità del terapeuta o del professionista che esegue la perizia? ..il tutto supponendo che una patologia esista ma, a queste condizioni, come si fa ad appurare che esiste?

ed ancora, come è possibile che collegi di Giudici concordino nell'avallare simili inaccetabili considerazioni?

Ma ciò che è ancora peggio, perchè nessuno si degna di dare un minimo di considerazione ed una risposta a questi interrogativi?

Dall'interesse nullo che viene Istituzionalmente prestato, sembrerebbe che si trovi preferibile ignorare totalmente piuttosto che doversi tovare in condizioni di dare risposte estremamente imbarazzanti, lasciando definitivamente conferma a tutti i dubbi che sorgono imbattendosi in queste procedure: matasse giuridiche fondate sul nulla, causa di devastanti traumi su Minori e Genitori, fonte di incalcolabile lucro per gli operatori che se occupano, e niente altro; con una singolare ingenua inconsapevolezza degli Enti che se ne occupano ed ai quali vengono rivolti appelli e denunce.

Considerando il contesto in cui tutto questo apparato si muove, nel quale, come nelle Regioni del Sud si schiacciano gli agrumi per diminuirne la quantità e modificare il rapporto tra domanda ed offerta per aumentarne il valore lucidando a dovere le bucce per farle apparire più belle, anche per le adozioni si rende estremamente macchinoso e difficoltoso l'accesso al regolare processo, in modo da alimentare una forte domanda rispetto ad un conseguimento minimo, accrescendo a dismisura il valore dei pezzi più appettibili, sani, belli, desiderosi di affetto per recuperare la delusione di un vergognoso ignobile distacco, i dubbi interpretativi sembrano trovarsi a rivolgere verso l'unica inevitabile concusione del commercio.Bambini deliberatamente sofferenti di mancanza di affetto genitoriale, Genitori incapacemente cronici, malati terminali di ingenitorialità.

E i Diritti dei Minori? Storti! Senza una Giustizia che si preoccupi di raddrizzarli.

12 Agosto 2012

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Abbandonati dallo stato
 
Le motivazioni "Serie", "Gravi" e "Certe", INDISPENSABILI per l'Allontanamento di un Minore!

 

 

Riassumiamo le motivazioni di un parere favorevole al procedimento di adottabilità che pubblichiamo di seguito:

- "La Mamma è stata FORSE non così ignara.."

- "Il Procuratore della Repubblica chiede che si dia seguito delle istanze del curatore speciale, che condivide e fa proprie, e chiede che ciò avvenga nel contesto di una procedura di adottabilità.."

- "..essendoci i SOSPETTI di uno stato di abbandono."

Una Repubblica che accetta provvedimenti del genere, ci fà schifo, sembra poco Repubblica e tanto regime, essendoci le prove di uno Stato che abbandona.

 

La Pagina di Marcel

25 Giugno 2012

 

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Punti chiave Allontanamento dei Minori

 

I punti chiave dei provvedimenti sull'Allontanamento dei Minori:

A) L'Allontanamento dei Minori è un fenomeno diffuso.

B) L’Ente perpetratore quasi sempre nega, e spesso mancano evidenze e testimonianze che giustifichino l’allontanamento.

C) L’apparente presenza di giustificazioni non può mai portare ad escludere l’ipotesi di un procedimento ingiustificato di Allontanamento di Minore.

D) Quanto più un bambino si trovava in una situazione adeguata, tanto più  verrà danneggiato dall'Allontanamento, ed ancora  maggiormente sarà compromessa, la sua capacità di riprendere una vita serena.

E) Se curatela, perizie, custodia, DETENZIONE, verifica dello stato e della situazione del Minore vengono effettuate da professionisti legati tra loro od appartenenti ad uno stesso staff, si alimenta un sistema di incalcolabile lucro che ruota rovinosamente a spese dell’equilibrio e della VITA del  Minore.

I provvedimenti di Allontanamento di Minori nascondono sotto un apparente velo di solidarietà, una concreta carica di VIOLENZA destinata a colpire l’istituto della Famiglia e si realizzano come seriamente e pericolosamente dannosi per tutte le parti vittime.

 

24 Giugno 2012

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Ricorrenze e coincidenze

 

Sarà un caso..
so che lo sarà..

ma quest'anno cade il 20ennale dai tragici attentati di Falcone e Borsellino, e giusto un anno dopo, si rileva il primo caso di Sequestro di Stato di Minore, orchestrato da una strana Magistratura, che dimostra quelle che allora sembravano le proprie incapacità, e per le quali si era ritenuto di dare degli indoverosi premi, ma che oggi sembrano più capacità distuttive, sempre più organizzate e finalizzate ad un proprio scopo;

finalità sempre più sospette, esperienze più approfondite, ma dagli "errori" sempre uguali e dai risultati sempre più distruttivi, in base alla propria sempre più distruttiva esperienza, impunita.

Chi commemoriamo quest'anno?

Ci rivolgiamo alla memoria degli eroi di stato, o attendiamo il prossimo anno, il 20ennale dei Sequestratori di Stato?

Strage di Capaci

Strage via D'Amelio

Commemoriamo oggi gli adulti che hanno lottato per il nostro futuro, o domani quelli che si stanno appropriando del futuro dei Bambini?

"A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca!" (G.Andreotti)

Io pecco.

24 Aprile 2012

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Cavallo e Asini..
(Minori e Tribunali, Tragica Roulette)

 

Comunicato 27 Marzo 2012

Premessa

Colgo spunto dalle dichiarazioni della dottoressa Melita Cavallo del 27.03.2012 alla trasmissione televisiva “La vita in diretta” per precisare alcune considerazioni riguardo:

Dottoressa Cavallo:

- “è vero che le famiglie si oppongono comunque all’allontanamento dei Bambini”;

- “nella collaborazione c’è la possibilità di attuare “quel” progetto, se la coppia collabora è molto più facile il rientro dei Bambini”;

- “si sottrae dopo (l’aiuto alle famiglie)”;

- “non parliamo di sottrazione, il Bambino viene allontanato allorquando la coppia non è collaborativa, su questo non transigo, perlomeno nella mia esperienza”;

 

Considerazioni

 

Eppure la dottoressa Cavallo, persona di grande esperienza sull’argomento, era stata profondamente apprezzata alla fine del 2009 quando aveva ulteriormente affermato:

-    “Noi magistrati stiamo diventando i notai dello sfacelo dei minori: solo quando sono stati distrutti psicologicamente li diamo in adozione”;

aveva parlato inoltre di “assistenzialismo spinto”:

-    “Si spendono un sacco di soldi”, “Faccio un esempio: tre fratelli rimasti in comunità cinque anni sono costati 800 mila euro. Non era meglio, allora, dare un alloggio o un lavoro al padre? Avremmo salvato una famiglia. Invece abbiamo negato l’infanzia ai figli. E oggi i genitori sono più divisi di prima”;

ed ancora ammesso circa le carenze delle verifiche preliminari:

-    “Alla prima decisione si arriva con pochi elementi in mano. C’è quasi un rifiuto ad averne altri. Perché i giudici ormai sono molto condizionati e sempre più prudenti. O, al contrario, troppo interventisti”.

Qualche anno dopo, nel dicembre 2011, ulteriormente si riscontravano nella trasmissione “Mi manda Rai3”, che si occupava del caso della mamma definita Ginevra “Coraggio”, le seguenti dichiarazioni:

- "Gli errori non dovrebbero avvenire nelle aule di giustizia, in particolare al Tribunale dei Minori (riportata)”;

- “non approvo le modalità di allontanamento con la forza pubblica, avviene solo in casi in cui si prevede reazione violenta dei genitori dopo un confronto con i servizi”;

- “occuparsi di questi problemi è mio dovere di presidente con spirito di servizio”;

- “tutti i bambini hanno bisogno della Mamma".

Sarebbe da chiedersi come mai sembri tornata sui propri passi, negando quanto affermato al suo insediamento; eppure, da allora, nulla è cambiato, se non l’aumento delle segnalazioni di casi di sottrazione di Minori da parte del Tribunale dei Minori.

Sarebbe stato curioso, inoltre, poterle chiedere con quali riferimenti si appellava al titolo di notai, quando, in casi nei quali persino i servizi sociali sono favorevoli al rientro in famiglia dei Bambini, escludendo peraltro tutto il nucleo familiare senza averlo mai esaminato, solo i Tribunali dei Minori si oppongono al rientro, negando, come appunto confermato dalla stessa dottoressa Cavallo, l’infanzia ai Bambini; per sempre!

Proprio da casi come questi, si potrebbero cominciare a riscontrare le differenze tra casi di allontanamento e casi di sottrazione, evidenziando chiaramente nella seconda categoria e senza ombra di dubbio almeno quelli nei quali, per l’appunto, i servizi sociali si rivelano favorevoli al rientro del Minore con i propri affetti nel più breve tempo possibile, come ad esempio nei casi di Anna Giulia e Marcel, al fine soprattutto di non cagionare, nello stesso, ovvio e conseguente grave disagio psichico ed emotivo.

La dottoressa Cavallo sembra avere, purtroppo, da tempo, dimenticato le sue stesse parole ed avere vissuto le sue esperienze in una realtà nella quale vengono negate l’evidenza e le esperienze altrui: è innanzituto gravissimo che neghi inconfutabili casi di puri e semplici Abusi sugli Allontanamenti che sono romai accertati da oltre un ventennio, con testimonianze di Bambini VENDUTI dagli operatori a familgie adottive tiranniche; il caso di Angela Lucanto, une delle prime testimonianze in merito, è al riguardo emblematico nella sua drammaticità.

Si può considerare come decisamente inaccettabile che sembri non comprendere le differenze tra un allontanamento ed una sottrazione, realizzata con metodi terroristici ed intervento massiccio e violento della forza pubblica nei confronti dei genitori e dello stesso Minore; è indecente che affermi che si sottrae dopo, se non si capisce dopo cosa, visto che prima non viene fatto nulla; è intollerabile che parli di progetti e genitori non collaborativi come se non sapesse che, spesso, i genitori non sanno neanche per quali motivi i minori vengono allontanati e non hanno alcun modo di saperlo, nè di difendersi e di difendere i propri figli, ed ancor meno, dunque, hanno possibiltà alcuna di collaborare ad alcunchè, non essendovi alcuno nè alcun progetto con il quale collaborare!

Se il Tribunale dei minori seguisse le regole MORALI e legislative che la dottoressa Cavallo dà per scontate, semplicemente non saremmo qui a discuterne, né genitori eroici e determinati sarebbero costretti a ricorrere ripetutamente ad appelli a trasmissioni e giornali, delle quali sicuramente la Presidente del Tribunale dei Minori conosce l’esistenza avendovi ripetutamente partecipato!

Proprio i ripetuti appelli e la ripetuta segnalazione di casi dalla gravità estrema, avrebbe invece dovuto suonare come un forte campanello di allarme, sensibilizzando una significativa attenzione!

La continua negazione dell’esistenza della gravissima problematica certamente non giova alla sua risoluzione, né certo parrebbe potersi trarre beneficio per il Minore, dal conflitto di interessi esistente nella coincidenza tra operatori che si occupano dell’allontanamento e strutture che si dedicano molto proficuamente nella detenzione dei Minori.

Tale conflitto viene inoltre ulteriormente evidenziato dalla diramazione di veri e propri allarmi sociali da parte di organismi che associano tali operatori e strutture, che manifestano forte preoccupazione per la previsione, da loro stessi diramata, di 700.000 famiglie a rischio di abuso, con un incremento di oltre 20 volte rispetto alla situazione attualmente riscontrata, lasciando ampiamente trasparire come le associazioni stesse debbano ritenere ampiamente inadeguato il proprio operato per arrivare a produrre considerazioni tanto catastrofiche!

Addirittura da sottolineare come tali organismi abbiano recentemente diramato, in collaborazione con una nota Associazione Internazionale che si dovrebbe dedicare alla tutela dei Diritti dei Minori, un ulteriore allarme di 1.200.000 Bambini a rischi povertà nel solo Sud Italia, come sempre lanciando solo l'allarme e cercando di raccogliere contributi, ma esentandosi dal proporre soluzioni; una sorta di folle moltiplicazione dei Bambini a rischio, e conseguentemente degli introiti.

I Genitori dei Minori Allontanati si trovano nella assurda posizione di cittadini che chiedono alla giustizia di rispettare le leggi!

la dottoressa Cavallo nella posizione di presiedere un Ente che sembra apparire inadempiente ai propri compiti.

Le sue parole paiono evidente prova del disinteresse e del controllo nullo nei confronti delle procedure dell'Ente che presiede; volendo continuare a parlare di casi di Allontanamento, non si dovrebbe fare altro che interessarsi nel risolvere i casi di apparente Sottrazione!

Tra i minori e l’ente giuridico che dovrebbe tutelarli, sembra giocarsi una tragica roulette, nella quale un Tribunale-croupier lancia una pallina ed estrae un Minore da allontanare per sempre all’affetto dei suoi familiari, senza possibilità di replica né di difesa.

Chi sarà il prossimo?

28 Marzo 2012

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